Ftse Mib: Azimut e Fineco, qual è meglio prima dei conti?

di Edoardo Lopez pubblicato:
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Nei prossimi giorni saranno diffuse anche le trimestrali di Azimut e FinecoBank: cosa aspettarsi e su quale dei due puntare.

Ftse Mib: Azimut e Fineco, qual è meglio prima dei conti?

La stagione delle trimestrali è ormai entrata nel vivo anche a Piazza Affari, dove dall'inizio di questa settimana diverse società, anche del Ftse Mib, hanno presentato i conti del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell'anno.

Finanziari: occhi puntati sui conti di Azimut e FinecoBank

Nel settore finanziario ieri è stata la volta di un bancario, Unicredit, ma si guarda anche ai protagonisti del risparmio gestito.

Oggi dovrà rispondere all'appello Banca Generali, mentre domani sarà la volta di Azimut e martedì prossimo i riflettori saranno puntati su FinecoBank.

E' proprio su questi ultimi due titoli che andremo a concentrare l'attenzione per vedere cosa si aspetta il mercato dai conti e su quale dei due è preferibile puntare.

Azimut

Come detto poc'anzi, tra i due protagonisti del risparmio gestito, sarà Azimut a svelare per primo i numeri del secondo trimestre.

Con riferimento al periodo in questione, gli analisti di Equita SIM si aspettano un utile netto in calo del 31% a 90 milioni di euro, a fronte di un utile operativo in rialzo del 3% a 119 milioni.

Per i ricavi le stime parlano di un dato pari a 320 milioni di euro, in crescita del 9%, mentre i costi operativi sono visti in salita del 14% a 198 milioni.

Già nei giorni scorsi la SIM milanese ha deciso di mettere mano alle stime di utile, tagliandole del 4% per il 2022 a 372 milioni di euro, del 3% per il 2023 a 388 milioni, mentre le ha lasciate invariate per il 2024 a 412 milioni.

Gli analisti mantengono una view cauta su Azimut, con una raccomandazione "hold" e un prezzo obiettivo ridotto a 24,4 a 22,2 euro, valore che implica un potenziale di upside di circa il 38% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.

Cauti anche i colleghi di Mediobanca Securities che sul titolo hanno un rating "neutral", con un target price rivisto da 20 a 19 euro.

Dal secondo trimestre di Azimut gli analisti si aspettano un utile netto in calo del 30%, a fronte di un utile operativo in rialzo dell'1%, mentre le commissioni di gestione lorde dovrebbero salire del 20%.

Infine, non si sbilancia UBS che in attesa dei conti ribadisce la raccomandazione "neutral" su Azimut, con un fair value a 21 euro.

FinecoBank

Anche per FinecoBank si registrano diversi giudizi improntati alla cautela, ma non manca qualche analista che guarda con ottimismo al titolo.

E' il caso di Equita SIM che invita ad acquistare, con un prezzo obiettivo ritoccato verso il basso da 16,4 a 15,6 euro, con un margine di potenziale rialzo di circa il 38% rispetto ai prezzi attuali di Borsa.

Per il secondo trimestre di FinecoBank, gli analisti vedono un utile netto in calo del 30% a 86 milioni di euro, mentre l'utile operativo dovrebbe scendere del 5% a 127 milioni.

I ricavi totali sono attesi flat a 195 milioni di euro e le commissioni nette in rialzo del 3% a 109 milioni di euro, mentre i costi totali dovrebbero riportare un incremento del 9% a 68 milioni.

Come nel caso di Azimut, anche per FinecoBank sono state riviste le stime di utile netto, ad eccezione di quest'anno con una previsione invariata a 379 milioni di euro, mentre per il 2023 e il 2024 sono state alzate rispettivamente del 4% e del 3% a 435 e 479 milioni di euro.

A puntare sul titolo è anche Banca Akros che ha una raccomandazione "buy", con un target price modificato da 15,5 a 15 euro.

Gli analisti ritengono che Finecobank offra un buon punto di ingresso sui livelli attuali, stimando per il secondo trimestre un utile netto adjusted in calo da 90 a 83 milioni di euro, mentre le commissioni nette dovrebbero riportare un rialzo del 5% a 112 milioni di euro.

Cauta la view di Mediobanca Securities che su FinecoBank ha un rating "neutral", con un fair value alzato da 12,5 a 13,5 euro.

Dal secondo trimestre del gruppo gli analisti si aspettano utili operativi in calo del 5% a 126,6 milioni di euro, mentre i ricavi sono attesi stabili e le commissioni nette dovrebbero salire del 6%.