Technoprobe su nuovi record dopo i dati

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Borsa Italiana, l'azione della società tecnologica in rally con i risultati, la guidance e le promozioni degli analisti

Technoprobe su nuovi record dopo i dati
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Technoprobe in rally dopo i risultati: il massimo di stamane a 10,33 euro è un nuovo massimo storico e sbaraglia i precedenti top di quota 9,89 euro che erano già stati testati senza successo nel gennaio 2024 e il giugno successivo.

Da allora il titolo di Technoprobe aveva avviato un pesante ribasso fino ai minimi dello scorso 7 aprile, il giorno terribile della guerra commerciale globale di Trump, a 4,77 euro. Da quei bottom la società di Cernusco Lombardone (LC) ha avviato una rimonta tenace che oggi arriva sui massimi a una performance stellare del 117%, in poche parole più di un raddoppio del valore del titolo a qualche mese. Un rally raro a Piazza Affari dove evidentemente il meccanismo strutturale di price discovery può raggiungere anche profondità di questa dimensione.

Ma chi è Technoprobe?

Technoprobe è un colosso tecnologico italiano già sbarcato sull’Euronext Growth Milan, il segmento di Borsa Italiana dedicato alle PMI, con una raccolta da ben 712,5 milioni di euro e una capitalizzazione da 3,42 miliardi circa che si era dimostrato già allora, nel 2022, ‘ingombrante’ per quel mercato dedicato alle ‘piccole’. Il translisting non si è fatto troppo aspettare ed era giunto nel maggio 2023 con il passaggio a Euronext Milan.

Nel frattempo tanto è successo, compresi l’altalena dei tecnologici e dei prezzi alla fine della pandemia di Covid 19, l’hype dell’intelligenza artificiale e i nuovi contrasti commerciali generati da Washington con i maggiori partner globali.

Oggi però per Technoprobe è il giorno dei conti dei primi 9 mesi del 2025, celebrati a Piazza Affari con un nuovo record. Ai 9,75 euro di queste ore il titolo capitalizza ormai quasi 6,37 miliardi di euro.

Dietro una crescita a doppia cifra ribadita oggi. Nei primi nove mesi dell’anno Technoprobe ha accresciuto i ricavi del 20,6% portandoli a 466,6 milioni di euro.

L’ebitda è balzato del 53,3% a 146,1 milioni. L’ebitda margin si è quindi posto al 31,3% (vs 32,64% del primo semestre).
Se l’utile netto avesse mantenuto il margine sull’ebitda della prima metà dell’anno (32,35%), l’utile netto dei 9 mesi sarebbe pari a 47,26 milioni.

Technoprobe, situazione patrimoniale più che solida

La PFN inoltre è positiva per ben 665,7 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto che a fine giugno era di oltre 1,237 miliardi, dopo un cash flow operativo da ben 114 milioni di euro nei 9 mesi.

A queste risorse si sono aggiunti 26 milioni di incasso per la cessione del fabbricato di Santa Clara, ma si sono sottratti 51 milioni di euro di investimenti, 20 milioni per l’acquisto di minority di Yee Wei Inc. e altri 7 milioni per quote di minoranza di Innostar Service Inc. Poi è venuto anche l’adeguamento dei cambi sulla liquidità del gruppo che ha ridotto la PFN di ben 29 milioni di euro e il buyback che ha spesato 32 milioni.

Già il buyback… anche per Technoprobe è una componente importante della proposta di valore al mercato. Al 7 novembre scorso, quindi ben oltre il periodo qui rendicontato fino al 30 settembre, la società aveva riacquistato 11.484.872 azioni proprie pari all’ 1,75808% del capitale proprio. Non è poco se si considera che il programma è partito appena lo scorso 23 luglio 2025 dopo l’autorizzazione dell’assemblea dello scorso 10 luglio. I margini ulteriori dei riacquisti sono però limitati perché la delega prevede un tetto massimo nel 2% del capitale e in 60 milioni di euro.

L’assemblea del 10 luglio era stata importante anche perché aveva aumentato da 9 a 10 il numero degli amministratori introducendo nel consiglio di amministrazione Chih-Kuang Yang, su indicazione dell’azionista di maggioranza, quella T-Plus della famiglia Crippa che controllava ancora il 56,43% del capitale e il 69,26% dei diritti di voto dopo l’ABB del 10 giugno di ben 10 milioni di azioni (l’1,53% del capitale) a 7 euro ciascuna.

Un’operazione non proprio market friendly (come d’uopo era avvenuta sotto i valori di mercati pari a 7,52 euro per titolo alla chiusura del 9 giugno), dalla quale le quotazioni hanno impiegato diverso tempo a rimettersi con un deciso allungo oltre quei livelli soltanto lo scorso 18 settembre, in una seduta memorabile in cui l’avvio della copertura di UBS con un buy e un prezzo obiettivo a ben 10,4 euro era stato seguito da un balzo dei prezzi del 14% e dal passaggio di proprietà di oltre 2,8 milioni di azioni, quasi lo 0,43% del capitale in un giorno solo.

Anche oggi gli analisti sono favorevoli con Deutsche Bank che alza il prezzo obiettivo da 10,5 a 11 euro (buy), Equita che porta il target price da 10,4 a 11 euro (buy) e Banca Akros che incrementa il prezzo obiettivo da 9,5 a 10 euro (neutral). È sicuramente un altro pezzo importante della storia.

Technoprobe, la guidance del quarto trimestre

Così come la nuova guidance del gruppo per il quarto trimestre. La società prevede nei tre mesi ricavi da 160 milioni di euro (+/-3%), con un ebitda margin del 34,7% che vorrebbe dire circa 55,52 milioni.

Sugli stessi margini della prima metà dell’anno significherebbe anche un utile da 17,96 milioni che porterebbe a un 2025 con ricavi da 626,6 milioni (+15,3%) e un utile netto da 65,22 milioni di euro (+3,8%). Significherebbe che ai corsi di adesso l'azione tratta a circa 97 volte gli utili attesi (P/E Fwd), un livello non proprio a sconto.

Forse corriamo troppo, ma anche Technoprobe sembra non volere più aspettare.

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