Euro digitale, la BCE fa un passo avanti, due italiane in prima fila
pubblicato:Assegnati i lavori ai cinque pilastri della nuova valuta in blockchain. Ad Almaviva e Fabrick l'incarico di realizzare l'app e il software di sviluppo (SDK). Ecco cosa succede

La Banca centrale europea ha fatto un passo avanti decisivo nel percorso verso l’euro digitale, assegnando le cinque componenti di base e i relativi servizi che permetteranno l’introduzione di questo nuovo mezzo di pagamento elettronico.
Una novità che vede l’Italia in prima fila perché uno dei componenti, il terzo, l'“app and software development kit (SDK)”, è stato affidato al raggruppamento delle due italiane Almaviva e Fabrick.
Euro digitale, cosa faranno Almaviva e Fabrick
Si tratta di un progetto di 4 anni con valore stimato di 76,8 milioni di euro e valore massimo dell’accordo quadro di 153,6 milioni di euro.
In particolare gli aggiudicatari dovranno produrre l’app (l'applicazione) per l’euro digitale e il relativo software di sviluppo, quello che tecnicamente si chiama SDK (Software Development KIT).
Sarà ovviamente un software fondamentale per l’adozione della nuova valuta digitale sui dispositivi mobili degli utenti e nelle interfacce online.
Sarà anche una grande sfida per gli sviluppatori, perché l’ordine di grandezza del bacino di utenza si aggira sui 400 milioni di abitanti dell’Europa e l’app dovrà permettere a tutti di ricorrere a questo nuovo strumento di pagamento elettronico, che dovrà essere accessibile e gratuito per tutti, sicuro e affidabile per ogni pagamento, così come ora sono monete, banconote e circuiti di pagamento garantiti dalla banca centrale.
L’euro digitale ambisce infatti a diventare davvero un’app a portata di mano per tutti in uno scenario in cui ogni utente potrà tenere con sé il proprio wallet, il portafoglio elettronico, per le operazioni digitali più comuni, dai pagamenti al negozio sotto casa, alle transazioni online, ai versamenti a un amico e oltre, molto oltre.
Euro digitale, perché la BCE lo vuole
Sul tema è tornato non a caso di recente il membro del comitato esecutivo della BCE Piero Cipollone nel suo discorso di martedì a Francoforte, alla Deutsche Bundesbank.
L’economista, a un anno da un discorso nella stessa sede sul futuro della finanza digitale e sul ruolo del denaro delle banche centrali nel nuovo ecosistema, ha tracciato le linee guida della strategia dell’Eurotower su questa delicatissima frontiera.
Il denaro delle banche centrali, ha rivendicato Cipollone, è ancora l’ancora della fiducia e della stabilità del sistema finanziario.
I contanti garantiscono un sistema immediato e privo di rischio per le transazioni al dettaglio e nei mercati all’ingrosso eliminano i rischi di controparte.
In entrambi i casi la fiducia è garantita dalla convertibilità con il denaro delle banche centrali.
Ma in un mondo che registra una rapida evoluzione dell’ecosistema dei pagamenti e dell’innovazione, anche le banche centrali devono giocare la propria partita sulla nuova frontiera digitale in modo da difendere il patrimonio di fiducia e stabilità di cui sono custodi.
Per questo l’euro digitale, per questo anche le banche centrali devono dimostrare di sapere adottare le tecnologie a registro distribuito (distributed ledger technology), quelle delle blockchain già note per le criptovalute. Non per una sciocca emulazione, ma per testare le promesse che queste innovazioni fanno in termini di efficienza, di programmabilità, di possibilità di integrazione dei servizi di trading, di regolazione e di custodia.
Bisognerà quindi mettere a contatto la nuova valuta digitale con tutte le dimensioni dell'ecosistema dei pagamenti, dal dettaglio, dove oggi si adottano banconote e sistemi di pagamento rapido, all'ingrosso, già in grand parte digitale e nell'Eurozona affidato per il 90% ai sistemi del T2.
L’adozione di questo set di tecnologie permette anche di contrastare il rischio di frammentazione, che digitalizzazione e tokenizzazione potrebbero portare sui mercati finanziari, difendendo quindi al contempo il ruolo della BCE e la sua custodia del bene più prezioso del sistema economico: la fiducia.