BOJ verso un rialzo dei tassi? Lo yen debole cambia le carte in tavola
pubblicato:L’ipotesi di tassi più alti in Giappone riduce l’appeal del celebre carry trade, spinge vendite sui Treasury USA e genera volatilità sugli indici mondiali, già fragili per il repricing dei tassi Fed

Il ritorno del Giappone nel gioco dei tassi: perché conta per tutti i mercati
I mercati globali stanno attraversando una fase di tensione dominata da tre forze:
- 1.
l’incertezza sulla politica monetaria della Federal Reserve,
- 2.
il repricing generalizzato dei titoli tecnologici e
- 3.
un nuovo, potente fattore entrato in scena: la possibilità che la Bank of Japan alzi i tassi già a dicembre.
Le parole del governatore Kazuo Ueda hanno segnato un cambio di passo importante. Per la prima volta ha ammesso che il board sta discutendo la “feasibility and timing” di un rialzo già nelle prossime riunioni e che una decisione potrebbe arrivare “con un po’ più di dati” su salari e inflazione.
Il punto chiave non è solo il Giappone: un eventuale rialzo a dicembre avrebbe impatti globali molto più ampi di quanto si pensi, perché verrebbe meno un pilastro della finanza mondiale degli ultimi 10 anni.
La fine del super–carry trade in yen: che cosa significa
Il Giappone è stato per anni la fonte più economica di liquidità globale, grazie a tassi a zero (o negativi) e a un'enorme base di risparmio domestico.
Questo ha alimentato uno dei più grandi carry trade del pianeta:
- •
gli investitori prendevano in prestito yen quasi a costo zero,
- •
li convertivano in dollari,
- •
compravano Treasury USA o asset rischiosi (azioni, corporate bond, emergenti),
- •
e si tenevano la differenza di rendimento.
👉 Finché i tassi giapponesi erano a zero, questo meccanismo sosteneva i prezzi delle obbligazioni americane e di molti mercati emergenti.
Se la BoJ aumenta i tassi:
- •
il costo del funding in yen sale,
- •
diventa meno conveniente prendere a prestito valuta giapponese per comprare asset esteri,
- •
una parte del carry trade può essere smontata,
- •
e gli investitori giapponesi potrebbero rimpatriare capitali, rafforzando lo yen.
È un meccanismo che può generare volatilità e vendite globali.
Effetti sull’obbligazionario USA: perché i Treasury tremano
Il Giappone è uno dei più grandi detentori di Treasury statunitensi.
Se:
- •
lo yen si rafforza,
- •
i tassi giapponesi salgono,
- •
l’inflazione nipponica diventa più persistente,
gli investitori giapponesi potrebbero preferire obbligazioni domestiche, oggi più convenienti.
👉 Questo significa meno domanda strutturale per i titoli di Stato USA, già sotto pressione per:
- •
rischio che la Fed NON taglierà a dicembre,
- •
deficit americano molto elevato,
- •
aste di Treasury sempre più difficili da collocare.
Un rialzo della BoJ, anche minimo, avrebbe un impatto amplificato sul mercato globale dei tassi, perché rompe un equilibrio che dura da anni.
L’effetto sulle borse: perché l’Asia è il fronte più fragile
Il semplice annuncio di un possibile aumento dei tassi in Giappone ha già prodotto reazioni immediate:
- •
Nikkei in forte calo,
- •
yen ai minimi da dieci mesi,
- •
rendimenti dei JGB ai massimi da vent’anni,
- •
fuga dagli asset asiatici legati al carry trade in yen.
Storicamente, quando la BoJ cambia rotta sul costo del denaro, i mercati globali ne risentono perché:
- •
si riduce la liquidità globale “a basso costo",
- •
il rafforzamento dello yen tende a penalizzare gli esportatori (peso forte per l’indice giapponese),
- •
aumenta l’avversione al rischio sui mercati azionari mondiali.
In più, arriva tutto in un contesto già debole:
- •
volatilità in crescita (VIX in accelerazione),
- •
delusione per l’impossibilità del Nasdaq di superare resistenze tecniche chiave,
- •
Bitcoin sotto pressione sotto i 90.000,
- •
Fed spaccata e meno propensa a tagliare i tassi.
Eurozona: un quadro solido ma non brillante
L’Europa appare più resiliente sul fronte macro:
- •
PMI composito ancora in area espansiva (52,4),
- •
servizi ai massimi da 18 mesi (53,1),
- •
manifattura debole ma stabile (49,7),
- •
fiducia delle imprese in miglioramento.
Tuttavia, le borse europee seguono l’avversione al rischio globale, perché:
- •
l’Europa è molto più ciclica degli USA,
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soffre la rotazione violenta fuori dal tech,
- •
la forza del dollaro complica la visibilità sulle esportazioni,
- •
i settori sensibili ai tassi (immobiliare, industriali, consumer discretionary) restano fragili.
In sintesi: perché la BoJ è il nuovo rischio globale
Un rialzo a dicembre non è certo, ma è ora uno scenario reale.
Se accadesse:
➤ Potrebbe finire l’epoca del carry trade in yen.
➤ Potrebbe aumentare la pressione sui Treasury USA.
➤ Potrebbe rafforzare lo yen e indebolire le borse asiatiche.
➤ Potrebbe amplificare la correzione globale già in corso.
In un momento in cui:
- •
la Fed è divisa,
- •
il mercato dubita del taglio a dicembre,
- •
il sentiment sull’AI è più fragile,
- •
il Nasdaq non dà segnali tecnici di forza,
l’arrivo del Giappone come nuovo elemento destabilizzante potrebbe essere il fattore decisivo per capire se questa correzione resterà contenuta o diventerà più ampia.
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