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INPS, ok cassa integrazione sopra i 35 gradi: le linee guida

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

INPS consente ai datori di lavoro di richiedere la cassa integrazione per i propri lavoratori quando le temperature superano i 35 gradi. Troppo caldo per lavorare: ecco le linee guida e i mestieri a rischio.

INPS, ok cassa integrazione sopra i 35 gradi: le linee guida

INPS e INAIL hanno dato il via libera alla richiesta della cassa integrazione sopra i 35 gradi, percepiti o effettivi ha poca importanza. Troppo caldo per lavorare, il rischio è quello di sviluppare “patologie da stress termico”: quali sono i mestieri più a rischio?

Con una serie di linee guida, i due enti hanno delineato le situazioni, i lavori e le condizioni climatiche che consentirebbero di richiedere la cassa integrazione oltre i 35 gradi di temperatura. Stop al lavoro se fa troppo caldo, ma non per tutti.

Ecco come funziona la cassa integrazione sopra ai 35 gradi e chi può smettere di lavorare quando fa troppo caldo: linee guida INPS e INAIL.

INPS, cassa integrazione sopra i 35 gradi: come e quando richiederla

L’estate 2022 è una delle più calde degli ultimi anni, anche a causa dei cambiamenti climatici e della scarsità delle piogge: come risolvere la situazione?

Purtroppo, in certi casi le temperature sono troppo calde anche per lavorare: per questo, INPS e INAIL hanno stabilito che il datore di lavoro può richiedere la cassa integrazione oltre i 35 gradi effettivi o percepiti.

Le imprese – scrivono appunto NPS e INAIL in una nota congiunta – potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della cassa Integrazione quando il termometro supera i 35 gradi.

Per richiedere la cassa integrazione ordinaria oltre i 35 gradi, spiega ancora INPS, i datori di lavoro dovranno indicare della causale “eventi meteo”, specificando le giornate e le ore di sospensione o riduzione del lavoro per i dipendenti. Non servirà specificare, invece, la temperatura percepita o effettiva.

La decisione è scattata proprio in seguito a un tragico evento: a causa delle temperature troppo elevate, Luca Cappelli ha perso la vita mentre stava lavorando.

INPS, cassa integrazione sopra i 35 gradi: i lavori a rischio

I datori di lavoro e le imprese potranno richiedere la cassa integrazione a causa delle temperature troppo elevate: sopra i 35 gradi anche percepiti, si può dare lo stop al lavoro.

Ma quali sono i mestieri più a rischio? INPS ha inserito nel decalogo i lavori di asfaltatura delle strade o autostrade (che si effettuano principalmente in estate appunto), ma anche il rifacimento delle facciate degli edifici o la ricostruzione dei tetti, e tutti quei lavori per i quali è necessario indossare delle protezioni per poter rimanere all’aperto ad alte temperature.

Sono poi considerati ad alto rischio tutti i lavori che si svolgono all’aperto, sotto al sole cocente, e tutte le attività lavorative che necessitano l’utilizzo di strumenti o materiali ad elevate temperature.  

Nel valutare la temperatura possono essere considerati anche i gradi percepiti, talvolta più alti rispetto a quelli effettivi.

INAIL, troppo caldo per lavorate: quali sono le patologie

INAIL, invece, ha spiegato quali sono le patologie che i lavoratori potrebbero sviluppare con una lunga esposizione al caldo: oltre ai crampi, ci sono anche le dermatiti da sudore e gli squilibri idrominerali.

In alcuni casi particolarmente gravi, infine, si può arrivare anche al colpo di calore, ovvero quando il corpo umano raggiunge una temperatura superiore a 40 gradi, che può comportare gravi aritmie cardiache.

Nell’ambito del progetto “Woklimate”, INAIL invita tutti i lavoratori a seguire delle semplici regole per salvaguardare la propria salute soprattutto nelle giornate roventi: oltre a vestirsi in modo adeguato ed evitare di lavorare con la pelle scoperta, è importante anche bere un bicchiere di acqua fresca (non fredda) ogni 15 minuti.