I chip di Google ridanno la carica al tech USA
pubblicato:Meta potrebbe investire miliardi nei microprocessori per l’AI del gruppo Alphabet e Wall Street saluta con favore le alternative a Nvidia

Ieri il settore tecnologico ha recuperato ancora a Wall Street dopo le recenti incertezze e ad alimentare gli acquisti è senz’altro stata Alphabet, la casa madre di Google che ha fatto un balzo del 6,3% a 318,58 dollari, aggiornando i massimi storici tra volumi impetuosi, con oltre 85,16 milioni di pezzi passati di mano, quasi il doppio della media giornaliera dell’ultimo mese, per una capitalizzazione complessiva del gruppo di oltre 3,84 trilioni di dollari.
Tutto il settore dei titoli tecnologici ha festeggiato, il Nasdaq 100 ha guadagnato il 2,617%
Ma dopo la settimana scorsa dedicata a Nvidia i cui dati sono stati accolti con entusiasmo e diffidenza in rapida successione, l’attenzione si è focalizzata su altri big dell’AI, come appunto Google.
Google, spunti dal nuovo Gemini 3
Ha sicuramente aiutato un post su X di Marc Benioff, il fondatore e CEO del colosso del cloud Salesforce.com ha sostanzialmente detto di aver scoperto le funzionalità della Gemini 3 del gruppo Alphabet dopo un uso quotidiano di ChatGPT per tre anni e di esserne entusiasta.
Google ha lanciato il suo ultimo modello di intelligenza artificiale, Gemini 3 appunto, una settimana fa e per l’occasione ha affermato di contare per questa sua app di intelligenza artificiale oltre 650 milioni di utenti al mese.
La nuova app di AI di Aphabet dichiara un limite di 1.048.576 token in input e uno di 65.536 output, una sfida imponente ai modelli di OpenAI.
Google, i nuovi chip del gruppo e i rumors sull'interesse di Meta dopo quello di Anthropic
Ma Alphabet sta attirando l’attenzione anche per i suoi successi nel campo dell’hardware. Da anni il gruppo acquista i microprocessori per i suoi server e i suoi servizi in cloud da Nvidia, ma al tempo stesso sviluppa in casa tecnologie proprie e appena lo scorso 6 novembre ha annunciato il suo nuovo processore TPU Ironwood.
Si tratta della settima generazione di questa tecnologia, sono circuiti integrati progettati per esigenze molto specifiche (i cosiddetti ASIC) e spesso usati come acceleratori AI ottimizzati per l’addestramento e l’inferenza di modelli di intelligenza artificiale.
E' una tecnologia alla base di Gemini e delle varie applicazioni di Ai di Google che comprendono la ricerca, le foto, maps, applicazioni che servono oltre un miliardo di utenti secondo quanto riportato dal gruppo.
Spesso la potenza delle TPU di Google è venduta dal gruppo come un servizio in cloud scalabile per le esigenze dei carichi di lavoro del machine learning, il Cloud TPU.
Ma la notizia di ieri è che The Information, uno dei siti più aggiornati sul big tech e i colossi dell’intelligenza artificiale mondiale, ha riportato che Google starebbe spingendo ancora di più i propri processori verso i clienti finali e Meta potrebbe fare investimenti importanti nelle sue TPU per rafforzare i propri server.
Dopo la notizia di ottobre secondo la quale Anthropic allenerà i propri modelli su piattaforme con fino a un milione di TPU di Google del valore di decine di miliardi di dollari, si tratta di un altro segnale della sfida di Alphabet al predominio di Nvidia nelle infrastrutture per l’AI.
Anche l’investimento di Meta potrebbe essere di decine di miliardi di dollari.
L’allargamento della platea di fornitori e servizi sembra però salutato con favore da diversi osservatori del tech di Wall Street, la concentrazione sulle forniture di microprocessori per l’AI di Nvidia che lascia distante il secondo attore, ossia AMD, viene infatti vista anche come una fragilità di questa filiera strategica che quindi vede fenomeni di interconnessione e concentrazione, come i legami più stretti tra la stessa Nvidia e Intel o OpenAi e dall’altro lato le nuove soluzioni alternative di big player come appunto Alphabet e la stessa Meta.
Comments
Loading comments...