Trump allenta la morsa su Cina e Powell, FMI taglia stime PIL

di Simone Ferradini pubblicato:
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Toni concilianti della Casa Bianca dopo il tonfo di Wall Street ma la guerra dei dazi incombe sulla crescita

Trump allenta la morsa su Cina e Powell, FMI taglia stime PIL

Wall Street rimbalza dopo la caduta di lunedì. Ieri Trump ha dichiarato che non intende "licenziare" Powell. Dopo le dure critiche all'operato della Federal Reserve - che comunque sono confermate - si erano diffuse indiscrezioni, oltretutto confermate dal consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett, secondo cui lo staff di Trump era al lavoro per scovare una appiglio legale per silurare il numero uno della Fed, colpevole di tardare nel tagliare i tassi, prima della scadenza naturale del suo mandato a maggio 2026.

Distensione su dazi Cina, trattative saranno faticose

Il passo indietro di Trump ha riportato la calma sui mercati, complici anche le dichiarazioni distensive sulla battaglia commerciale con la Cina. Il presidente americano si è detto ottimista sui negoziati con Pechino: i dazi alla fine saranno ben inferiori al 145% attuale, livello cui la Cina ha risposto con tariffe del 125% sui beni importati dagli USA. Ma non sarà un percorso semplice: il segretario al Tesoro Scott Bessent, nel corso di un incontro a porte chiuse con gli investitori organizzato da JP Morgan, ha detto che le trattative non sono ancora partite e che si tratterà di un percorso molto faticoso.

FMI taglia stime crescita, soprattutto per gli USA

Intanto arrivano ulteriori indicazioni sugli effetti nefasti della guerra commerciale avviata dalla Casa Bianca. Ieri il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime sulla crescita globale. Il PIL mondiale nel 2025 farà segnare +2,8% contro il +3,3% delle previsioni di gennaio. A rimetterci di più, secondo il FMI, saranno proprio gli USA con crescita a +0,9%, dimezzata rispetto al +1,8% precedente, oltretutto con inflazione al 3% contro il 2% indicato a gennaio, il che renderebbe ancor meno probabili nuove riduzioni dei tassi da parte della Fed. Flessioni, seppur meno consistenti, anche per l'eurozona (PIL a +0,8% da +1,0%) e la Cina (+4,0% da +4,6%).

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