Unicredit prende tempo sull'offerta per il Banco BPM

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Piazza Gae Aulenti chiede una sospensione alla Consob per trattare con il governo. La scorsa settimana si sono tenuti gli incontri tecnici preliminari sul Golden Power, ma servirà di più

Unicredit prende tempo sull'offerta per il Banco BPM

Unicredit prende tempo sull’offerta di scambio per il Banco BPM. La banca guidata da Andrea Orcel ha chiesto alla Consob di sospendere l’offerta.

Serve tempo per negoziare con il governo sul golden power che ha imposto diversi vincoli all’operazione.

Giovedì scorso già un primo incontro di natura tecnica si è tenuto a Roma, ma è risultato chiaro che, per un confronto più costruttivo, sarebbe servito più tempo e da qui la decisione della banca di chiedere all’Autorità una sospensione.

L’offerta prevede 0,175 azioni di Unicredit per ogni titolo del Banco BPM, è formalmente cominciata lo scorso 28 aprile e dovrebbe terminare il 23 giugno 2025.

In pratica l’operazione non è mai davvero cominciata, visto che alla data di venerdì scorso 16 maggio era stato apportato lo 0,016% circa dei titoli oggetto di offerta (ossia circa 252 mila azioni).

Una circostanza che non stupirebbe in altri casi - spesso gli azionisti aderiscono all’ultimo momento nella speranza di un rialzo della proposta - ma che in queste circostanze acquistava un carattere particolare.

Unicredit, i vincoli del golden power

Il 18 aprile infatti il governo ha imposto a Unicredit specifiche prescrizioni per l’offerta sul Banco BPM nell’ambito delle norme sul golden power.

C’erano alcune richieste, come quella di un’uscita dalla Russia entro 9 mesi, che si incrociavano con analoghi input giunti dal’Europa e dalla Bce, ma che potrebbero non essere del tutto nelle mani della banca di Piazza Gae Aulenti (e oltretutto soltanto nel primo trimestre in Russia Unicredit ha registrato utili da 256 milioni di euro che sono più del 9% degli utili complessivi).

Ma sono state soprattutto le altre prescrizioni a impensierire il management guidato da Andrea Orcel. Per procedere sul Banco BPM, il governo vuole che Unicredit si impegni a non ridurre il rapporto impieghi/depositi in Italia sia nel proprio perimetro che in quello dell’acquisita per un periodo di almeno 5 anni con l’obiettivo di aumentare i prestiti a famiglie e PMI.

Un’altra richiesta riguarda la conservazione per almeno per almeno cinque anni dell’attuale peso degli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani.

Nel 2024 Banco BPM calcolava debiti verso la clientela (non bancaria, ossia depositi e affini) per circa 100,5 miliardi di euro e finanziava la clientela con 103,4 miliardi di euro. