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Criptovalute, la SEC incrimina Genesis e intanto il caso BSV va avanti

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Bitcoin e mondo cripto in parziale recupero in queste sedute, ma intanto il mondo degli asset digitali non risparmia novità agli appassionati e agli spassionati. Intanto tre big istituzionali britannici fanno causa a Binance & Co per 9,9 miliardi di sterline. Altrove ci sono sanzioni e bancarotte e liquidazioni di criptoasset che rischiano di scuotere il mercato

Criptovalute, la SEC incrimina Genesis e intanto il caso BSV va avanti

Continua la pulizia nel mondo delle criptovalute, anche se per altri è invece l’inizio della fine dopo la Lehman Brothers del fallimento di FTX. In queste ore il Bitcoin guadagna il 3,96% e si riporta a 17.533 euro, mentre l’Ethereum recupera lo 0,41% portandosi a 1.304 euro.

La capitalizzazione delle due massime cripto giunge così a 337,9 miliardi e quella di Ethereum a 159,7 miliardi. Recuperi assolutamente parziali dai crolli degli ultimi mesi, il bitcoin quotava oltre i 47 mila e quattrocento euro appena lo scorso novembre 2021 ed Ethereum valeva poco meno di 3.800 euro nello stesso periodo.

FTX, to be continued...

Due giorni fa il Wall Street Journal riportava le dichiarazioni della FTX di Sam Bankman-Fried: abbiamo allocato più di 5 miliardi di dollari cassa e altre liquidità e speriamo di vendere altri investimenti del valore di oltre 4,6 miliardi.

Ma intanto Reuters, Associated Press, Bloomberg, CNBC, Dow Jones editore del Wall Street Journal, the Financial Times, Insider, The Washington Post e The New York Times chiedono senza successo i nomi di chi ha aiutato Bankman-Fried nella garanzia di bond per 250 milioni di dollari. Come a dire la nebbia è ancora molto fitta.

Più che una Genesis sembra una fine

L’ultima novità “regolamentare” è stata la decisione ieri della SEC, la Consob Usa, di incriminare la Genesis Global Capital e la Gemini Trust Company per offerta non registrata e vendita di titoli al pubblico retail tramite il programma di prestito di asset cripto Gemini Earn.

La nota dell’Authority USA afferma che Genesis e Gemini hanno raccolto miliardi di dollari in cripto asset da centinaia di migliaia di investitori, ma che in questo processo ha violato la legge. Le condotte sotto accusa sarebbero quella di aver proposto tramite il programma Gemini Earn degli interessi in cambio di un prestito dei cripto asset degli investitori con commissioni fino al 4,29% dai ritorni all’investitori.

Secondo le accuse, però, dal novembre 2022, Genesis avrebbe annunciato il divieto agli investitori di ritirare i propri asset crypto da Gemini Earn poiché Genesis mancava di liquidità sufficiente a coprire le posizioni in uscita moltiplicatesi con la volatilità di questa classe di investimento in quel periodo (quello del terremo FTX appunto).

Allora Genesis deteneva circa 900 milioni di dollari di asset di circa 340 mila investitori, all’inizio di questo mese però Gemini ha terminato il programma Gemini Earn, ma ancora gli investitori non potrebbero ritirare i propri asset. La SEC denuncia in tutta la vicenda la carenza dell’informativa adeguata a dotare gli investitori degli strumenti per valutare correttamente il proprio investimento.

L’accusa formalmente contesta le fattispecie delle sezioni 5(a) e 5(c) del Securities Act del 1933, rispettivamente “Vendita o consegna post vendita di titoli non registrati” e “Obbligatorietà di compilazione di un modulo di registrazione”. Va chiarito che la registrazione richiesta riguarderebbe secondo la SEC proprio il programma Gemini Earn con le sue caratteristiche non ovviamente le cripto valute che gestisce.

