Auto, buoni i dati delle vendite UE a ottobre, ma il settore non si scalda
pubblicato:Fanno bene mercati e case automobilistiche europee, mentre nelle retrovie avanzano i costruttori cinesi. La reazione fiacca a dati positivi da attribuire forse a un clima di crisi persistente e confermato dai tagli dei posti di lavoro

Un buon ottobre sotto diversi aspetti per le quattro ruote europee, ma il mercato oggi non si scalda e i maggiori titoli del settore appaiono poco mossi, forse perché le incertezze si moltiplicano, anziché ridursi. Andiamo con ordine.
Auto UE, un buon mese di ottobre per marchi e mercati
Acea è l’associazione europea dei costruttori di auto e oggi ha pubblicato il suo report mensile periodico sull’andamento delle immatricolazioni nel Vecchio Continente. La maggior parte dei mercati nazionali e dei marchi ha mostrato delle performance positive.
La Spagna resta, tra i grandi mercati, l’unico che riesce anche quest’anno a crescere a doppia cifra, ma si segnala anche un’accelerazione importante a ottobre in Germania.
Mercato | Ottobre 2025 | Variazione % | 10 mesi | Variazione % |
|---|---|---|---|---|
Francia | 139.514 | 2,9 | 1.326.298 | -5,4 |
Germania | 250.133 | 7,8 | 2.360.481 | 0,5 |
Italia | 125.961 | -0,5 | 1.293.967 | -2,6 |
Spagna | 96.785 | 15,9 | 951.516 | 14,9 |
Unione Europea | 916.609 | 5,8 | 8.974.026 | 1,4 |
Regno Unito | 144.948 | 0,5 | 1.723.120 | 3,9 |
Fanno bene anche i marchi maggiori, ma non solo.
Gruppo | Vendite auto ottobre 2025 | Variazione % | Vendite auto 9 mesi | Variazione % |
|---|---|---|---|---|
Volkswagen | 264.069 | 7,9 | 2.477.875 | 5,1 |
Stellantis | 139.709 | 6,6 | 1.416.202 | -6 |
Renault | 103.408 | 10 | 1.018.412 | 7 |
Toyota | 65.616 | -10,8 | 663.970 | -5,7 |
Hyundai | 65.589 | 0,1 | 675.102 | -4 |
BMW | 66.331 | 8,7 | 626.83 | 6,3 |
Mercedes-Benz | 48.827 | 2 | 460.666 | 2 |
Ford | 23.846 | -8,8 | 256.750 | -2,1 |
Volvo Cars | 21.471 | -7,6 | 198.483 | -15,2 |
SAIC Motor | 18.847 | 56 | 173.910 | -39,2 |
Tesla | 5.647 | -48 | 117.000 | -39,2 |
BYD | 13.350 | 195 | 94.216 | 239,6 |
I dati sono numerosi e non sempre coerenti, ma si può notare l’accelerazione del gruppo Volkswagen (quindi tutti i suoi brand compresi Skoda o Cupra o Audi) che segna a ottobre un +7,9% dei volumi e nei primi 10 mesi accumula un solido +5,1% delle immatricolazioni. Il secondo aggregato è quello di Stellantis, la casa delle Fiat e delle Peugeot, delle Opel e delle Jeep, che nei 10 mesi ha un calo delle vendite del 6% ancora, ma mostra un’importante reazione con un +6,6% delle vendite a ottobre.
Renault conferma un ottimo 2025 con un balzo a ottobre delle vendite del 10% e del 7% nei 10 mesi, la migliore tra le performance delle grandi.
Auto, i numeri cinesi in Europa crescono
Ma nelle retrovie che si notano movimenti significativi. Le asiatiche “tradizionali” Toyota e Hyundai mostrano cali delle vendite nei nove mesi ed elettriche e cinesi accelerano ai confini della classifica. Balza all’occhio il +195% di BYD a ottobre, praticamente il colosso della Repubblica Popolare ha triplicato le vendite nel mese a 13.350 vetture e ha superato al volo le 5.647 Tesla vendute in Europa nello stesso periodo con un crollo del 48% che conferma l’anno terribile della casa di Musk in Europa (-39,2% nei 10 mesi).
