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Lusso: Barclays si aspetta un buon trimestre per Moncler e Prada

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

Anche l’Asia dovrebbe incoraggiare la crescita del giro d'affari e la Cina resta all'attenzione per tutto il luxury

Lusso: Barclays si aspetta un buon trimestre per Moncler e Prada

Secondo gli analisti di Barclays, il primo trimestre di Moncler è andato molto bene e il gruppo batterà nei tre mesi la concorrenza. Una recente analisi della banca britannica conferma un giudizio overweight sulla casa di Remo Ruffini: sovrappesare in portafoglio nel contesto di un giudizio invece neutrale sul resto del settore a livello europeo.

Il prezzo obiettivo immaginato per Moncler è stato alzato da 60 a 67 euro, un +12% che comunque non mantiene i target troppo lontani dai corsi attuali.

A Piazza Affari infatti l’azione di Moncler passa di mano in queste ore a 65,16 euro (-1,33%) e anzi il quadro tecnico di breve periodo appare incerto, ma va detto che i fondamentali dei colossi del lusso restano all’attenzione dei mercati in questa fase e diverse banche d’affari cercano di capire che aria tira nel comparto. Così i prossimi dati della casa italiana, attesi per il dopo-mercato del prossimo 24 aprile, saranno letti con cura.

Lusso, i fondamentali attesi di Moncler

Barclays stima che nel primo trimestre 2024 le vendite siano cresciute dell’11% a 795 milioni di euro (a cambi costanti) e si attende che il brand Moncler segni un +14% contro il -7% circa stimato per Stone Island. Nella generale dinamica del fatturato gli analisti ipotizzano quindi dinamiche contrastanti come il calo del wholesale (-9%) contro una crescita del 19% del retail. Ma sul fronte del giro d’affari il trimestre dovrebbe mostrare dati generali solidi, specialmente in Asia, dove la Cina dovrebbe regalare soddisfazioni.

Barclays pensa che la marginalità lorda possa crescere leggermente nel 2024, circa 60 punti base fino al 77,7%, sui livelli del 2019 grazie a un buon mix di canale.

L’ebit margin dovrebbe porsi al 30,2% Le prospettive sono di un P/E a 26,6x quest’anno e a 24x nel 2025. Gli analisti percepiscono un buon momento per il brand Moncler e hanno quindi una prospettiva positiva su giro d’affari e marginalità.

Secondo Barclays alla fine di quest’anno i ricavi di Moncler supereranno i 3,22 miliardi di euro, mentre il consensus è per circa 3,19 miliardi di euro (+7,1%). La banca UK ipotizza un utile netto adjusted da 671 milioni di euro nel 2024, il consensus un utile netto da 654 milioni (che comunque implicherebbe un rialzo del 20,4%).

Lusso, anche su Prada prospettive positive

È interessante notare che in una parallela analisi su Prada, Barclays svolge considerazioni simili: in questo caso i dati sulle vendite andranno sul mercato il prossimo 24 aprile e Barclays ha già confermato un overweight con prezzo obiettivo alzato a 64 dollari di Hong Kong.

Anche la casa guidata dall’amministratore delegato Andrea Guerra dovrebbe essersi avvantaggiata nel primo trimestre di quest’anno di una crescita a doppia cifra: un +13% a cambi costanti a quota 1,141 miliardi di euro. Motore delle vendite anche in questo caso un +18% in Asia Pacifico e un +30% in Giappone.

Lusso, l'incognita cinese

La Cina, osservato speciale per il consumo dei beni di lusso, secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe crescere quest’anno del 4,6% contro il 5,2% dell’anno scorso e il 3% del 2022. Sono dati in rallentamento, soprattutto se si considera che per il 2025 la crescita è attesa in ulteriore rallentamento al 4,1%

Ma la visione del Partito Comunista al governo è diversa e ipotizza una crescita intorno al 5% anche quest’anno. Tuttavia, come noto, gli analisti internazionali (soprattutto occidentali) hanno molti dubbi sulla coerenza dei dati macroeconomici governativi cinesi. Per esempio una ricerca del Rhodium Group sulla crescita del 5,2% della Repubblica Popolare l’anno scorso mette in evidenza un implicito balzo a due cifre dei consumi, che però contrasterebbe con il calo delle vendite online di Alibaba, con la crescita dei depositi delle famiglie e con la pressione economica sui governi locali. Non si sa bene quanto possa pesare la propaganda di Xi Jinping sulle indicazioni fornite, né dove cominci quella statunitense in direzione opposta. Di certo l’enorme crisi immobiliare e altri fattori hanno dato del filo da torcere a Beijing e uno dei fattori indiretti per saggiarne la solidità economica sono proprio le indicazioni che giungono dai bilanci delle società che vendono anche in Cina, come appunto anche Moncler e Praga.

Il lusso ha spesso dinamiche proprie, anche nelle fasi di crisi, ma di certo è anche un importante termometro della situazione.

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