Il nucleare torna di moda: ETF ed azioni per investire

La crisi energetica degli ultimi mesi costringe a riconsiderare l’energia nucleare come fonte alternativa ai combustibili fossili. Ecco perché gli investitori guardano sempre più con interesse ad azioni ed ETF del comparto.

Autosufficienza energetica nel 2070

L’autosufficienza energetica non è una chimera ma ci vorranno ancora oltre cinquant’anni per raggiungerla. Il professor Piero Martin ritiene fondamentale un’alleanza tra scienza e società: “la ricerca pubblica sta facendo grossi sforzi, dentro Iter (il primo grande reattore a fusione in costruzione in Francia) lavorano molto Paesi: l'Europa, l'India, la Cina, il Giappone e anche la Russia e l'America. Ma nel mondo c'è anche un forte investimento privato”.

Martin è professore di Fisica sperimentale al dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova e ricercatore sulla fusione termonucleare nei laboratori per il progetto italiano Dtt (Divertor Tokamak Test facility).

Secondo un’analisi Elsevier la ricerca italiana sull'energia nucleare è fra le prime in Europa con una qualità degli studi ricerca superiore a Paesi con una consolidata tradizione nell'energia atomica. Tuttavia siamo in coda nella registrazione di brevetti.

La ricerca italiana sull'energia nucleare è fra le prime in Europa, con Francia e Germania, e settima mondo per qualità e numero di citazioni, ma è il fanalino di coda in fatto di brevetti. Prima in classifica la Cina, con 14mila brevetti, seguita da Giappone (5mila) e Corea del Sud (4mila).

Come funziona l’energia nucleare

Per produrre energia nucleare si utilizza l’Uranio, o meglio, gli atomi di Uranio. Esistono due tecniche per trasformare energia atomica in energia elettrica:  

• la prima è la fissione nucleare, dove i nuclei degli atomi di uranio sono bombardati da un fascio di neutroni ad alta energia, spezzandoli in due nuclei più piccoli e producendo calore (utilizzato per scaldare l’acqua e creare vapore, poi utilizzato per generare elettricità) e altri neutroni che a loro volta dividono altri atomi di uranio, in un meccanismo a catena;

• la seconda è la fusione nucleare, ancora in fase di sperimentazione, che limita la produzione di radioattività e di scorie.

In ogni caso la materia prima da monitorare nei prossimi anni è proprio l’Uranio.

Investire nell’Uranio

Gli investitori che puntano sull’energia nucleare e che vogliono investire sull’Uranio hanno a disposizione diversi strumenti.

Il modo più semplice e meno rischioso è quello di acquistare ETF che replicano il valore della materia prima o un paniere di azioni quotate in borsa che operano nel settore.

Ecco alcuni ETF da monitorare:

Global X Uranium ETF (URA), lanciato nel 2010. Replica l’indice Solactive Global Uranium ponderato in base alla capitalizzazione di mercato, composto dalle società più grandi e più ampiamente negoziate che operano nel settore dell'estrazione e raffinazione dell'uranio, comprese le società di attrezzature minerarie.

VanEck Uranium+Nuclear Energy ETF (NLR), lanciato nel 2007. Replica l'indice MVIS Global Uranium & Nuclear Energy Index ponderato in base al mercato, che è stato progettato per riflettere le prestazioni complessive del mercato delle società nel settore dell'energia nucleare e delle miniere di uranio.

Per investire direttamente sulle società più promettenti a livello globale:

Cameco Corporation (NYSE: CCJ): società canadese fondata nel 1988 che produce e vende uranio.

Ur-Energy Inc. (NYSE: URG): società con sede in Colorado fondata nel 2004 che si occupa di estrazione, recupero e lavorazione dell’uranio.

NexGen Energy Ltd. (NYSE: NXE): fondata in Canada nel 2011.

Rio Tinto Group (NYSE: RIO): storica società mineraria londinese, fondata nel 1873, e leader nell’estrazione di altri minerali come ferro, rame, oro e diamanti, oltre all’uranio.

BHP Group (NYSE: BHP): società fondata nel 1885 in Australia per l’estrazione di molte materie prime.