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Eni accelera con i prezzi del petrolio

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

Acquisti sul settore oil con la crisi in Medioriente, ma per ora i livelli sembrano sotto controllo. La tensione sale e il quadro si fa sempre più incerto, salta il meeting di Biden in Giordania, il presidente USA a Tel Aviv

Eni accelera con i prezzi del petrolio

Prezzi del petrolio in ascesa con le crescenti tensioni in Medioriente dopo l’esplosione all’ospedale di Gaza. I mercati seguono con nervosismo l’evolversi della crisi e valutano il rischio di un’escalation del conflitto a livello regionale.

Il future sul Brent segna un rialzo del 2,73% a 92,35 dollari al barile e torna sui livelli di fine settembre, mentre il derivato sul WTI passa di mano a 89,13 dollari al barile (+2,98%). In entrambi i casi la reazione dei corsi appare comunque – per il momento – sotto controllo.

Petrolio, la reazione alla crisi di Gaza

Ne approfitta comunque il comparto petrolifero con l’Euro Stoxx Oil & Gas che segna un rialzo dello 0,61%

Eni accumula un +0,55% a 15,62 euro dopo un allungo a 15,748 su livelli che non vedeva dall’aprile 2019. Totalenergies guadagna lo 0,73%, la spagnola Repsol l’1,27%

A Piazza Affari Saipem fa un balzo del 4,03%, Tenaris cede lo 0,03%, Saras lo 0,68% Il settore energetico italiano appare comunque contrastato: Italgas cede l’1,43%, Erg, tra le utility, guadagna l’1,38%.

Le performance sono anche influenzate da una serie di revisioni degli analisti: JP Morgan ha alzato il target price di Saipem da 2,75 a 3 euro e Citigroup ha alzato il prezzo obiettivo di Totalenergies da 60 a 61 euro.

Petrolio, il caso Eni

Nell’ambito del buyback in corso (è la seconda tranche avviata il 4 settembre scorso), Eni ha comunicato di avere accumulato il 3,41% del capitale proprio.

La società guidata dall’amministratore delegato Claudio Descalzi prosegue intanto nel percorso di trasformazione industriale che accompagnerà la transizione energetica. Oggi la controllata della chimica di Eni, Versalis, ha completato l’acquisizione del 64% di Novamont da Mater-Bi: si tratta di un protagonista mondiale delle bioplastiche e della biochimica con 650 dipendenti e circa 1.500 brevetti o domande di brevetto.

Ieri Eni inoltre ha comunicato un accordo di principio nel Regno Unito su HyNet North West, un importante progetto sulla cattura di anidride carbonica (CCS) che rappresenta il primo business regolato al mondo del settore. Il bacino di riferimento sarà il Nord Ovest dell’Inghilterra e il Galles del Nord, ma il progetto ha soprattutto un valore strategico per il ruolo che le tecnologie di cattura delle emissioni di CO2 potranno giocare nel futuro della transizione energetica.

Il driver dei prezzi di Eni rimane comunque il petrolio oggi, anche se serviranno ulteriori conferme dopo il ritorno temporaneo stamane su livelli che non si vedevano dal 2019.

Diversi osservatori segnalano sul titolo e sul settore oil l’alleggerimento dei multipli negli ultimi tempi. Il P/E di Eni al netto delle componenti straordinarie a 3,9x appare abbastanza limitato, ma la volatilità del settore e dei prezzi del greggio sono una componente di rischio notevole.

Petrolio, la situazione in Medioriente

Dopo la distruzione dell’ospedale di Gaza Al-Ahli Arab, la morte di almeno 500 civili, sono fioccate le richieste di accertamento dei fatti, le accuse, le proteste. Israele è stato il primo indiziato per la tragedia, ma Tel Aviv ha smentito e accusato il movimento per il Jihad Islamico di Palestina, un gruppo militante che avrebbe lanciato dei missili in quelle ore da una zona vicina all’ospedale.

Il primo risultato diplomatico è stato l’annullamento del previsto meeting a 4 in Giordania, con il presidente Usa Joe Biden, il re Abdullah II bin Al-Hussein, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen.

Biden, giunto a Tel Aviv, ha poi appoggiato la tesi israeliana di una responsabilità terza per l’orrenda tragedia, sostenendo comunque la necessità di un accertamento dei fatti.

Anche l’Alto Rappresentante UE Josep Borrell ha ammesso che servono ulteriori conferme sull’identità di chi ha bombardato. In Francia e in Belgio si sono verificate diverse evacuazione a seguito di un allarme bomba.

Nel mondo musulmano si moltiplicano le proteste. La situazione presenta quindi rischi crescenti.

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