STM in rally, segnali positivi sull'automotive
pubblicato:Intanto Chery annuncia 5 mila esuberi e la governance franco-italiana della holding si spacca sempre di più

Per una volta i forti volumi su STMicroelectronics a Piazza Affari sono in acquisto. Il titolo strappa in vista della chiusura un balzo dell'11,3% a 24,95 euro dopo un allungo 24,981 euro, livello che non vedeva dalla fine di febbraio.
Impetuosi i volumi di scambio sul costruttore franco-italiano di microprocessori: sono infatti passati di mano finora oltre 6,4 milioni di azioni contro una media giornaliera dell’ultimo mese di circa 2,4 milioni di azioni.
Sui motivi di questo scatto impetuoso – non è affatto comune per un titolo del Ftse MIB registrare un movimento della dimensione del 10% in una seduta – restano però parecchi dubbi. Ieri si sono incontrati la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, ma non è noto se abbiano nel loro lungo confronto parlato anche di STMicroelectronics, anche se sembrerebbe naturale che nel menù del confronto tra Roma e Parigi ci fosse la più grande partecipata pubblica tecnologica dei due Paesi. Soprattutto alla luce dello stallo sulla governance che si è aggravato anche di recente.
STM, segnali positivi per l'auto secondo Onsemi
Alcuni osservatori puntano oggi l’indice sulle performance di On Semiconductor, un gigante del settore dei chip con base in Arizona. La società è un po’ più piccola di STM, ma è molto focalizzata anch’essa sulle forniture per il settore automobilistico. Il gruppo ha chiuso il trimestre con ricavi da 1,44 miliardi e una perdita per la capogruppo da 486,1 milioni di dollari. Anche per il secondo trimestre i dati attesi sono lì, ricavi tra 1 e 1,5 miliardi, margine lordo tra il 36,5 e il 38,5% (non gaap), ma un utile per azione tra 0,44 e 0,55 dollari contro il rosso da 1,15 dollari del primo quarto di quest’anno. Cosa c’è di buono per i chip di STM allora? Sembra che l’amministratore delegato di Onsemi Hassan El-Khoury abbia dichiarato che si intravedono dei segnali di ripresa nel mercato industriale e che la domanda di chip dell’automobilistico dovrebbe aver toccato i minimi nel secondo trimestre 2025 e dovrebbe avviare un recupero nella seconda metà dell’anno. Se fosse confermato si tratterebbe proprio dei mercati chiave di STM che sono stati anche alla base del tracollo della società dell’ultimo anno, ma è difficile dire oggi, se questi segnali pur positivi bastino a giustificare il rimbalzo di Stmicroelectronics.
STM, Chery annuncia 5 mila esuberi volontari in tre anni
Di certo la questione della governance resta all’attenzione. Il ministro per le Imprese Adolfo Urso (ma l’azionista diretto in ST Holding è il MEF) ha detto che il confronto (tra Parigi e Roma) va avanti, ha ricordato i grandi investimenti a Catania e ha auspicato che arrivino dei chiarimenti sul polo lombardo di Agrate, dove si temono impatti dalle politiche di taglio dei costi dell’intero gruppo.
Oggi in occasione di un evento a Parigi l’amministratore delegato di STM Jean-Marc Chery ha annunciato 5 mila uscite volontarie dal gruppo entro tre anni, un dato includerebbe ovviamente i 2.800 esuberi annunciati all’inizio di quest’anno, quando già era scoppiata la crisi di governance tutt’ora in atto nel gruppo.
STM, la governance rischia di spaccarsi dopo l'ultima assemblea
Breve riassunto. ST Holding è il primo azionista della quotata STMicroelectronics NV con il 27,7%. ST Holding è controllata in parti uguali da Roma (il MEF) e da Parigi, ma dopo l’ultimo anno di crisi con diversi profit warning e revisioni delle stime e con l’apertura di class action negli Stati Uniti ai danni di STM, il Tesoro ha aperto una questione governance criticando fortemente l’operato di Jean-Marc Chery, il CEO che in questa fase tocca ai soci francesi, ma che al governo italiano (e probabilmente a diversi altri investitori) non piace più.
ST Holding esercita in prima istanza la governance di STM tramite il consiglio di sorveglianza di cui nomina 6 membri su 9. Nel consiglio di sorveglianza siedeva, sostanzialmente in rappresentanza del Tesoro, Maurizio Tamagnini che ha lasciato la vicepresidenza proprio per via di questi dissensi sulla guida della compagnia. Quando però il Tesoro ha proposto l’ex direttore generale del Ministero dell’Economia Marcello Sala, questa candidatura è stata bocciata, aggravando le distanze tra Roma e Parigi.
L’ultimo scontro è arrivato però all’assemblea di mercoledì scorso 28 maggio 2025.
Poiché ST Holding deve esprimere una posizione unanime nelle assemblee di STMicroelectronics è necessario un accordo preventivo fra soci italiani e francesi, senza il quale la holding non può votare. Alle prese con i niet francesi il Tesoro ha quindi espresso dissenso rispetto ai soci francesi su tre punti. Il primo punto contestato era il più significativo, ossia la manleva del consiglio di gestione (oggi composto soltanto da Jean Marc Chery e Lorenzo Grandi), poi c’erano la nomina degli indipendenti Ana de Pro Gonzalo ed Helene Vletter van Dort nel consiglio di supervisione. I tre punti sono passati comunque in assemblea, ma senza il voto di ST Holding.
Il Tesoro ha insomma dimostrato di poter paralizzare la holding italo-francese.
Nessuno è riuscito a ricordare un episodio simile nel recente passato e ora si sta diffondendo la voce che fra le valutazioni in corso ci sia proprio una spaccatura della holding tra azionisti italiani e azionisti francesi.
La presa dei due soci pubblici su questa società strategica era stata uno dei pochi casi di successo degli ultimi decenni ora però lo scontro sulla governance dopo risultati oggettivamente deludenti non è un fatto secondario.
Sarebbe un fatto gravissimo se proprio sulle tecnologie strategiche dei semiconduttori un’altra divisione prevalesse in Europa, sarebbe un’ombra grave non soltanto sull’attuale assetto industriale di un gruppo di successo internazionale, ma anche sul futuro strategico di un’industria chiamata a fare da leva alla reazione tecnologica europea, alla competizione del Vecchio Continente.
Forse sarebbe il caso che ai massimi livelli, di governo e di amministrazione, si parlasse molto apertamente del caso e si chiarisse: per il mercato e per il futuro.