BYD praticamente va a braccetto per volumi nel mese con marchi storici nel Vecchio Continente come Nissan (-3,2% a 14.034 veicoli nel mese) e Suzuki (-8,8% a 12.034 vetture).
L’anno rischia di essere brutto per Volvo Cars che in 10 mesi ha perso il 15,2% delle immatricolazioni a 198.483. Come noto dal 2010 Volvo Cars è controllata dalla cinese Geely che controlla una pletora di marchi delle quattro ruote, compresi Lynk, Polestar e la Smart condivisa con Mercedes-Benz, la casa tedesca che ha registrato un +2% delle vendite a ottobre a 48.827 unità.
SAIC Motor (acronimo di Shanghai Automotive Industry Corporation) è uno dei maggiori gruppi automobilistici del mondo e cresce anche in Europa con un balzo del 56% a ottobre a 18.847 veicoli.
Auto UE, per Elkann rischio di 'declino irreversibile', intanto un po' tutti licenziano
L’impressione generale è che la crisi economica e di competitività dell’auto europea stia sperimentando in un mercato in ripresa un passaggio fondamentale, ossia l’ingresso in forze dei big delle quattro ruote della Repubblica Popolare attesi da diversi semestri e ora infine nella classifica generale delle vendite per volumi in Europa mentre in patria registrano una competizione fiera sui prezzi e negli Stati Uniti si devono confrontare con i dazi dell’America di Trump.
L’aria di crisi in Europa trova un’eco nelle parole di oggi del presidente di Stellantis John Elkann che teme un “declino irreversibile” per l’auto europea se la Commissione UE non approverà un nuovo pacchetto di misure sulle emissioni.
Di recente il manager aveva chiarito di auspicare che la scadenza del 2035 per lo stop alla vendita di auto a motore endotermico fosse bilanciata come una media a cinque anni (un metodo già in parte adottato di recente).
Il ventaglio di misure immaginate dal manager per il nuovo assetto della neutralità tecnologica UE in ambito automotive spazia dall’ampliamento del conteggio alle ibride plug-in, ai carburanti alternativi, alle norme sulle flotte ed è stato presentato in vista della scadenza del prossimo 10 dicembre, quando la Commissione dovrebbe presentare un nuovo pacchetto di misure che l’industria automobilistica UE che impiega oltre 13 milioni di europei attende con ansia.
L’aria di crisi però persiste. Un conteggio aggiornato da Reuters sui maggiori piani di licenziamento avviati dalle compagnie europee più grandi non risparmia il settore automotive ed elenca, tra l’altro.
Continental: il colosso tedesco degli pneumatici prevede il taglio ulteriore di 1.500 posti.
Daimler Truck: il big dei camion ha annunciato ad agosto 2.000 esuberi tra Messico e USA dopo l’annuncio di 5.000 licenziamenti in Germania.
MAN: altro colosso dei truck pianifica 2.300 licenziamenti.
Renault: la casa francese delle quattro ruote (che come visto va bene, ma di recente ha visto il CEO Luca de Meo lasciare il gruppo per passare all’industria del lusso) a ottobre ha confermato la pianificazione di tagli, ma non ha commentato dopo una newsletter che riportava di 3 mila licenziamenti tra i servizi di assistenza.
Stellantis: a giugno il gruppo ha aggiornato il piano di esuberi in Italia a quasi 2.500 posti (ma si parla di quei posti da più di un anno).
Volkswagen: il direttore finanziario avrebbe calcolato ad aprile il taglio di circa 7.000 posizioni in Germania dall’avvio delle misure di taglio dei costi nel 2023.
Volvo Cars: a maggio la società calcolava 3.000 esuberi.
Impatti indiretti si potrebbero calcolare anche nei 2.800 esuberi di STM che lavora molto con l’automotive.
Non si tratta di un calcolo puntuale o esaustivo, ma di certo restituisce un clima di crisi che ha bisogno non solo di una nuova politica europea, ma anche di un nuovo approccio delle stesse case automobilistiche che sembrano essere rimaste indietro rispetto ai competitor internazionali. E non certo soltanto per colpa di Bruxelles.
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