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Reazione in forte calo dei mercati dopo le elezioni UE

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
6 min

Nuove elezioni nazionali in Francia a ridosso delle Olimpiadi proiettano incertezza sulla governance europea e sul percorso di elezione della nuova Commissione UE. Sconfitti i governi in Francia, Germania e Francia, le scelte comuni potrebbero diventare ancora più complicate. I mercati vendono azioni, euro e titoli di Stato

Reazione in forte calo dei mercati dopo le elezioni UE

L’Europa si sposta a destra con il risultato delle elezioni europee e i mercati sanzionano con forti vendite sulle azioni e sull’euro il Vecchio Continente. La lettura più diffusa su questa reazione è collegata direttamente all’incertezza che si diffonde sulla tenuta della governance in diversi Paesi a partire dalla Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblee Nationale e quindi nuove elezioni a doppio turno fra il 30 giugno e il 7 luglio 2024.

Risultano però perdenti anche il governo tedesco di Olaf Scholz e quello spagnolo di Pedro Sanchez, mentre vince la sfida delle urne il governo italiano di Giorgia Meloni. Il timore potrebbe essere quindi quello di un’azione europea più divisa e incerta sulle grandi sfide del prossimo futuro.

Elezioni UE, vendite diffuse sui mercati azionari a partire dalla Francia

Il malumore dei mercati sui risultati delle urne, quindi l’incertezza che spaventerebbe gli investitori a caldo dopo il voto del week end traspare su diversi fronti.

Su quello azionario si vedono i forti cali dei listini europei con un epicentro in Francia: il Cac 40 segna un pesante -1,79% che ne fa l’epicentro delle vendite tra le maggiori borse UE.

Male anche il Dax tedesco (-0,7%), l’Ibex 35 (-0,78%) e il Ftse MIB (-0,87%), dove pure la vittoria del governo in carica alle urne non impedisce vendite diffuse.
Peraltro sul listino italiano pesano le performance di Stellantis (-1,51%) ed STM (-1,75%) che sono quotate anche a Parigi.

Elezioni UE, vendite su titoli di Stato, euro e banche

La sfiducia dei mercati sulla coerenza della prossima azione europea appare confermata anche dalle vendite diffuse sui titoli di Stato UE con il rendimento del BTP decennale italiano che segna un rialzo di 8 punti base (4,04%) e quello dell’Oat Francese che cresce di 8 punti base (3,19%). In controtendenza a questa lettura il calo compresso a 3 punti base del Bund tedesco (2,65%).

Movimento importante oggi per l’euro che si deprezza sulle maggiori valute a partire da un pesantissimo -1,41% sul dollaro nella settimana che, dopo il primo taglio della BCE la scorsa settimana, vedrà mercoledì la decisione della FED sui tassi.

Va notato che il comparto bancario in Europa sembra trasmettere le incertezze dei mercati agli altri listini e anche in questo caso spiccano i ribassi francesi di SocGen (-7,4%), BNP Paribas (-4,9%) e Credit Agricole (-4,37%) guidano vendite diffuse tra i bancari europei con un Euro Stoxx Banks in flessione dell’1,97%

Elezioni UE, ma il PPE rimane alla guida, anche se le scelte saranno più difficili

Le coalizioni europee vedono cambiamenti e riconferme importanti al tempo stesso.
Con 185 seggi per il Partito Popolare che propone Ursula von der Leyen, il centro destra UE si conferma la prima forza e guadagna 9 seggi. Forti cali si hanno per i Verdi europei (-20 seggi a quota 52) e per il Renew Europe supportato da Macron (-23 seggi a quota 79). I socialisti europei (S&D) tengono con la perdita di un solo seggio a quota 139. Cresce di ben 4 seggi a quota 73 la coalizione di destra ECR cui appartiene il partito italiano di governo Fratelli d’Italia. Balza di 9 seggi l'altra lista di destra Identità e democrazia, a 58 seggi, che comprende la Lega italiana e l'RN di Marine Le Pen.

La vittoria delle destre era ampiamento prevista nei sondaggi, ma una debacle così diffusa e la reazione forte del presidente francese Macron con la scommessa di un nuovo voto nazionale fra fine mese e inizio luglio hanno comunicato un indebolimento forte dei governi in carica in gran parte d’Europa e quindi di un’azione unitaria.

