E se la prossima rotazione settoriale fosse già iniziata?
pubblicato:Dalla Difesa alla Ricostruzione: Buzzi Unicem, Webuild, Cementir e i big globali come Vinci e Holcim tornano protagonisti in un contesto dove la pace diventa motore economico

Rotazione settoriale in vista?
Dalla corsa alla difesa alla ricostruzione post-conflitto: il mercato si prepara a un nuovo ciclo industriale
Dopo mesi in cui i titoli del settore difesa hanno dominato i listini europei, l’attenzione degli investitori sembra ruotare verso un nuovo motore tematico: la ricostruzione di Gaza.
L’accordo tra Israele e Hamas del 10 ottobre 2025 ha innescato un’accelerazione straordinaria: già nel primo weekend di tregua le agenzie multilaterali — ONU, OMS e Banca Mondiale — hanno pubblicato i primi bandi per prefabbricati, apparecchiature mediche e progetti infrastrutturali. Il piano complessivo di ricostruzione, inizialmente stimato in 53 miliardi di dollari, è salito ora a 80 miliardi, pari a quattro volte il PIL combinato di Cisgiordania e Striscia di Gaza.
Opportunità industriali e bandi multilaterali
Le gare più avanzate rientrano nel Procurement Plan 2025–2027 della Banca Mondiale per il progetto West Bank & Gaza Health System Reform (170 milioni di dollari).
La priorità va a:
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riabilitazione di ospedali danneggiati,
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installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di back-up energetico,
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digitalizzazione dei servizi sanitari,
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fornitura di dispositivi diagnostici.
Parallelamente, la Commissione Europea sta varando la EU Gaza Facility, dotata di 1,6 miliardi di euro, che coordinerà la Banca Europea per gli Investimenti e le agenzie di sviluppo nei settori energia, acqua e gestione dei rifiuti.
🇮🇹 Le aziende italiane più esposte
L’Italia, grazie alla propria filiera ingegneristica, è in posizione privilegiata.
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Buzzi Unicem (+3,5% lunedì) beneficia della forte domanda di cemento strutturale. La società, già impegnata in progetti internazionali in Nord Africa e Medio Oriente, si posiziona come potenziale fornitore diretto per i cantieri Onu.
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Webuild (+1,6%) è in prima linea per infrastrutture complesse e opere pubbliche. L’esperienza maturata con il Grand Paris Express e la Trans-Saharan Highway la rende competitiva per i grandi lotti infrastrutturali di Gaza e Cisgiordania.
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Cementir Holding (–3,5%) ha temporaneamente corretto dopo il rally iniziale, ma resta strategica grazie alla forte presenza in Turchia, ponte logistico naturale per la ricostruzione dell’area. Secondo Banca Akros, è “una delle meglio posizionate nel bacino del Mediterraneo”.
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Saipem e Maire potrebbero inserirsi nei progetti energetici e fotovoltaici, mentre Ansaldo Energia si candida per impianti di back-up e generazione elettrica distribuita.
I grandi player globali
Sul fronte europeo, si muovono colossi come Saint-Gobain, Holcim, Heidelberg Materials, Vinci e Bouygues, mentre dall’altra parte dell’Atlantico — complice il ruolo diplomatico di Donald Trump — gli americani Bechtel, Fluor, Aecom e Caterpillar sono già pronti a capitalizzare le prime commesse in infrastrutture idriche, logistica e rimozione macerie.
Difesa: un ciclo non ancora chiuso
Parallelamente, i titoli del comparto difesa restano in territorio positivo ma iniziano a mostrare segni di consolidamento dopo una corsa impressionante:
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Leonardo +103% da inizio anno,
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Fincantieri +260%,
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Avio +300%,
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Rheinmetall (Germania) +200%,
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Thales (Francia) +80%.
La prospettiva di pace in Palestina non cancella le tensioni in Ucraina, né rallenta la politica del riarmo in Europa, ma suggerisce una normalizzazione dei multipli e una rotazione settoriale verso la ricostruzione e l’energia.
🔍 In sintesi
Il mercato sembra già scontare l’inizio di un nuovo ciclo infrastrutturale, finanziato da fondi multilaterali e supportato da alleanze geopolitiche.
Dopo l’era dell’AI e della difesa, potremmo essere all’alba del “decennio delle costruzioni e dell’energia resiliente” — un contesto dove cemento, ingegneria e sostenibilità tornano protagonisti.
Per gli investitori, il focus si sposta su:
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titoli industriali legati ai materiali e alle infrastrutture;
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società energetiche integrate nei progetti multilaterali;
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filiere tecnologiche per la digitalizzazione dei servizi pubblici.