Per l'economista Cecchetti sarebbe un errore regolare le criptovalute. Darebbe legittimità a un settore che non supporta l'economia e incoraggerebbe le banche ad acquistarle.
In chiusura di un 2022 tutt'altro che positivo per le criptovalute, tra crolli delle valutazioni, scandali e bancarotte, resta sempre d'attualità il tema delle regole per un settore cresciuto senza freni negli ultimi anni.
C'è chi però ritiene che regolare Bitcoin e simili sarebbe un errore. Si tratta di Stephen Cecchetti, economista e docente della Brandeis International Business School, che si è speso non poco sulla questione negli ultimi tempi.
Di recente, nel programma Closing Bell della Cnbc, Cecchetti chiedeva di "non regolamentare le criptovalute" e anzi di lasciarle implodere. L'ex capo del dipartimento monetario ed economico della Bank for International Settlements (Bis), è tornato sul tema in un dibattito organizzato dalla Brookings Institution.
"Credo che l'argomento più forte contro la regolamentazione riguarda il conferimento di legittimità", spiega Cecchetti, che addirittura paragona le criptovalute a un videogioco, secondo quanto riporta MarketWatch.
"World of Warcraft ha 120 milioni di giocatori e ha un'economia al suo interno. Fortunatamente, nessun regolatore ha la responsabilità di supervisionarlo", nota Cecchetti, riferendosi a uno dei videogiochi multiplayer online di massa di maggiore successo.
"Come World of Warcraft, le criptovalute non fanno nulla per supportare l'economia reale, quindi legittimarle significherebbe semplicemente drenare risorse creative dalle attività produttive", sottolinea.
Per l'economista californiano esistono già le leggi e i loro meccanismi di applicazione per affrontare adeguatamente "frode, furto e facilitazione di attività criminali".
"È essenziale che gli inquirenti combattano il comportamento scorretto che per me è la caratteristica distintiva del mondo delle criptovalute", sentenzia Cecchetti.
L'introduzione di norme specifiche "alimenterebbe la migrazione dell'attività finanziaria dalla finanza tradizionale al mondo delle criptovalute meno regolamentato" ma di fatto legittimato.
Il timore espresso da Cecchetti è che la legittimazione delle criptovalute possa incoraggiare le banche ad acquistare criptovalute e a prestarle come garanzia.
"Immaginatevi dove saremmo se gli intermediari avessero detenuto criptovalute nel novembre 2021 prima del crollo delle valutazioni", ha affermato, ipotizzando l'ennesimo ricorso a un salvataggio pubblico.
Cecchetti si riferisce in modo specifico alla realtà Usa, e alla Federal Reserve (Fed), ma il discorso è facilmente trasferibile in tutto il mondo, visto che da anni il tema è discusso dalle autorità di molti Paesi.
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