Thyssenkrupp in forte calo, ecco cosa pesa sulle azioni
pubblicato:Il colosso tedesco dell'acciaio prevede forti perdite l'anno prossimo e ristrutturazioni dolorose in un contesto di mercato difficile. Cresce intanto il libro ordini grazie ai sottomarini

A Francoforte nel pomeriggio il titolo di Thyssenkrupp segna un calo del 4,75% e si riporta a 9,10 euro dopo un affondo in giornata a 8,2792. La capitalizzazione della società di Essen si comprime così a 5,66 miliardi di euro circa.
A comprimere i corsi soprattutto le previsioni fornite dai manager in occasione della presentazione dei risultati annuali al 30 settembre 2025.
L’anno prossimo, nell’esercizio al 30 settembre 2026, Thyssenkrupp si aspetta perdite tra i 400 e gli 800 milioni di euro nel contesto di una profonda ristrutturazione dell’acciaio in Europa.
Il CFO del gruppo Axel Hamann ha anche sottolineato che le stime tengono conto di condizioni di mercato ancora sfidanti e delle misure di efficientamento previste in vari segmenti, a partire dall’acciaio in Europa e dalla tecnologia automotive, che peseranno fortemente sulle uscite di cassa per 350 milioni di euro che il gruppo si aspetta nell’esercizio fino a un free cash flow, dopo l’M&A, negativo per una cifra compresa tra i 300 e i 600 milioni di euro.
L’impatto sui prezzi di Thyssenkrupp a Francoforte è inevitabile e l’azione scivola su livelli che non vedeva dallo scorso 18 agosto tra volumi impetuosi che hanno visto passare di mano oltre 10,2 milioni di azioni a fronte di una media giornaliera dell’ultimo mese di circa 3 milioni di titoli.
Thyssenkrupp, anche qualche spunto positivo dall'ultimo esercizio
Anche l’esercizio appena concluso da Thyssenkrupp è stato profondamente influenzato da condizioni di mercati difficili, ma non mancano spunti positivi.
Le vendite del gruppo sono calate del 6% a 32,8 miliardi di euro, fra prezzi e domanda debole in vari comparti, ma l’ingresso di nuovi ordini (order intake) è balzato del 15% a 37,68 miliardi di euro, grazie soprattutto alla considerevole crescita degli ordini della divisione Marine Systems (Thyssenkrupp ne conta 5: Automotive Technology, Decarbon Technologies, Materials Services, Steel Europe e Marine Systems).
A sua volta questo è soprattutto attribuito all’aggiunta di quattro sottomarini al programma tedesco-norvegese 212CD e di altri due all’ordine da Singapore.
Alcuni fattori straordinari hanno inciso sulla crescita dell’ebit adjusted da 567 a 640 milioni di euro: Thyssenkrupp segnala le buone performance della divisione Decarbon Technologies (che applica tecnologie innovative a settori diversi dalla chimica, al cemento, all’acqua) incoraggiata anche da costi addizionali straordinariamente bassi. Bassi prezzi delle materie prime hanno anche incoraggiato la unit Steel Europe che ha accresciuto l’utile operativo annuale da 261 a 337 milioni di euro.
Alla fine del conto economico Thyssenkrupp segna un utile netto attribuibile ai soci della capogruppo di 465 milioni di euro a fronte del rosso da 1,5 miliardi di un anno prima: un balzo del risultato di circa 2 miliardi dovuto in parte a riprese di valore delle quote rimaste in TK Elevator e alla vendita di Thyssenkrupp Electrical Steel India. Da ricordare in questo contesto anche la quotazione indipendente di TKMS (segmento sistemi marittimi), che ha un portafoglio ordini da 18,2 miliardi di euro e resta controllata da Thyssenkrupp AG con il 51% del capitale.
Thyssenkrupp nell’ultimo esercizio ha accresciuto l’equity di 200 milioni a 10,56 miliardi e conta 4.745 dipendenti in meno del 30 settembre 2024, per un totale attuale di 93.375 persone.
Il gruppo rimane inoltre molto solido grazie all’assenza sostanziale di debito, con un attivo finanziario netto da 4,9 miliardi e cassa e linee di credito per 6,8 miliardi dopo il ripagamento dell’ultimo bond da 600 milioni quest’anno. La società dopo aver ridotto l’utile per azione da € 2,42 a € 0,75 proporrà comunque un dividendo da 0,15 euro agli azionisti il prossimo 30 gennaio.
Thyssenkrupp, le previsioni che pesano sui prezzi
Le previsioni fornite oggi al mercato restano però critiche. Il CFO Hamann ha assunto che le condizioni di mercato difficili persisteranno l’anno prossimo e sottolineato che il gruppo lavorerà all’efficienza e al taglio dei costi.
I ricavi al 30 settembre 2026 sono attesi in calo di un range tra l’1% e il 2%, quindi nel punto medio potrebbero perdere circa mezzo miliardo a 32,34 miliardi di euro.
L’ebit adjusted potrebbe invece migliorare: la guidance lo pone tra i 500 e i 900 milioni, quindi nei 700 milioni di euro del punto medio potrebbe registrare un balzo di quasi il 9,4%
Ci saranno però - come anticipato - forti deflussi di cassa con un free cash flow ante M&A tra -300 e -600 mln (erano +363 mln a fine settembre) che subirà 350 milioni di impatto di ristrutturazioni soprattutto nelle divisioni Steel Europe e Automotive Technology. Questo porta al dato più brutto e driver (negativo) dei prezzi di oggi: le perdite attese tra 400 e 800 milioni di euro sui cui peseranno gli accantonamenti per la ristrutturazione dell’acciaio europeo.
Nel lungo periodo, quello fino al 2030, Thyssenkupp AG punta a trasformarsi in una holding finanziaria aperta all’investimento di terzi nei vari business specifici, ma il percorso potrebbe essere doloroso.
Nel settore automotive, che ha lanciato un piano globale di efficientamento a marzo, è prevista una riduzione dei costi da 150 milioni di euro che dovrebbe passare dal taglio di 1.800 posizioni corporate e amministrative.
È in atto nelle quattro ruote una profonda revisione del portafoglio di soluzioni e a fine novembre il gruppo ha avviato la vendita della divisione Ingegneria dell’automazione alla Agile Robots SE di Monaco che con la fusione dei nuovi asset diventerà “Krause Automation”.
Nell’ambito delle Decarbon Technologies, Thyssenkrupp ha richiamato l’attenzione sul leader degli impianti di ammoniaca Uhde, su Rothe Erde, su Polysius e su Thyssenkrupp Nucera.
Previsti anche investimenti mirati in Nord America per la Materials Services.
Il ridimensionamento importante dell’acciaio fa parte del quadro con la previsione di un taglio della capacità di consegna da 11,5 a 8,7-9 milioni di tonnellate e un accordo recente con il sindacato IG Metall e una profonda ristrutturazione che passera dal taglio o dall’outsourcing di circa 11 mila posti di lavoro.
Una profonda revisione che è parte rilevante di tutta la strategia industriale tedesca e pesa già oggi sulle previsioni di perdite per il 2026 e sull’andamento del titolo Thyssenkrupp a Francoforte.
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