Piazza Affari, oggi sul Ftse MIB influiscono anche due maxi-cedole e un debutto

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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I due big Eni ed Stmicroelectronics staccano un dividendo, Lottomatica in rally al debutto sul listino principale

Piazza Affari, oggi sul Ftse MIB influiscono anche due maxi-cedole e un debutto

Avvio di ottava debole per il Ftse MIB italiano, il listino principale di Milano subisce la cattiva intonazione generale dei mercati europei, ma è influenzato anche da fattori straordinari come lo stacco delle due maxi-cedole di Eni ed STMicroelectronics e il debutto di Lottomatica, che prende il posto di Pirelli (-0,85%) e festeggia nel paniere principale con un rialzo del 3,53%

Eni, da oggi il dividendo trimestrale sale a € 0,26

Sicuramente la cedola di uno dei titoli più importanti di Piazza Affari, Eni, influenza la seduta. L’azione della società del cane a sei zampe guadagna lo 0,51% e si porta a 14,6 euro, dopo lo stacco di un dividendo da € 0,26, che andrà in pagamento ai soci dopodomani.
Il minimo intraday a 14,494 si è spinto anche oltre i 26 centesimi di distanza dalla chiusura di venerdì (€ 14,786) ritestando i supporti di area 14,5 già provati dall’alto senza successo il 5 settembre scorso.

Con la cedola di oggi Eni avvia il pagamento dei dividendi sull’esercizio 2025, che sono stati aumentati del 5% fino a un totale di € 1,05 per azione, suddivisi in quattro tranche trimestrali, delle quali quella odierna è la prima.
In altri termini la cedola intermedia della società guidata dal CEO Claudio Descalzi passa dai 25 centesimi dello scorso maggio ai 26 di oggi.

Soltanto la distribuzione odierna, al netto dei circa 150 milioni di titoli propri in portafoglio, paga agli azionisti quasi 780 milioni di euro, che per le quattro tranche del dividendo significa la restituzione ai soci di quasi 3,12 miliardi di euro.
Se si calcola il peso del dividendo da 1,05 euro sulla chiusura di venerdì scorso, si ottiene un allettante dividend yield del 7,1% Bisogna aggiungere inoltre il buyback 2025 da 1,5 miliardi di euro che a fine luglio risultava impiegato per meno di 300 milioni.
La politica di restituzione di valore di Eni indica la destinazione agli azionisti del 35-40% del CFFO (Cash Flow From Operations) e su questo indicatore di bilancio il gruppo calibra eventuali rafforzamenti dei buyback. Se le performance dovessero battere le attese, Eni calcola di destinare fino al 60% del CFFO aggiuntivo ai riacquisti di titoli propri. Eni è reduce da un rialzo del 2,3% nell’ultimo anno. 

STMicroelectronics, ancora una cedola trimestrale ma servono conferme dal business

Totalmente diverso è il caso di STMicroelectronics, il colosso franco-italiano del chip è infatti reduce da un ribasso del 10% nell’ultimo anno e, dopo un anno 2024 caratterizzato da diversi profit warning ha faticato anche nel 2025 a ritrovare la strada della redditività.
Il gruppo guidato dal CEO Jean-Marc Chery pubblica i bilanci in dollari e paga i dividendi nella stessa valuta. Il dividendo staccato oggi da $ 0,09 è una rata trimestrale del dividendo da $ 0,36 complessivi, approvato dall’assemblea dello scorso 24 maggio (è la seconda distribuzione su questo livello, dopo quella di giugno).

Annualizzando la cedola per calcolarne il rendimento sulla chiusura di venerdì scorso a (€ 23,525), ai cambi attuali, si ottiene un dividend yield dell’1,3% circa, decisamente più limitato di quello di Eni.
Ma per STM, al di là delle questioni sulla governance, il driver dei prezzi rimane affidato a un recupero che appare sempre più rinviato e molto collegato all’incerto andamento dell’automotive europeo e di alcuni beni di consumo internazionali, come gli iPhone della Apple di cui la casa è fornitrice.
Il gruppo STM è comunque in grado di distribuire circa 320 milioni di dollari l’anno in dividendi, anche se i fondamentali soffrono ancora: nel secondo trimestre di quest’anno i ricavi da 2,766 miliardi di dollari crescevano a doppia cifra sul trimestre precedente, ma calavano del 14,4% sul dato di un anno prima ed STM ha chiuso i tre mesi con una perdita netta da 97 milioni di dollari.
Al netto di qualche affondo con la tempesta dei dazi, il titolo della società è tornato sui livelli di un anno fa, ma serviranno decisamente segnali più concreti sul conto economico per ogni valutazione.

Lottomatica, debutto brillante sul Ftse MIB

Il 22 settembre 2025 è invece un debutto per Lottomatica che tratta per la prima volta sul listino principale di Piazza Affari, il Ftse MIB. L’azione della società dei giochi festeggia con un balzo del 4,43% a 23,08 euro che porta la capitalizzazione del gruppo a ridosso dei 5,8 miliardi di euro.

In attesa dei risultati dei primi 9 mesi del 2025 in pubblicazione il prossimo 4 novembre, riguardiamo i numeri della prima metà dell’anno pubblicati a fine luglio.

L’azione è reduce da un rialzo del 90,35% nell’ultimo anno ed è quindi facile aspettarsi cifre importanti che vengono confermate dal parziale del primo semestre: ricavi +21% a 1,128 miliardi di euro nei sei mesi, grazie soprattutto ai business online (463 mln, +37%) e Sports Franchise (279 mln, +31%), la rete fisica di scommesse e giochi con brand come Better, GoldBet, Intralot e Planetwin365, mentre il gaming franchise, la rete delle macchinette AWP e VLT, è cresciuta del 2% a 386 milioni di euro.

L’ebitda adjusted normalizzato di Lottomatica è balzato del 17% a 422 milioni di euro con un margine in crescita al 37,4%.
L’utile netto rettificato è balzato a 179,3 milioni di euro, dai 105 di un anno prima. La società ha confermato la guidance 2025 su ricavi tra 2,32 e 2,37 miliardi e un ebitda adjusted tra 840 e 870 milioni: nel mid-point significa per le due voci un balzo del 17% e del 21% rispettivamente.

I multipli però non sono a sconto, visto che su Reuters leggiamo il calcolo di un P/E ordinario degli ultimi 12 mesi (P/E Excl. Extra Items TTM) di 39,89x.