Gentili Mosconi, cresceremo ancora grazie alla nostra identità

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Francesco Gentili ci racconta la storia della società comasca specializzata nei tessuti e negli accessori per l’alta moda, i primi passi, le integrazioni, la quotazione e il futuro prossimo all’insegna della quotazione

Gentili Mosconi, cresceremo ancora grazie alla nostra identità

“Quest’anno Gentili Mosconi ha compiuto 35 anni, ma quando la fondammo nel 1988 con Patrizia Mosconi, avevamo 23 anni e il sogno di fare le migliori sciarpe e cravatte del mondo. Io avevo già un’esperienza commerciale nel settore e Patrizia veniva da una famiglia di setaioli del comasco. Con entusiasmo e fatica abbiamo portato la società ai traguardi di oggi, alla quotazione, al fatturato da oltre 53 milioni nel 2022.

Alcune tappe della nostra storia hanno però definito il nostro sviluppo, come quando nel 1990 ci siamo trasferiti a Casnate con Bernate perché avevamo di bisogno di nuovi spazi. Questa scelta in seguito ci ha premiato, perché ha reso più semplici gli ulteriori ampliamenti del gruppo”.

Francesco Gentili, presidente, amministratore delegato e azionista di Gentili Mosconi, ha guidato la società in questi anni con il riferimento costante di alcuni valori chiave, dalla qualità e distinzione del prodotto, alla continua riscoperta del territorio comasco e delle sue tradizioni in chiave identitaria. Un quid di storia in più che spesso ha fatto la differenza e difeso le attività del gruppo per l’alta moda dalle tempeste del Covid, della guerra, dei rincari delle materie prime e dell’energia.

“Alla fine degli anni ’90 abbiamo allargato il perimetro delle attività: ai foulard, sciarpe, accessori abbiamo aggiunto i tessuti per l’abbigliamento delle grandi case di moda. È stata un’evoluzione naturale. I clienti ci chiedevano i nostri tessuti e le nostre soluzioni anche per i capi d’abbigliamento. All’inizio li mandavamo con i nostri disegni dai migliori stampatori, poi abbiamo iniziato a lavorarci direttamente. Un allargamento importante del business, ma anche la difesa dei nostri livelli di qualità. Nel frattempo le cravatte assumevano un peso minore, così ci siamo specializzati sulla moda femminile.
La medesima logica, su scala minore, è stata seguita con la fondazione di Gentili Mosconi Home nello stesso periodo: ha esteso la nostra proposta di tessuti d’alta gamma agli arredi di interni e yacht esclusivi. E dopo la pandemia l’offerta si è allargata.

Nel tempo alla rimodulazione dell’offerta avete affiancato integrazioni produttive importanti se non sbaglio…

“Sì, altri due step importanti sono stati nel 2012 l’inaugurazione del primo impianto produttivo completamente ecosostenibile (quindi alimentato con geotermia e fotovoltaico) e nel 2015 l’acquisizione della stamperia Emme, società specializzata nella stampa di alta qualità. Sono state due scelte coraggiose.

La prima perché al tempo la sostenibilità era ancora un discorso vago e pioneristico, ma nell’ultimo anno, con il balzo dei prezzi dell’energia, si è rivelata una scelta lungimirante.

L’acquisizione della stamperia Emme è invece avvenuta mentre si diffondevano le stampe a getto d’inchiostro: sembrava cambiare e semplificarsi tutto e noi invece puntavamo su una realtà che raccoglieva un’eredità antica del comasco come l’eccellenza in certe stampe a mano. Aprimmo ovviamente anche una sezione per la stampa a getto, ma difendemmo quel patrimonio unico e ne facemmo un vantaggio competitivo che i grandi clienti hanno saputo apprezzare.

Appena prima della pandemia – nel 2019 –abbiamo aperto uno showroom a New York e quindi attraverso le sfide di quella fase siamo arrivati alla nuova tappa del nostro progetto di crescita, quella della quotazione”.