La comunicazione della SEC è del 7 gennaio scorso, ma già due giorni prima, secondo Reuters, Genesis aveva tagliato circa il 30% del personale nel secondo giro di licenziamenti in meno di 6 mesi, non proprio un segnale incoraggiante in un contesto che, sempre secondo rumors, aveva da poco visto un’altra banca specializzata nei cripto asset, Silvergate Capital Corp, tagliare circa il 40% degli headcount.

Il caso BSV contro Binance e Kraken (fra gli altri): in gioco 9,9 miliardi di sterline

Vecchie e nuove battaglie intanto si rinnovano. Una chiama in causa alcuni dei maggiori mercati di criptovalute esistenti: Binance, Kraken, Bittycious e ShapeShift.

Si tratta di una class action patrocinata nientepopodimeno che dall’ex lord cancelliere (ossia sommariamente il ministro della giustizia britannica) Robert Buckland, da Lord David Currie of Marylebone, ex presidente dell’Antitrust britannica (la CMA) e da Andrew Tyrie, anche lui presidente dell’Antitrust UK fino a delle brusche dimissioni nel 2020 a seguito di una rottura con gli altri colleghi del board.

Numeri uno della concorrenza e delle istituzioni britanniche hanno deciso di difendere i consumatori britannici che hanno subito perdite sulla criptovaluta BSV, tutti i sudditi della Corona che possedevano BSV all’11 aprile 2019, il giorno prima che il fondatore e CEO di Binance Changpeng Zhao twittasse: “Craig Wright is not Satoshi. Anymore of this sh!t, we delist!”.

Chi è Craig Wright? Un informatico australiano che dopo alcuni sospetti e ipotesi circolati sui media internazionali nel 2016 ha affermato di essere il celebre Satoshi Nakamoto il misterioso fondatore del Bitcoin mai identificato. Questa identità, va specificato, non è mai stata legalmente dimostrata o smentita, anche se sussistono parecchi dubbi.

Il fatto è che nel frattempo un altro personaggio ancora più controverso, ossia il miliardario Calvin Ayre, aveva incontrato il nostro Wright e aveva deciso di entrare nel mondo delle criptovalute dove avrebbe investito parte delle risorse ottenute con il sito di scommesse online Bodog che lo aveva arricchito ma lo aveva portato anche a una condanna non detentiva negli Stati Uniti (unsupervised probation) e a una sanzione da 500 mila dollari.

Dall’incontro nacque proprio il BSV, ossia Bitcoin Satoshi Vision, che reclamava e reclama il “ritorno alle origini” del vero Satoshi Nakamoto/Craig Wright presunto autore del famoso foglio bianco del 2008, quello che fondò il Bitcoin.

Insomma in definitiva nacque una nuova criptovaluta che però dopo la condanna di Binance fu bandita dai maggiori mercati cripto, da Binance, appunto, a Kraken fino a Bitfinex che l’ha delistata a seguito di alcuni token collegati a FTX e alla bancarotta di un altro gruppo di questo mondo finito in bancarotta, ossia Celsius.

Il petitum, direbbe ancora qualche avvocato, ossia il valore massimo della causa potrebbe raggiungere i 9,9 miliardi di sterline, ma il CASE NO. 1523/7/7/22 è ancora agli inizi.

Nel frattempo le bancarotte nel mondo delle criptovalute si moltiplicano. Stabilire se sia solo una salutare pulizia in un nuovo protagonista della finanza mondiale o la tappa di un percorso dall’esito infausto per questo strano nuovo tipo di attività tutte digitali è davvero difficile. Di certo molti investitori si sono scottati e la distanza dalle regole tradizionali e dai controlli della finanza centralizzata si fanno sempre più difficili. D’altronde per un mondo che oltre a tanti appassionati ospita tanti criminali alla ricerca di comodo sistema di riciclaggio è forse difficile entrare in sintonia con quei sistemi di regole che impongono anche dei controlli.

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