Nvidia, dati oltre le attese, ma l’impatto dei dazi si vede

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Acquisti sui semiconduttori, ma il colosso dei chip per l’intelligenza artificiale subisce impatti miliardari dai vincoli alle vendite in Cina. Secondo il CEO Huang, rischiano di essere un boomerang per la tecnologia USA

Nvidia, dati oltre le attese, ma l’impatto dei dazi si vede

In pre-market il titolo del gigante globale dei chip Nvidia segna un rally del 6,13% a 143,08 dollari. Cifre che diventano impressionanti se si considera che già il colosso dei microprocessori per l'intelligenza artificiale vanta una capitalizzazione che sfiora i 3,3 trilioni di dollari.

Lo stop della Corte Usa a buona parte dei dazi dell’Amministrazione Trump incoraggia un po’ tutti i mercati, ma senza dubbio per la società fondata e guidata da Jensen Huang il carburante dei rialzi è da individuare nelle indicazioni della trimestrale pubblicata a mercato chiuso. 

Nvidia, un'altra trimestrale oltre le attese

Di primo acchito i numeri sono, come al solito, impressionanti: i ricavi sono balzati del 69% a oltre 44 miliardi di dollari e hanno quindi battuto nettamente i 43,3 miliardi di dollari del consensus raccolto da Factset.

Il balzo dell’utile netto per azione rettificato (eps adjusted) è stato da 0,61 a 0,81 dollari, che diventano 0,96 dollari se si escludono gli impatti della guerra dei dazi sulle vendite di chip H20. Le attese erano per 93 centesimi, quindi il dato è oltre il consensus LSEG riportato, tra gli altri, dalla CNBC.
I dati sono quelli dei tre mesi finiti il 27 aprile 2025, quindi scontano soltanto in parte il terremoto globale dei dazi, ma già alcuni effetti rilevanti si notano.

Fin dalle prime righe del comunicato sui dati trimestrali, Nvidia precisa di essere stata informata il 9 aprile 2025 dal governo degli Stati Uniti che sarebbe stata necessaria una nuova licenza per esportare i microprocessori H20 in Cina. A causa di questi nuovi parametri il gruppo ha già registrato un onere di 4,5 miliardi di dollari nei tre mesi appena conclusi.

Sono spese collegate all’eccesso di H20 in magazzino e al calo delle vendite successivo: Nvidia ha venduto 4,6 miliardi di dollari di prodotti H20 prima del 9 aprile, ma non ha potuto spedirne altri per 2,5 miliardi di dollari a causa dei nuovi limiti.

Nel primo trimestre il risultato operativo del gruppo è calato del 10% sul trimestre precedente.

Anche sulle previsioni di breve termine di Nvidia si proiettano gli impatti della guerra dei dazi. Il colosso dei microprocessori, alle prese da tempo con limiti sempre più stringenti alla capacità di calcolo che si può vendere alla Repubblica Popolare cinese per via dei timori per la sicurezza nazionale, ha dichiarato che per il secondo trimestre dell’esercizio i ricavi dovrebbero raggiungere i 45 miliardi di dollari (+/- 2%). Meno dei 46,2 miliardi di dollari del panel di 33 analisti consultato da S&P Market Intelligence. Soprattutto peseranno 8 miliardi di ricavi in meno collegati proprio alle nuove autorizzazioni richieste dal governo USA.

Il margine lordo rettificato dovrebbe recuperare terreno al 72% dopo il 61% di questo primo trimestre in forte calo dal 78,9% di un anno fa.

Nvidia dà la carica al settore dei semiconduttori, STM compresa

Ma la reazione dei mercati di queste ore è tutta improntata all’ottimismo, come si vede anche dai forti acquisti sui semiconduttori europei che incassano i segnali positivi della sentenza Usa contro i dazi e quelli dei risultati di Nvidia. STMicroelectronics in queste ore guadagna il 2,93%, ASML segna un rialzo del 2,32% e Infineon guadagna il 2,67%

Di Nvidia viene comunque premiata la solidità del business prevalente del gruppo.
“Il nostro supercomputer per l’AI Blackwell NVL72 – una “macchina pensante” progettata per ragionare – è ora in piena produzione per i fornitori di sistemi e di servizi di cloud”, ha dichiarato il CEO Jensen Huang.

Nvidia, il business resta solido, ma il gruppo critica l'approccio Usa

Nel primo trimestre la domanda dei data center si è confermato molto solida con un balzo dei ricavi relativi del 73% anno su anno a 39,1 miliardi di dollari. Anche rispetto al trimestre precedente l’aumento è a doppia cifra e raggiunge il 10 per cento. Bene anche il gaming e l’AI per PC (ricavi +42% a/a a $ 3,8 mld) e la grafica professionale ($ 509 mln, +19%), mentre automotive e robotica hanno registrato una crescita del 72% a 567 milioni di ricavi (-1% sul trimestre precedente).

Ma le criticità sulle autorizzazioni per la vendita alla Cina sono balenate in più momenti, non soltanto negli oneri da 4,6 miliardi già archiviati nel trimestre o in quelli da 8 miliardi di dollari previsti per i tre mesi a luglio che passano così sotto il consensus. Huang ha evidenziato il rischio che la tecnologia statunitense venga tagliata fuori da alcuni dei maggiori mercati di semiconduttori del mondo, dalla Repubblica Popolare dove il gruppo Nvidia rischia di perdere un’ampia base di sviluppatori di intelligenza artificiale.

“Il presidente Trump vuole che l’America vinca – ha dichiarato Huang secondo quanto riportato da Reuters -e comprende anche che non siamo l’unico Paese in gara”.  

Il timore è che Nvidia venga tagliata fuori dal mercato cinese, dove si concentra circa la metà dei ricercatori in intelligenza artificiale di tutto il mondo. C’è il rischio che chi si posizioni meglio su quel mercato – e potrebbe essere il produttore cinese di microprocessori SMIC che i freni Usa non sono riusciti a rallentare - possa diventare di conseguenza un leader globale e c’è il rischio, sempre secondo Huang, che difendere i produttori di circuiti cinesi dalla concorrenza Usa li rafforzi all’estero.

Per ora insomma il mercato festeggia, la domanda di generazione di token per l’intelligenza artificiale è comunque cresciuta di 10 volte in un anno, gli agenti AI si moltiplicano, così come la domanda di AI computing.
Ma i rischi della politica internazionale rischiano di avere un impatto importante sul settore.

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