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La strategia sulla produzione condurrà Intel allo spezzatino

di Raffaele Rovati pubblicato:
3 min

Per Ubs la strategia sulla produzione condurrà Intel allo spezzatino, ma il colosso dei chip continua a investire: 30 miliardi in Germania, 4,6 in Polonia, 25 in Israele.

La strategia sulla produzione condurrà Intel allo spezzatino

Settimana di annunci di investimenti miliardari per Intel, che continua a puntare sulla produzione di chip. Strategia, voluta dal chief executive Pat Gelsinger, che continua a essere criticata.

La strategia foundry, investire sulla produzione, condurrà Intel allo spezzatino

Non solo. Secondo gli analisti questa strategia, in controtendenza rispetto al settore che da tempo ha abbandonato le attività di foundry, condurrà inevitabilmente Intel verso uno spezzatino.

In vista dell'Internal Foundry Model Investor Webinar, in cui Intel fornirà aggiornamenti sul suo "nuovo" modello di business, Timothy Arcuri, analista di Ubs ha notato che uno spin-off è all'orizzonte.

Ubs prevede lo spezzatino, Intel la peggiore del Dow Jones Industrial Average

Commenti, quelli di Arcuri, che si sono fatti sentire a Wall Street. Martedì 20 giugno Intel ha infatti chiuso con un crollo del 3,77% al Nasdaq, peggiore performance del Dow Jones Industrial Average.

Nei giorni precedenti il cancelliere Olaf Scholz aveva salutato il maggiore investimento estero di sempre in Germania. Da parte di Intel: 30 miliardi di euro per costruire due impianti a Magdeburgo.

Intel continua a investire sulla produzione: 30 miliardi solo in Germania

Come anticipato da Bloomberg, la Germania per le nuove strutture produttive nel Land di Sassonia-Anhalt garantirà a Intel 10 miliardi di euro di sussidi, contro i 6,8 miliardi originariamente previsti.

E la questione sussidi è cruciale, visto che difficilmente Intel può fare dietrofront considerando gli incentivi miliardari ottenuti sia in patria (con il Chips Act del presidente Joe Biden) che all'estero.

La strategia foundry (letteralmente fonderia, ovvero la manifattura di semiconduttori) di Gelsinger è la conseguenza della crisi dei chip. E cavalca la spinta verso l'indipendenza dei governi occidentali.

Strategia foundry di Intel diretta conseguenza della crisi di chip e supply chain

La crisi dei chip ha evidenziato quanto sia debole la supply chain, con gli Usa che continuano a fare guerra alla Cina e Intel che punta a togliere mercato a Taiwan Semiconductor Manufacturing (Tsmc).

Tutti i big del settore, da Apple a Nvidia, continuano a rivolgersi all'Asia per la loro produzione. Advanced Micro Devices (Amd) già nel 2009 aveva separato la manifattura (oggi Global Foundry).

Alla presentazione dei risultati trimestrali in aprile, gli analisti di Oppenheimer mettevano i servizi di foundry tra le maggiori criticità, a causa della pressione sul margine lordo di Intel.

Oltre alla Germania, Intel punta 4,6 miliardi in Polonia e 25 miliardi in Israele

Tuttavia Intel continua a investire nella produzione. Oltre alla Germania negli ultimi giorni sono stati annunciati impegni per 4,6 miliardi di euro in Polonia e per 25 miliardi di dollari in Israele.

"Abbiamo a lungo sostenuto che se Intel ha davvero intenzione di perseguire un modello di foundry esterno ha bisogno di scindere le risorse di manifattura dal business di prodotto”, spiega Arcuri.

"La separazione è necessaria perché non c'è singolo cliente che prenderebbe un impegno con Intel Foundry fino a quando si trovasse a competere con Intel stessa per i migliori wafer", conclude.