Buzzi, le scommesse sulla pace incoraggiano l'azione
pubblicato:Borsa Italiana: Pirelli, Jefferies peggiora la raccomandazione, ma l'azione guadagna

Deciso balzo in avanti ieri per Buzzi: il titolo ha guadagnato il 6,08% a 52,85 euro, con i prezzi che nel corso della seduta hanno oscillato tra 49,58 e 53,25 euro.
Buzzi corre con tutto il settore Construction & Materials: perché il mercato sta scommettendo sulla ricostruzione dell’Ucraina.
Il forte rialzo di Buzzi nella seduta di ieri non è un caso isolato, ma si inserisce in un movimento più ampio che ha coinvolto l’intero comparto europeo Construction & Materials, uno dei migliori dell’indice STOXX Europe 600 con un progresso medio di +2,39%.
Si tratta di una rotazione significativa, motivata da un mix di fattori macro, geopolitici e di mercato che stanno riaccendendo l’interesse verso i titoli ciclici legati alle infrastrutture.
Il tema dominante è tornato a essere la possibile ricostruzione dell’Ucraina in caso di accordo di pace o de-escalation significativa.
Pur restando uno scenario ancora incerto dal punto di vista politico, il mercato tende ad anticipare – e prezzare – i trend futuri con mesi o anni di anticipo.
L’industria del cemento e dei materiali da costruzione sarebbe infatti uno dei primissimi settori coinvolti nei piani di ricostruzione: infrastrutture civili, ponti e strade, edifici pubblici, complessi industriali, abitazioni distrutte nel conflitto.
I colossi europei del settore – tra cui Buzzi, Heidelberg Materials, Holcim, Saint-Gobain – rappresentano gli operatori più attrezzati sia finanziariamente sia logisticamente per rispondere a una domanda esplosiva nel medio termine.
Non sorprende quindi che, alla prima finestra di “disinnesco” geopolitico, i flussi si siano diretti in modo aggressivo verso il comparto.
La seconda componente del rally è di natura macro-finanziaria. Negli ultimi giorni il mercato ha ricalibrato le aspettative sulla Federal Reserve, vedendo crescere la probabilità di un ciclo di tagli dei tassi già nei prossimi mesi.
Una politica monetaria meno restrittiva tende a: sostenere la domanda interna e gli investimenti, favorire i settori legati al ciclo economico, ridurre il costo della leva finanziaria per le aziende industriali, rendere più attraenti i business ad alta intensità di capitale.
I materiali da costruzione, notoriamente sensibili ai tassi, beneficiano direttamente dell’allentamento delle condizioni finanziarie globale.
Perché Buzzi è stata tra le più forti del listino. Buzzi possiede una combinazione di fattori che amplificano il suo appeal in questa fase, tra cui un modello di business internazionale e diversificato.
La presenza in USA, Europa e mercati emergenti la rende un nome naturale nei temi di “ricostruzione” e “spesa infrastrutturale”.
Il titolo arrivava da settimane di accumulo, ed era pronto a reagire in presenza di catalizzatori macro.
Progetti orientati a cementi a bassa impronta di CO₂, un vantaggio competitivo in vista dei nuovi standard europei.
Una pace formale o un accordo di cessate il fuoco duraturo potrebbero generare uno dei più grandi piani di investimenti pubblici dell’Europa post-bellica, con: ricostruzione stimata tra 350 e 500 miliardi di euro, forte coinvolgimento di istituzioni multilaterali (UE, BM, BEI, USA), appalti e gare che favorirebbero grandi gruppi occidentali.
In questo quadro, Buzzi sarebbe fra i principali beneficiari europei, insieme a Heidelberg Materials e Holcim.
Il rally è giustificato, ma presenta variabili da seguire: lo scenario ucraino resta incerto e può invertire velocemente i flussi, eventuali ritardi nella politica monetaria USA rallenterebbero la rotazione.
Il settore non è immune al rallentamento macro globale, le valutazioni si stanno rapidamente riavvicinando alle medie storiche. La volatilità, quindi, potrebbe restare elevata.
Conclusione: Buzzi è ora al centro della narrativa “ricostruzione + ciclicità”.
In sintesi, il forte rialzo del titolo non è un episodio isolato ma un segnale chiaro che: il mercato sta riaccendendo i fari sul settore dei materiali da costruzione, la combinazione “Fed più morbida + speranze di pace” alimenta la rotazione verso i ciclici, Buzzi è uno dei titoli meglio posizionati per beneficiarne nel medio periodo.
Se nei prossimi mesi arriveranno conferme geopolitiche o macro, il comparto potrebbe inaugurare una fase di forza strutturale che mancava da diversi anni.
Grazie al rialzo di ieri Buzzi ha interrotto la fase laterale delle ultime settimane. I prezzi si trovano ora davanti un ostacolo importante a 54,45, massimo del 19 marzo. Al superamento di quei livelli atteso il test di area 57/58 euro. Solo sotto area 51 rischio di ritorno sulla base della recente fase laterale, supporto critico in area 49,50 euro.
Pirelli, Jefferies peggiora la raccomandazione
Rialzo di mezzo punto percentuale ieri per Pirelli & C, al termine di una seduta che era iniziata male, con i prezzi in calo di poco meno del 2%.
Jefferies ha peggiorato la raccomandazione sul titolo da "Buy" a "Hold" con prezzo obiettivo ridotto da 7,40 a 6,50 euro (-12%). Secondo gli analisti le quotazioni ricalcano sostanzialmente le loro stime e il consensus e mancano al momento elementi capaci di generare uno spostamento verso l'alto delle attese.
Da segnalare relativamente al gruppo, il mancato rinnovo del Patto Parasociale sottoscritto il 28 febbraio 2023 tra Camfin, Marco Tronchetti Provera, Nuova FourB, Brembo e Next Investment e, insieme a NFB e Brembo, la "Parte B", che detiene complessivamente, tramite Next Investment, lo 0,42% del capitale sociale di Pirelli.
Il Patto Parasociale si intenderà cessato e privo di efficacia a decorrere dal 28 febbraio 2026.
Pirelli & C ha chiuso i primi 9 mesi del 2025 con Ricavi pari a 5,1952 miliardi di euro, in crescita del 3,7% rispetto allo stesso periodo 2024, l'EBIT Adjusted a 835,5 milioni di euro (+2,4%) ed il margine in rialzo del 16,1% rispetto al 15,7% dell'anno precedente. L'Utile Netto si è attestato a 400,6 milioni di euro rispetto ai 371,1 al 30 settembre 2024.
Pirelli, l'azione è nella fascia inferiore del trading range
Il titolo Pirelli si trova nella parte inferiore dell'ampio trading range disegnato da maggio e compreso tra 5,70 e 6,30 euro circa. A 5,70 troviamo anche il 38,2% di ritracciamento del rialzo partito ad aprile, che lo rende un supporto strategico non solo nel breve periodo.
Sotto 5,70 probabile un corposo approfondimento della correzione con obiettivi a 5,50 e 5,30 circa e la possibilità che il ribasso possa poi estendersi fino a 5,22 dopo è ancora aperto il gap up dello scorso 24 aprile. Verso l'alto invece primi segnali di ripresa oltre 6,05 che potrebbero favorire il riavvicinamento alla parte alta del range in area 6,30.
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