USA a un passo dallo shutdown: cresce il rischio blocco dal 1° ottobre

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Mercati in allerta per il rischio di shutdown: ogni settimana di stop potrebbe costare lo 0,2% del PIL

USA a un passo dallo shutdown: cresce il rischio blocco dal 1° ottobre
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🚨 Crisi di bilancio e rischio shutdown

Gli Stati Uniti sono a poche ore dal quindicesimo shutdown federale dal 1981, con l’assenza di un accordo tra Casa Bianca e Congresso che potrebbe far scattare la chiusura parziale del governo già dal 1° ottobre.

A dividere repubblicani e democratici è soprattutto la questione sanitaria: i dem chiedono il ripristino e il rafforzamento dei finanziamenti all’Affordable Care Act (ACA) e a Medicaid, mentre molti repubblicani spingono per lasciare scadere i sussidi straordinari introdotti durante la pandemia.

🗣️ Le posizioni politiche

  • Donald Trump: ha segnalato che lo shutdown è “probabile” e lo considera anche un’occasione per “tagliare programmi cari ai democratici” e ridurre la forza lavoro federale. Ha evocato possibili tagli in ambito sanitario e previdenziale, legati secondo lui a “frode, sprechi e abusi”.

  • Democratici: guidati da Chuck Schumer, chiedono garanzie sul rifinanziamento delle politiche sanitarie e accusano Trump di non trattare seriamente, distraendo l’opinione pubblica con tweet polemici.

  • Repubblicani: insistono sul fatto che esiste già un piano per un finanziamento-ponte di sette settimane, bloccato dai dem al Senato, e accusano l’opposizione di voler forzare la mano inserendo ora spese straordinarie.

    📌 Possibili scenari di risoluzione

    1. 1.

      Accordo ponte (più probabile): finanziamento temporaneo di 6–8 settimane, con rinvio del confronto su spesa sanitaria e welfare.

    2. 2.

      Compromesso su sanità: parziale rifinanziamento ACA/Medicaid, in cambio di tagli ad altre voci.

    3. 3.

      Shutdown prolungato (scenario di rischio): usato dalla Casa Bianca come leva politica per ridurre in modo strutturale il peso del governo federale.

⚖️ Nodo politico e rischio istituzionale

La posta in gioco va oltre il breve termine: la Casa Bianca sembra intenzionata a usare la chiusura come leva per ridimensionare in modo permanente la burocrazia federale, introducendo così un elemento di incertezza inedito rispetto ai precedenti shutdown.

📉 Impatti economici

  • Dipendenti federali: circa 750.000 potrebbero essere messi in congedo non retribuito (furlough). I lavoratori “essenziali” (forze dell’ordine, sanità di base, controlli aerei) dovrebbero continuare a lavorare senza stipendio immediato. Storicamente i dipendenti pubblici hanno poi ricevuto gli arretrati, ma i contrattisti spesso no.

  • Mercati e PIL: ogni settimana di shutdown potrebbe ridurre la crescita annualizzata del PIL USA di circa 0,2% (stima Deutsche Bank). I mercati sono in allerta, anche se l’evento non comporta un default: il Tesoro continuerà a pagare gli interessi sul debito.

  • Settori più colpiti: turismo, concessioni pubbliche, trasporti. Le compagnie aeree hanno già avvertito di possibili ritardi e disagi per carenza di personale retribuito nei controlli e nel traffico aereo.

📜 Precedenti storici

Il rischio di shutdown è diventato una ricorrenza quasi annuale negli ultimi 15 anni, spesso risolta all’ultimo minuto. L’episodio più lungo risale al precedente mandato Trump: tra dicembre 2018 e gennaio 2019, durato 35 giorni, il più esteso della storia americana.


👉 In sintesi

Lo scontro sul bilancio rischia di trasformarsi non solo in un braccio di ferro su sanità e spesa pubblica, ma anche in un test politico sul ruolo della burocrazia federale, con un impatto economico immediato sul PIL e sui servizi essenziali.

⏳ Timeline e scenari shutdown USA

30 settembre – Scadenza bilancio federale

  • Senza un accordo tra Congresso e Casa Bianca, il finanziamento delle agenzie governative termina a mezzanotte.

  • Se non viene approvata almeno una misura-ponte, scatta lo shutdown.

1° ottobre – Avvio shutdown

  • Attività sospese: agenzie non essenziali, musei, parchi nazionali, contratti pubblici.

  • Dipendenti federali: ~750.000 in furlough (congedo non retribuito), altri “essenziali” (sanità, forze dell’ordine, controlli aerei) lavorano senza stipendio immediato.

  • Mercati: rischio volatilità, anche se il Tesoro continua a onorare gli interessi sul debito.

Dopo 1 settimana

  • Impatto sul PIL stimato: –0,2% annuo (Deutsche Bank).

  • Cresce la pressione da parte di lobby industriali e sindacati per sbloccare la situazione.

  • Prime fratture politiche possibili all’interno dei repubblicani moderati.

Dopo 2–3 settimane

  • Effetti più visibili su economia reale: turismo e trasporti rallentano, compagnie aeree segnalano disagi per mancanza di personale pagato.

  • Aumenta l’impatto sui consumi dei dipendenti federali non pagati.

  • Mercati iniziano a prezzare rischi maggiori di crescita debole.

Dopo 1 mese

  • Potenziale blocco simile al 2018–2019 (35 giorni), con effetti recessivi a livello locale (Washington D.C. e stati con alta presenza federale).

  • Difficile tenuta politica: storicamente il partito percepito come “responsabile” del blocco tende a perdere consenso.

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