Dividendo Eni: ecco quanto ha reso dal 2000
pubblicato:Dividendi stabili per Eni, nonostante la guerra e l’esborso da 600 milioni per la copertura del debito di Saipem.

La politica del dividendo di Eni è solida storicamente. La stabilità dell’azienda non è minacciata dalla guerra tra Russia e Ucraina e nemmeno dall’esborso da 600 milioni di euro (da ripartire per quota di pertinenza con Cdp) per l’aumento di capitale da 2 miliardi di Saipem. Questo emerge dall’ultimo piano strategico.
Dividendo in crescita: le previsioni del Piano Strategico
Il piano strategico 2022-2025 parla chiaro: Eni intende fornire risorse addizionali di gas per contribuire a ridurre la dipendenza dalla Russia e al contempo di accelerare gli obiettivi di decarbonizzazione.
E si rivolge anche agli azionisti, ai quali assicura una politica di remunerazione del capitale più forte con un aumento del dividendo e del buyback di azioni.
Eni è tra le società del Ftse Mib che nel tempo ha sempre distribuito un dividendo generoso. Ed è tra le preferite dai “cassettisti” che inseriscono il titolo nei loro portafogli di lungo termine.
Analizzando i dati dal 2000 ad oggi, si nota un flusso costante di dividendi.
Eni: i dividendi storici
Dividendo Valuta Esercizio
0,86 EURO 2021 (l’acconto da 0,43 euro è stato pagato a settembre e il saldo di 0,43 euro sarà distribuito a maggio 2022)
0,36 EURO 2020
0,86 EURO 2019
0,83 EURO 2018
0, 8 EURO 2017
0, 8 EURO 2016
0, 8 EURO 2015
1,12 EURO 2014
1,1 EURO 2013
1,08 EURO 2012
1,04 EURO 2011
1 EURO 2010
1 EURO 2009
1,3 EURO 2008
1,3 EURO 2007
1,25 EURO 2006
1,1 EURO 2005
0,9 EURO 2004
0,75 EURO 2003
0,75 EURO 2002
0,75 EURO 2001
0,2189 EURO 2000
Eni: quanto ha reso la strategia del dividendo?
Anno Dividend Yield
2000 3,2%
2001 5,6%
2002 5,2%
2003 5,1%
2004 4,9%
2005 4,7%
2006 5%
2007 5,3%
2008 7,6%
2009 5,8%
2010 6,1%
2011 6,6%
2012 5,9%
2013 6,5%
2014 7,6%
2015 5,7%
2016 5,4%
2017 5,7%
2018 5,9%
2019 6,3%
2020 4,2%
2021 6,4%
Eni: come puntare sul dividendo e sull’upside
Da un punto di vista grafico Eni sta cercando di allontanarsi dai supporti in area 12,55, punto di passaggio della base del canale che sale dai minimi del 2020, ma senza inviare segnali di forza di rilievo. Conferme oltre 13,50 permetterebbero di guardare con fiducia al rialzo verso target a 14 circa, poi a 14,75.
Discorso diverso invece nel caso di violazione di area 12,55. Discese sotto questo limite anticiperebbero cali anche estesi verso 11,83, per la chiusura del gap del 21 dicembre, poi fino a 11,46 euro, minimi di novembre e dicembre 2021.
Exane ha ridotto il target price su Eni da 18 a 17 euro ma ha ribadito il giudizio outperform, mentre Equita ha confermato la raccomandazione buy e incrementato il target del 9% portandolo a 18 euro, in scia all'incremento delle stime su EBIT e utile per azione 2022 e 2023 grazie al rally del petrolio.