Sarà inoltre difficile trovare un nuovo equilibrio nella nuova commissione europea.

La spitzenkandidat del Partito Popolare von der Leyen può concorrere a un rinnovo del mandato, ma dovrà trovare un nuovo equilibrio e vede il governo tedesco indebolito dalla debacle dei verdi e dall’ascesa in Patria dell’estrema destra di AFD.

La maggioranza qualificata richiesta al Consiglio Europeo quando vota sulla commissione europea è comunque più complessa perché richiede il 55% degli Stati membri e il 65% della popolazione.

Come ha notato Politico uno schieramento tra Partito Popolare Europeo (184), Socialdemocratici (139) e Renew (80), con 403 voti potrebbe superare la soglia della maggioranza dei 361 voti sui 720 del nuovo parlamento, ma in pratica sarà molto più complicato di così e l'elezione della Commissione potrebbe richiedere parecchi mesi.

Lo spitzenkandidat socialista europeo, il lussemurghese Nicolas Schmit, ha aperto a una “forte cooperazione con tutte le forze democratiche”, che è stata letta come un via libera all’alleanza con il PPE in Europa.

Anche Renew Europe, nonostante il calo, ha ribadito “I risultati mostrano che nessuna maggioranza pro-europea sarà possibile al Parlamento senza di noi”. Le parole sono della vice di questo partito liberale, la bulgara Iskra Mihaylova, altri membri di rilievo del partito Renew sono l’italiano Sandro Gozi, la francese Valerie Haier e la tedesca Marie-Agnes Strack-Zimmermann.

D’altronde questo equilibrio “del passato” è messo in crisi dal ponte diretto gettato dalla premier italiana Giorgia Meloni (FDI) in Europa associata alla lista ECR; dal risultato disastroso ottenuto in Patria dai socialisti del cancelliere Olaf Scholz che con il 14,1% ha perso in patria sul 15,6% dell’estrema destra dell’AFD, dalla sconfitta della lista supportata da Macron contro l’antagonista di Rassemblement National di Jordan Bardella e Marine Le Pen che ha più che doppiato la lista governativa supportata da Macron e ha costretto quest’ultimo a giocarsi il tutto per tutto con nuove elezioni nazionali alla Camera francese.

Già nel 2019 dopo le elezioni europee fu molto difficile per von der Leyen trovare una maggioranza coesa sulla propria Commissione, ma questa volta il dialogo con altri gruppi potrebbe essere indispensabile, non soltanto con l’ECR da 73 seggi che comprende Fratelli d’Italia, ma anche il gruppo Identità e Democrazia che con 58 seggi che comprende Lega e la RN di Le Pen.
Nel 2019 ben 100 membri del Partito Popolare Europeo non hanno votato per la von der Leyen quindi accordi trasversali potrebbero essere ancora più importanti.

Oltretutto dei 27 membri votanti del Consiglio Europeo, che nominerà il presidente della Commissione Europea che dovrà poi ottenere la fiducia dal Parlamento UE con le maggioranze dette, meno della metà sono membri del Partito Popolare cui appartiene la von der Leyen.

I temi economici e geopolitici per l’Europa sono però impellenti. Dalle guerre in Ucraina soprattutto, ma anche a Gaza, alla politica commerciale, con i possibili dazi alle auto elettriche cinesi per fare solo un esempio alle contromosse sulle eventuali politiche commerciali sfavorevoli che potrebbero essere attuate dagli Stati Uniti. Senza considerare che l’incertezza del voto francese a meno di un mese dalle Olimpiadi di Parigi rischia di confondere ulteriormente la partita, come ha evidenziato Barclays.

La chiamata a politiche europee di maggiore integrazione della politica fiscale europea potrebbe essere messa a dura prova dagli spunti “nazionalisti” di diversi vincitori di questa tornata elettorale, così come tensioni potrebbero emergere sull’approvazione del nuovo patto di stabilità.

Di certo il segnale che i mercati inviano dopo gli esiti elettorali europei è di maggiore incertezza.