È di febbraio l’IPO a Piazza Affari. Avete raccolto circa 23 milioni di euro, dei quali circa 15 sono andati direttamente alla società, per il 25,33% del capitale. Come mai questa decisione in un periodo complesso come quello attuale? Come è andata?

“Anche la decisione della quotazione è stata una naturale conseguenza della nostra storia.

Nei decenni abbiamo creato una realtà d’eccellenza nel campo dei tessuti e degli accessori per l’alta moda raccogliendo anche l’eredità di un antico sapere comasco che rischiava di disperdersi. Abbiamo saputo restituire valore a questa tradizione facendola dialogare con il presente.

Non volevo che questo andasse disperso e perciò la società doveva compiere un passo ulteriore in direzione dell’autonomia, aprendosi al mercato.

In passato abbiamo incontrato anche alcuni fondi d’investimento, ma poi abbiamo pensato che la cosa migliore fosse instaurare un dialogo con la comunità finanziaria. Questo ci avrebbe reso anche immagine e autorevolezza.

Con le risorse raccolte, soprattutto, accelereremo i nostri piani di sviluppo, anticipandoli diciamo di una quindicina d’anni, che poi nel nostro territorio industriale sotto pressione potrebbero fare la differenza.

Presto potremo espandere ancora la nostra base produttiva con il nuovo stabilimento da 4 mila metri quadrati, e rafforzare la nostra crescita organica integrando la parte produttiva anche con operazioni di M&A.

L’ambizione è la durata di un’impresa, di un sapere, di un rapporto con la comunità. Affronteremo inoltre con la crescita e la nuova struttura le tematiche del passaggio generazionale”.

Oggi chi è Gentili Mosconi e come si presenta alle prossime sfide?

“Gentili Mosconi è un’eccellenza dei tessuti di alta qualità che sa dialogare con le maggiori case di moda di tutto il mondo.

Abbiamo raccolto grandi competenze del passato comasco testimoniate da un archivio che conta 90 mila disegni su carta, 2.200 su tessuto, oltre 38 mila file digitali, più di 5.000 libri.

Sono capacità che ci distinguono e che ci hanno spesso protetto dalle tempeste dei mercati. Una volta avevo pensato di mostrare ai nostri clienti la qualità del nostro lavoro mostrandogli dal vivo una delle nostre sarte che realizza a mano l’orlo di un foulard: ci vogliono 55 minuti per farlo, e il risultato è un prodotto davvero unico.

Alla fine del 2022 impieghiamo circa 150 persone, abbiamo un quartier generale a Casnate con Bernate, due sedi produttive, tre magazzini.

Abbiamo un mix di ricavi equilibrato tra tessuti e accessori, la seta della tradizione comasca predomina, ma sappiamo lavorare anche molti altri materiali.

Nel 2022 abbiamo registrato un altro anno di grande crescita, nonostante le sfide di un contesto molto incerto. Abbiamo chiuso l’esercizio con un balzo dei ricavi del 32% a 53,1 milioni e utili raddoppiati a 6,8 milioni di euro. La generazione di cassa più che raddoppiata a 9,1 milioni di euro ci ha permesso di abbattere sotto il mezzo milione il nostro debito finanziario netto già prima della quotazione.

Alla base della nostra proposta di valore è però anche la consapevolezza della sostenibilità come guida strategica per il futuro del mondo della moda. Siamo già al terzo bilancio di sostenibilità redatto secondo gli SDG dell’Onu.

Non avremmo alcun obbligo in materia date le nostre dimensioni, ma pensiamo che oggi sia dovere di chi fa impresa dare l’esempio, quindi ci siamo qualificati come Società Benefit e sosteniamo il 70% dei nostri costi operativi con fornitori della provincia di Como, triplicato a oltre 128 mila euro gli investimenti per la comunità e risparmiato soltanto nel 2022 circa 90 tonnellate di CO2 con l’energia rinnovabile autoprodotta. Senza dimenticare le nostre persone, che con le loro competenze e la loro cultura sono alla base del nostro valore”.