La Fed taglia i tassi per la prima volta in 9 mesi: priorità al lavoro rispetto all’inflazione

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Due ulteriori tagli possibili entro l’anno, ma il board della Federal Reserve è diviso: 7 membri non prevedono altre mosse

La Fed taglia i tassi per la prima volta in 9 mesi: priorità al lavoro rispetto all’inflazione
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La decisione di settimana scorsa della Federal Reserve di tagliare i tassi di 25 punti base – il primo taglio dopo nove mesi – segna una svolta nella politica monetaria statunitense. Il nuovo corridoio dei Fed Funds è ora al 4,0%-4,25%, livello più basso da quasi tre anni.

La mossa riflette un cambio di priorità: la banca centrale vede ora le crepe nel mercato del lavoro come un rischio più urgente rispetto all’inflazione, nonostante quest’ultima sia tornata a salire negli ultimi mesi.

✅ Le motivazioni dietro il taglio

  • Mercato del lavoro in affanno: i dati sugli occupati sono stati rivisti bruscamente al ribasso. La media mensile di nuovi posti è scesa da 150.000 a soli 29.000 negli ultimi tre mesi fino ad agosto. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, massimo da oltre un anno.

  • Rischi al ribasso confermati: Powell ha parlato apertamente di un rischio che “è ormai realtà”, sottolineando che la forza lavoro sta mostrando segnali di fragilità non più trascurabili.

  • Pressioni esterne: dazi e tariffe hanno aumentato i costi di produzione e frenato le assunzioni. Un quinto delle aziende intervistate dalla Duke University e da alcune Fed regionali ha ammesso di aver rallentato l’hiring a causa dei rincari.

📉 Divisioni interne alla Fed

  • 11 membri su 12 hanno votato per il taglio da 25 bp.

  • Un dissenso (Stephen Miran), che chiedeva un taglio più aggressivo da 50 bp.

  • Le proiezioni rivelano una Fed spaccata: 7 membri non prevedono ulteriori tagli nel 2025, 2 ne vedono solo uno, mentre la maggioranza intravede altri due tagli consecutivi a ottobre e dicembre.

📊 Inflazione e rischi

  • L’inflazione core (al netto di energia e alimentari) è risalita dal 2,6% di aprile al 2,9% di luglio.

  • Powell ha riconosciuto che “non esiste un percorso privo di rischi”: abbassare i tassi può alimentare pressioni sui prezzi, ma non intervenire rischiava di aggravare la frenata occupazionale.

🔎 Impatto sull’economia reale

  • Consumi e credito: la riduzione dei tassi dovrebbe alleggerire i costi su carte di credito e debiti a tasso variabile, aiutando famiglie e piccole imprese.

  • Immobiliare: il settore resta debole per via di prezzi elevati e mutui ancora sopra il 7%. Ulteriori tagli potrebbero rilanciare il mercato, ma i Treasury a 10 anni restano sopra il 4%, limitando il beneficio.

  • Imprese: i grandi gruppi, già agevolati da mercati finanziari forti, trarranno vantaggi marginali. Le PMI, più dipendenti dal credito bancario, beneficeranno di più.

📈 Possibili effetti positivi (bullish)

  • Settori sensibili ai tassi: utility, real estate e growth/tech potrebbero beneficiare della riduzione del costo del capitale. Anche le small cap, più dipendenti dal credito bancario, potrebbero trovare respiro.

  • Aumento liquidità: un ciclo di tagli alimenta la narrativa di “Fed put”, spingendo gli investitori a tornare sull’azionario.

  • Valorizzazioni supportate: tassi più bassi riducono il “discount rate” nei modelli di valutazione, sostenendo i multipli, soprattutto nel comparto tech.


📉 Possibili effetti negativi (bearish)

  • Segnale di fragilità: il taglio è motivato da un peggioramento del mercato del lavoro. Gli investitori potrebbero interpretarlo come l’inizio di una fase di rallentamento ciclico.

  • Divaricazione settoriale: i titoli legati ai consumi ciclici e alle banche potrebbero soffrire più di altri se il rallentamento della crescita si accentua.

  • Incertezza sulla traiettoria: le divisioni interne al FOMC (parte dei membri non vede ulteriori tagli) aumentano la volatilità e riducono la visibilità per gli investitori.

📌 In sintesi

La Fed ha avviato un ciclo di allentamento che potrebbe proseguire fino a fine anno, ma con forte incertezza interna.

La sfida è duplice: sostenere l’occupazione senza riaccendere troppo l’inflazione.

Al momento, Powell sembra privilegiare la difesa del lavoro, segnalando che la priorità si è spostata dal contenimento dei prezzi al rischio recessivo.