USA a un passo dallo shutdown: cresce il rischio blocco dal 1° ottobre
pubblicato:Mercati in allerta per il rischio di shutdown: ogni settimana di stop potrebbe costare lo 0,2% del PIL

🚨 Crisi di bilancio e rischio shutdown
Gli Stati Uniti sono a poche ore dal quindicesimo shutdown federale dal 1981, con l’assenza di un accordo tra Casa Bianca e Congresso che potrebbe far scattare la chiusura parziale del governo già dal 1° ottobre.
A dividere repubblicani e democratici è soprattutto la questione sanitaria: i dem chiedono il ripristino e il rafforzamento dei finanziamenti all’Affordable Care Act (ACA) e a Medicaid, mentre molti repubblicani spingono per lasciare scadere i sussidi straordinari introdotti durante la pandemia.
🗣️ Le posizioni politiche
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Donald Trump: ha segnalato che lo shutdown è “probabile” e lo considera anche un’occasione per “tagliare programmi cari ai democratici” e ridurre la forza lavoro federale. Ha evocato possibili tagli in ambito sanitario e previdenziale, legati secondo lui a “frode, sprechi e abusi”.
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Democratici: guidati da Chuck Schumer, chiedono garanzie sul rifinanziamento delle politiche sanitarie e accusano Trump di non trattare seriamente, distraendo l’opinione pubblica con tweet polemici.
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Repubblicani: insistono sul fatto che esiste già un piano per un finanziamento-ponte di sette settimane, bloccato dai dem al Senato, e accusano l’opposizione di voler forzare la mano inserendo ora spese straordinarie.
📌 Possibili scenari di risoluzione
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Accordo ponte (più probabile): finanziamento temporaneo di 6–8 settimane, con rinvio del confronto su spesa sanitaria e welfare.
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Compromesso su sanità: parziale rifinanziamento ACA/Medicaid, in cambio di tagli ad altre voci.
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Shutdown prolungato (scenario di rischio): usato dalla Casa Bianca come leva politica per ridurre in modo strutturale il peso del governo federale.
⚖️ Nodo politico e rischio istituzionale
La posta in gioco va oltre il breve termine: la Casa Bianca sembra intenzionata a usare la chiusura come leva per ridimensionare in modo permanente la burocrazia federale, introducendo così un elemento di incertezza inedito rispetto ai precedenti shutdown.
📉 Impatti economici
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Dipendenti federali: circa 750.000 potrebbero essere messi in congedo non retribuito (furlough). I lavoratori “essenziali” (forze dell’ordine, sanità di base, controlli aerei) dovrebbero continuare a lavorare senza stipendio immediato. Storicamente i dipendenti pubblici hanno poi ricevuto gli arretrati, ma i contrattisti spesso no.
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Mercati e PIL: ogni settimana di shutdown potrebbe ridurre la crescita annualizzata del PIL USA di circa 0,2% (stima Deutsche Bank). I mercati sono in allerta, anche se l’evento non comporta un default: il Tesoro continuerà a pagare gli interessi sul debito.
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Settori più colpiti: turismo, concessioni pubbliche, trasporti. Le compagnie aeree hanno già avvertito di possibili ritardi e disagi per carenza di personale retribuito nei controlli e nel traffico aereo.
📜 Precedenti storici
Il rischio di shutdown è diventato una ricorrenza quasi annuale negli ultimi 15 anni, spesso risolta all’ultimo minuto. L’episodio più lungo risale al precedente mandato Trump: tra dicembre 2018 e gennaio 2019, durato 35 giorni, il più esteso della storia americana.
👉 In sintesi
Lo scontro sul bilancio rischia di trasformarsi non solo in un braccio di ferro su sanità e spesa pubblica, ma anche in un test politico sul ruolo della burocrazia federale, con un impatto economico immediato sul PIL e sui servizi essenziali.
⏳ Timeline e scenari shutdown USA
30 settembre – Scadenza bilancio federale
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Senza un accordo tra Congresso e Casa Bianca, il finanziamento delle agenzie governative termina a mezzanotte.
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Se non viene approvata almeno una misura-ponte, scatta lo shutdown.
1° ottobre – Avvio shutdown
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Attività sospese: agenzie non essenziali, musei, parchi nazionali, contratti pubblici.
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Dipendenti federali: ~750.000 in furlough (congedo non retribuito), altri “essenziali” (sanità, forze dell’ordine, controlli aerei) lavorano senza stipendio immediato.
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Mercati: rischio volatilità, anche se il Tesoro continua a onorare gli interessi sul debito.
Dopo 1 settimana
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Impatto sul PIL stimato: –0,2% annuo (Deutsche Bank).
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Cresce la pressione da parte di lobby industriali e sindacati per sbloccare la situazione.
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Prime fratture politiche possibili all’interno dei repubblicani moderati.
Dopo 2–3 settimane
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Effetti più visibili su economia reale: turismo e trasporti rallentano, compagnie aeree segnalano disagi per mancanza di personale pagato.
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Aumenta l’impatto sui consumi dei dipendenti federali non pagati.
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Mercati iniziano a prezzare rischi maggiori di crescita debole.
Dopo 1 mese
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Potenziale blocco simile al 2018–2019 (35 giorni), con effetti recessivi a livello locale (Washington D.C. e stati con alta presenza federale).
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Difficile tenuta politica: storicamente il partito percepito come “responsabile” del blocco tende a perdere consenso.