Nasdaq 100: il test della media a 10 settimane conferma la natura correttiva del ribasso
pubblicato:Nasdaq100: solo una violazione decisa di area 24.500 aprirebbe uno scenario più complesso e potenzialmente ribassista

Buy the Dip: il rally che non vuole morire (ma scricchiola)
Venerdì si è chiusa un’altra settimana di forte volatilità sui mercati USA, salvata – ancora una volta – da quella categoria di investitori che da mesi alimenta uno dei rally più sorprendenti degli ultimi anni: i “buy-the-dip” traders, pronti a intervenire ogni volta che gli indici cedono terreno.
È sostenibile?
Gli strategist più prudenti avvertono:
A un certo punto, i compratori sulla debolezza smetteranno di tornare. Non si sa ovviamente se questo momento e già arrivato, ma arriverà, fa parte della fisiologica alternanza di avanzate e ritirate.
La settimana si è chiusa così:
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S&P 500: +0,1%
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Nasdaq: –0,5%
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Dow: +0,3%
Un equilibrio precario, salvato da un rimbalzo tecnico in extremis.
Il grande rimbalzo del venerdì
La seduta di venerdì è iniziata con un tono decisamente negativo:
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Nasdaq 100: –1,9% intraday, poi rimonta e chiude +0,1%
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S&P 500: recupero quasi totale, chiusura solo –0,1%
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Dow Jones: –0,7%, zavorrato dai bancari e dai difensivi
Si è trattato della migliore rimonta intraday del Nasdaq dal caos dei dazi di aprile, un dato che la dice lunga sulla forza dei compratori in debolezza.
Il rimbalzo non è stato casuale: i titoli simbolo dell’AI – Nvidia, Oracle, Microsoft – hanno raggiunto livelli considerati “appetibili”, facendo scattare gli acquisti automatici di chi cerca opportunità nei mini-crash.
Nasdaq 100 – Il quadro settimanale resta costruttivo, nonostante la correzione
Osservando il grafico settimanale del Nasdaq 100, emerge un elemento tecnico che continua a ripetersi come un metronomo del trend: la media mobile esponenziale a 10 settimane, che da mesi svolge il ruolo di vero baricentro della struttura rialzista.
Anche questa settimana i prezzi sono scesi a testarla… e ancora una volta sono stati respinti al rialzo.
Un comportamento che, nella sua semplicità, racconta molto:
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il mercato continua a rispettare la sua dinamica rialzista di medio periodo;
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le pressioni ribassiste, pur presenti, non sono riuscite (finora) a produrre una rottura strutturale.
Un ritracciamento, non un’inversione
Il calo dai massimi di fine ottobre (26182 punti) mantiene, allo stato attuale, tutte le caratteristiche di una correzione fisiologica all’interno di un trend ancora ben impostato:
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non c’è accelerazione al ribasso,
- •
non ci sono divergenze particolarmente significative,
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e soprattutto non c’è stato il cedimento di livelli tecnici davvero critici.
Finché i prezzi continueranno a trovare supporto sulla media esponenziale a 10 settimane, il mercato potrà ancora tentare nuove estensioni al rialzo una volta riassorbita la volatilità di breve.
Il livello che cambia lo scenario
La soglia da monitorare con estrema attenzione è area 24.500 punti.
Sotto questo livello:
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verrebbe meno la difesa della 10-week EMA,
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il ritmo del trend rialzista si indebolirebbe sensibilmente,
- •
e la struttura grafica inizierebbe a configurare qualcosa di più complesso di una semplice pausa.
Sopra 24.500, invece, ogni consolidamento può essere letto come un “respiro” del mercato prima di valutare nuovi tentativi verso i massimi.
Un mercato fragile: valutazioni tech e Fed spaccata
Il rally del pomeriggio nasconde però un quadro delicato.
1️⃣ Il tema valutazioni
L’AI sta vivendo una fase di euforia simile (ma non identica) alla bolla Dot-Com:
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spesa record per data center, chip, infrastrutture
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multipli tirati
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capitalizzazione sempre più concentrata su pochi titoli
Oracle, CoreWeave e altri player collegati all’ecosistema OpenAI sono scesi pesantemente in settimana, segnale che il mercato sta iniziando a scremare.
2️⃣ La Federal Reserve è spaccata
È il punto più importante.
Per la prima volta in quasi 8 anni di gestione Powell, il board è diviso in due visioni opposte:
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Falchi: inflazione ancora troppo alta, pericolo di nuovo surriscaldamento
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Colombe: rallentamento del mercato del lavoro, rischio recessione
Una spaccatura che rende incerto il percorso dei tassi.
Un mese fa i mercati davano 94% di probabilità a un taglio a dicembre.
Oggi siamo a un coin flip: 50%.
E alcuni commenti duri dei governatori (Schmid, Hammack, Kashkari) hanno aumentato l’incertezza.
Gli americani sono più investiti in borsa che mai
Un aspetto strutturale che spiega la resilienza:
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La quota di azioni nel patrimonio finanziario delle famiglie USA è a 36%, massimo dagli anni ’50
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537.000 americani hanno oggi 401(k) da un milione di dollari
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chi ha comprato e mantenuto negli ultimi anni ha visto il proprio patrimonio impennarsi
Questo genera un effetto psicologico rilevante:
➡️ più la borsa sale, più gli investitori si sentono sicuri
➡️ più si sentono sicuri, più comprano ogni ribasso
Un ciclo autoalimentato che però – come avverte qualcuno – “non durerà per sempre”.
Cosa guardare ora
- 1.
Earnings Nvidia – vero barometro dell’AI trade
- 2.
Job Report del 20 novembre – chiave per la Fed
- 3.
Inflazione di ottobre – arriverà arretrata ma molto osservata
- 4.
Interventi dei membri Fed – la spaccatura interna potrebbe aumentare la volatilità
📊 In sintesi
Il Nasdaq 100 rimane in una fase correttiva ma non ha ancora compromesso il quadro rialzista di fondo. La difesa della media mobile a 10 settimane è un segnale importante, che mantiene aperta la possibilità di un nuovo impulso verso l’alto, purché i prezzi restino saldamente sopra 24.500.
Il trend, insomma, non è rotto. È solo sotto osservazione.
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