Big Tech e la sfida dell’AI: tra record di utili e rischio di bolla da investimento
pubblicato:Con Nvidia oltre i 5.000 miliardi di dollari e le “Magnificent Seven” al 38% dello S&P 500, il 2025 segna l’apice del potere tecnologico — e l’inizio di una nuova fase di equilibrio tra entusiasmo e prudenza

La settimana appena conclusa ha mostrato quanto le Big Tech continuino a essere il principale motore — e al tempo stesso il fattore di volatilità — dei mercati azionari globali.
I risultati trimestrali di Meta, Alphabet, Microsoft, Amazon e Apple hanno messo in luce un quadro misto, con forti profitti ma anche segnali di tensione legati all’enorme ondata di investimenti in intelligenza artificiale.
Non tutti i titoli tecnologici si sono mossi nella stessa direzione. Apple scommette sulla nuova generazione di iPhone 17 per rilanciare la domanda e prevede una crescita dei ricavi tra +10% e +12% durante le festività, oltre a un incremento degli investimenti in AI. Microsoft, dal canto suo, ha registrato un impatto contabile di 4,1 miliardi di dollari relativo al suo investimento in OpenAI, in aumento del 490% rispetto all’anno precedente, a conferma del peso crescente dell’intelligenza artificiale nei conti delle big tech.
Parallelamente, emergono segnali di raffreddamento dei consumi tra le fasce più giovani e a reddito medio-basso. Chipotle Mexican Grill, ad esempio, ha subito un calo in Borsa dopo aver segnalato una riduzione della spesa dei clienti più giovani.
A livello macroeconomico, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, ma le parole del presidente Jerome Powell hanno frenato l’entusiasmo degli investitori: Powell ha ammesso che all’interno della banca centrale esistono “forti divergenze di opinione” su come procedere nei prossimi mesi. Il quadro decisionale è reso ancora più complesso da un blackout statistico dovuto alla chiusura temporanea di alcune agenzie federali.
Il voto all’interno del board della Fed è stato 10 a 2: il presidente della Fed di Kansas City, Jeffrey Schmid, ha votato contro il taglio, preferendo mantenere i tassi invariati, mentre Stephen Miran, membro del board, avrebbe voluto un taglio più deciso di mezzo punto percentuale.
Gli economisti avvertono che, una volta ripresa la pubblicazione dei dati sull’occupazione, potremmo scoprire una realtà più debole del previsto sul fronte del mercato del lavoro. Come ha spiegato Luke Tilley, capo economista di Wilmington Trust, “se entriamo in una fase di perdita netta di posti di lavoro, prima o poi l’effetto si farà sentire sull’economia reale e sui mercati azionari”.
Nel complesso, l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale continua a rappresentare il principale driver del rally azionario, ma non mancano i segnali di cautela: tra le grandi aziende che tagliano personale — come Meta, Amazon, UPS, Target e General Motors — e i primi segnali di indebolimento dei consumi, il mercato comincia a chiedersi quanto a lungo potrà durare questa corsa dei titoli tech.
Wall Street e il Nasdaq tra entusiasmo e cautela
Il Nasdaq Composite ha chiuso ottobre con il settimo mese consecutivo di rialzo, la serie più lunga dal 2018, sostenuto dai conti di Amazon, che hanno sorpreso positivamente il mercato. Tuttavia, le sedute precedenti erano state segnate dal crollo di Meta e dal calo di Microsoft, entrambe penalizzate dai piani di spesa più aggressivi del previsto per il 2026.
Meta, in particolare, ha perso oltre 215 miliardi di dollari di capitalizzazione in un solo giorno, evidenziando quanto il sentiment resti fragile anche tra i colossi tecnologici.
La corsa agli investimenti AI
Dai bilanci emerge un chiaro segnale: la spesa in capitale (Capex) legata all’AI sta esplodendo. I quattro grandi — Meta, Alphabet, Amazon e Microsoft — hanno già destinato centinaia di miliardi di dollari a infrastrutture, data center e chip di nuova generazione.
I piani per il 2026 prevedono ulteriori aument: le spese complessive supereranno i 125 miliardi di dollari a trimestre, un livello record nella storia del settore.
Questa intensità d’investimento suscita due letture opposte: da un lato, rappresenta la fiducia in un cambiamento tecnologico epocale; dall’altro, alimenta il timore di una “bolla AI” paragonabile a quella dot-com dei primi anni 2000, se i ritorni economici dovessero tardare.
Profitti in crescita, ma cash flow in calo
A differenza della bolla internet, i giganti di oggi generano utili consistenti. Meta e Alphabet hanno registrato ricavi record, e Amazon ha sorpreso per la solidità del cloud.
Tuttavia, l’ondata di investimenti sta erodendo la liquidità: il flusso di cassa cumulativo a 12 mesi delle cinque Big Tech (Meta, Alphabet, Microsoft, Apple e Amazon) è sceso negli ultimi anni, segnalando che l’AI sta diventando un impegno finanziario sempre più pesante.
Valutazioni record e concentrazione di mercato
Il 2025 si chiude con nuovi traguardi storici: Nvidia ha superato i 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, mentre Apple e Microsoft hanno chiuso per la prima volta sopra i 4.000 miliardi.
Le cosiddette “Magnificent Seven” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta, Nvidia e Tesla) rappresentano ormai circa il 38% dell’intero S&P 500, una concentrazione mai vista prima.
In pratica, i movimenti di pochi titoli possono determinare la direzione dell’intero mercato americano.
Più debito per finanziare la rivoluzione AI
Un altro cambiamento strutturale è nell’indebitamento: le Big Tech, storicamente note per le immense riserve di cassa, stanno oggi aumentando l’uso della leva finanziaria.
Meta ha recentemente emesso 30 miliardi di dollari in bond, seguita da Oracle con 18 miliardi, per finanziare nuovi progetti AI e infrastrutture cloud.
📊 In sintesi
La narrativa dell’AI continua a dominare i mercati, ma la sua sostenibilità resta da verificare.
Da un lato, i profitti e la leadership tecnologica delle Big Tech restano solidi; dall’altro, l’accelerazione degli investimenti, la concentrazione di potere e l’aumento dell’indebitamento sollevano interrogativi sulla durata del rally.
Il 2025 potrebbe dunque essere ricordato come l’anno in cui l’intelligenza artificiale ha ridefinito il mercato — o come quello in cui si è iniziato a capire quanto costosa sarà davvero questa rivoluzione.
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