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Carta del Docente, spetta anche ai precari: novità e requisiti

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

L'ultima esposizione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha esteso a tutti i precari la possibilità di ottenere i 500 euro della Carta del Docente. Ma come funziona, a chi spetta e come si possono spendere i soldi? Ecco una guida completa al bonus!

Carta del Docente, spetta anche ai precari: novità e requisiti

La Carta del Docente è un'agevolazione che spetta anche ai precari: a stabilirlo è stata una sentenza UE del 18 maggio scorso. Che cosa significa? Tutti gli insegnanti, di ruolo e precari, senza alcuna discriminazione, possono richiedere allo Stato un contributo di 500 euro all’anno.

I 500 euro del bonus docenti possono essere spesi sia per la formazione professionale, sia per effettuare altri acquisti in ambito culturale.

Il via libera alle richieste del bonus docenti anche per i precari è arrivato in seguito a una precedente richiesta del Tribunale di Vercelli (che si appellava al divieto di discriminazione), confermata dalla Corte di Giustizia UE.

Anche i docenti precari hanno diritto ai 500 euro della Carta del Docente, con annessi arretrati: come si possono recuperare i pagamenti precedenti? E come si possono spendere i 500 euro del bonus docenti? Ecco una guida completa al beneficio.

Carta del Docente, 500 euro: cos’è e come funziona?

La Carta del Docente è un bonus di 500 euro introdotto dalla legge 107/2015: inizialmente la misura era destinata a tutti i docenti di ruolo impegnati con contratto a tempo indeterminato o a termine. Ma l’ultima sentenza della Corta di Giustizia ha aperto la possibilità di ottenere il bonus docenti anche i precari, per tutelare il divieto di discriminazione.

Il bonus docenti somiglia molto al bonus 18 anni sia per quanto riguarda l'importo, sia per le sue finalità. La platea di beneficiari, però è distinta: da un lato i maggiorenni, dall'altro lato gli insegnanti e precari.

Grazie alla Carta del Docente si possono ottenere dei contributi annuali – nel limite di 500 euro all’anno appunto – da utilizzare per acquistare prodotti e materiale utile per la didattica, ingressi ridotti o gratuiti presso musei, mostre, spettacoli teatrali o cinematografici, corsi di laurea o di lingua, e persino corsi di aggiornamento professionale.

Carta del Docente: come presentare la domanda

La domanda del contributo deve essere presentata online attraverso il portale dedicato – sul sito web della Carta del Docente – utilizzando le proprie credenziali di identità digitale.

Il bonus docenti da 500 euro viene erogato ogni anno, ma il denaro ottenuto si può utilizzare per i successivi 2 anni dalla richiesta. Sono ammessi acquisti nelle sedi fisiche dei negozi, oppure sui siti di e-commerce aderenti.

Carta del Docente anche ai precari: cosa cambia?

L’ultima sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha esteso la possibilità di ottenere il bonus docenti anche ai precari: la Carta del Docente, quindi, spetta a tutti gli insegnanti, senza alcuna discriminazione.

Non solo: secondo quanto previsto dal sindacato Anief, c’è la possibilità di ottenere anche gli arretrati dei cinque anni precedenti.

In tal modo, i 200 mila insegnati precari ricorrenti potranno ottenere un bonus aggiuntivo di 2.500 euro, ovvero la corresponsione degli arretrati della Carta del Docente che non hanno potuto richiedere in precedenza.

Ma come si possono ottenere i pagamenti del bonus docenti arretrato? Non si tratta di un automatismo…

Carta del Docente: come ottenere i pagamenti arretrati

Prima di poter ricevere anche i pagamenti arretrati della Carta del Docente occorre un’azione legale per rivendicare il diritto al beneficio: il pagamento del bonus per i precari non sarà automatico.

Il Ministero non aprirà le domande indistintamente a tutti, soprattutto in considerazione del fatto che l’importo del bonus docenti potrebbe essere ridotto fino al 50%.

Come ha spiegato l’avvocato Walter Miceli, prima ancora di procedere all’azione legale è necessario inviare una diffida a mezzo Pec direttamente al Ministero e un ricorso al giudice del lavoro competente.

Da queste procedure, però, resterebbero esclusi i docenti precari impegnati nelle scuole paritarie.