Tenaris approva un buyback da 1,2 miliardi, ma lo scenario tecnico resta incerto
pubblicato:Webuild contratto importante in Australia, ma il titolo rischia ancora una correzione

Il cda di Tenaris ha approvato un buyback da massimi 1,2 miliardi di dollari da eseguire entro i prossimi 12 mesi, pari a 74 milioni di azioni circa ovvero il 6,9% del capitale del gruppo.
Tenaris, scenario grafico ancora incerto
La notizia ha fatto inizialmente scattare in avanti il titolo nella seduta di ieri, ma i prezzi sono poi tornati sui propri passi limando il guadagno iniziale.
Dopo aver toccato un picco a 15,275 euro il titolo ha archiviato la seduta a quota 14,915.
Resta in piedi il tentativo di reazione visto dai bottom del 9 aprile a 13,665 euro, ma lo scenario grafico si conferma incerto ed a rischio di nuovi ribassi.
La giornata di ieri ha permesso al titolo di coprire il gap ribassista lasciato aperto lunedì 19 maggio in occasione dello stacco del dividendo pari a 0,56 dollari, circostanza che lascia ancora aperta l'ipotesi di un ulteriore segmento ribassista che sotto 14 euro proietterebbe obiettivi sui bottom di agosto in area 12,05.
Sarà necessario attendere il ritorno al di sopra dei 16,00 euro almeno per poter intravedere qualche segnale di miglioramento delle prospettive di medio periodo.
Probabile in tal caso un primo test a 16,60 ed il successivo allungo verso 17,20. Oltre quota 17,20 probabile poi la copertura di un altro gap ribassista, ovvero quello del 3 aprile in area 18,00.
Webuild, titolo in calo nonostante un importante contratto
Nonostante una notizia positiva di grande rilievo, il titolo Webuild ha chiuso la seduta di ieri in calo dell’1,15%, attestandosi a 3,606 euro. I prezzi hanno oscillato tra 3,606 e 3,736 euro.
Il ribasso è arrivato in controtendenza rispetto all’annuncio dell’aggiudicazione di un importante contratto da 1,1 miliardi di euro in Australia per la realizzazione del nuovo Women and Babies Hospital di Perth, che andrà a sostituire il centenario King Edward Memorial Hospital.
Il progetto, commissionato dal governo dell’Australia Occidentale, rappresenta un passo strategico per Webuild, che considera l’Australia il secondo mercato più rilevante dopo l’Italia, con una quota del 26% sul fatturato di gruppo nel 2024.
L’operazione si inserisce in una pipeline di 5 miliardi di euro di nuovi ordini annunciati dalla società dall’inizio dell’anno.
Il giudizio degli analisti resta ampiamente positivo: Mediobanca conferma la raccomandazione "outperform", Banca Akros mantiene "accumulate" con target a 3,8 euro, ed Equita Sim conferma il "buy" con target a 4,1 euro, sottolineando come il contratto rappresenti circa l’8% del volume d’ordini atteso per il 2025 e sia realizzato interamente da Webuild, forte di un track record consolidato nelle grandi infrastrutture sanitarie.
Il calo in Borsa potrebbe essere spiegato da prese di profitto o dal fatto che il contratto fosse già in parte scontato nelle valutazioni del mercato, dato che la società aveva comunicato la cifra complessiva dei nuovi ordini alcune settimane fa.
In ogni caso, il rafforzamento di Webuild in un mercato strategico come quello australiano appare confermato e apprezzato dagli analisti, anche se non immediatamente riflesso nel prezzo di Borsa.
Webuild, rischio di correzione del tipo "flat"
Il titolo ieri ha tentato la rottura del massimo di marzo a 3,724 euro, ma i prezzi non sono riusciti a bucare la resistenza e se ne sono allontanati in chiusura.
Per il momento nulla di grave, anche se non si può escludere l'ipotesi di essere in presenza di una correzione di tipo "flat" in via di sviluppo.
Il "flat" che corregge un precedente rialzo (in questo caso quello dai minimi di fine 2022) è formato da una prima discesa, da un rimbalzo che ritraccia il 100% circa di quella discesa, e poi da una ulteriore fase ribassista che si può riportare fino sui minimi precedenti.
Da notare che i minimi di aprile, a 2,39 euro circa, si collocano sul 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi del 2022, quindi non si può nemmeno escludere che tutta la correzione sia già terminata.
Per sapere quale dei due scenari è il più credibile sarà necessario attendere un eventuale nuovo test di area 3,70/75, Oltre quei livelli probabile una estensione immediata del rialzo verso i 4,10 euro almeno. Sotto area 3,35 aumenterebbe invece il timore di un ritorno in area 2,40 euro. Supporti intermedi a 3,05 e a 2,65 euro.