MPS, segnali rialzisti per l'azione dopo i conti

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Risultati trimestrali solidi per un gruppo sempre più proteso all'integrazione con Mediobanca. Ecco i numeri, ecco i multipli

MPS, segnali rialzisti per l'azione dopo i conti
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Strappo al rialzo di MPS dopo i dati: il quadro grafico della banca senese già al lavoro sull’integrazione della neoacquisita Mediobanca è solidamente rialzista e oggi si arricchisce di un piccolo, nuovo segnale di acquisto.

MPS, segnale rialzista sul grafico, ma servirà di più per aprire prospettive davvero interessanti

I massimi di stamane a 7,80 euro hanno infatti avuto ragione degli ostacoli in area 7,7 che nelle ultime settimane avevano respinto ripetuti attacchi dal basso. I prezzi, consolidatisi prima sopra la media mobile esponenziale a 200 sedute (oggi ormai a quota € 7,14) e quindi anche oggi sopra le due medie esponenziali a 50 (€ 7,5) e 100 (€ 7,46, ) pongono le basi per qualche allungo più solido dopo la brutta fine di questa estate che, con il riassesto dell’M&A bancario italiano (ma tutti dicono che continuerà), ha visto prese di beneficio anche sui titoli della banca guidata da Luigi Lovaglio.

Obiettivi? Sui prezzi i massimi di oggi testano, per ora senza successo i piccoli top del 2 ottobre, lì c’è un’area critica spessa almeno 10 centesimi, ossia fino ai massimi di quota 7,92 del 19 marzo.

Oltre c’è il bersaglio grosso quelle resistenze tra 8,4 e 8,58 euro che ospitano i tre maggiori top dell’intero 2025 e riportano la memoria al 2022.
Se queste barriere cedessero, si aprirebbero praterie e spazi di apprezzamento importanti per un titolo che ha già guadagnato più del 90% in poco più di un anno (datiamo il trend in corso ai minimi dell’agosto 2024 a 4,1 euro, ma si potrebbe tranquillamente arrivare ai bottom dell’ottobre 2023 in area 2,2), ma sui multipli è appena tornato sui livelli di settore, nonostante tutto l’appeal speculativo del risiko.

MPS, trimestri disciplinati nonostante il risiko, l'utile del trimestre cresce a doppia cifra, ecco perché

I conti del terzo trimestre di MPS sono una risorsa che ci aiuta in questo ragionamento e spieghiamo perché.

I tre mesi di Rocca Salimbeni sono andati bene, anche se i ricavi sono rimasti lì a 999,7 milioni di euro (-0,7%), il management ha mostrato una gestione proattiva bilanciando il calo del margine d’interesse dell’8,71% a 543,7 milioni di euro con l’aumento del 2,8% delle commissioni nette a 382,4 milioni e soprattutto con il raddoppio del risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value e degli utili da cessioni/acquisizioni (+101% a 51,6 milioni).

Ma è alla bottom line del conto economico che si deve la sorpresa migliore del trimestre: utile netto a 474 milioni di euro in volo del 16,55% rispetto al dato di un anno fa.
Certo nei 9 mesi resta un calo del 12,7% a 1,56 miliardi più difficile da digerire, ma c’è una componente straordinaria che manomette il dato: quest’anno le imposte sul reddito di MPS, nei 9 mesi, sono state positive per 78,3 milioni mentre nei primi 9 mesi del 2024 erano positive per 469,5 milioni di euro.

In entrambi i casi a portare risorse all’utile e al conto economico contribuisce la rivalutazione delle DTA, i famosi crediti fiscali che poi sono tra i pilastri della proposta di valore nella fusione con Mediobanca, ma nel caso dei primi nove mesi del 2024 contribuiva anche l’aggiornamento delle proiezioni reddituali desunte dal piano al 2028.

Per essere più chiari il risultato operativo del terzo trimestre è stabile nei due anni a 452,8 milioni di euro e nei 9 mesi mostra una leggera flessione del 2% circa a 1,388 miliardi.

MPS, nello stato patrimoniale spunti decisamente interessanti con Mediobanca

Lo stato patrimoniale mostra un utile schema con e senza Mediobanca.
La cassa del gruppo senza piazzetta Cuccia è a 13,98 mld e sale a 14,82 miliardi con Mediobanca.
I finanziamenti alla clientela balzano di circa 60 miliardi a 140,67 miliardi di euro e le attività in titoli da 18,83 a 44,6 miliardi.

Complessivamente l’attivo del gruppo MPS ‘stand-alone’ è di 127,58 miliardi e diventa di 238 miliardi con l’apporto da ben 110,5 miliardi dell’attivo di Mediobanca.
Il patrimonio netto passa da 11,94 miliardi a 26,74 miliardi di euro.
La raccolta diretta da 96,83 a 165,23 miliardi.

Il CET 1 ratio fully loaded flette dal 18,2% al 16,9% (ma va precisato che riflette ancora in modo parziale la PPA e non include gli utili del periodo assumendo un payout ratio del 100% dell’utile netto del gruppo; esclude inoltre il filtro prudenziale OCI sui titoli di Stato ed incorpora gli effetti del regime della CRR3 sulle attività ponderate per il rischio).

MPS, qualche multiplo giova

Ma proviamo a trasformare queste informazioni in prezzo. L’utile netto degli ultimi 12 mesi è di 1,75 miliardi circa.
Se si considerano i corsi di queste ore a 7,619 euro per ogni azione di MPS, si arriva a una capitalizzazione di circa 23,15 miliardi di euro che sono più o meno 13,22x gli utili TTM (P/E TTM).
Si tratta di un livello ormai in linea con il settore. Il P/E trailing dell’Euro Stoxx Banks si pone a 10,0x, ma va considerato che sono numeri che non tengono ancora conto del consolidamento di Mediobanca o del prossimo incasso del saldo del dividendo da € 0,59 in stacco il 24 novembre (per un totale di 491 milioni di euro di distribuzione).

Non è scontato, ricordiamo distintamente P/E di Mps sotto i 6x negli ultimi mesi.

Il ROTE del gruppo a fine periodo è su un solido 14% Si tratta del rapporto tra l’utile netto e il patrimonio tangibile che ci permette di calcolare indirettamente l’ultimo multiplo il P/TB, il prezzo su patrimonio tangibile pari a 1,85x contro un 1,2x del trailing dell’Euro Stoxx Banks.

Anche questo è un segno dei tempi. A Siena ormai si gioca un’altra partita.

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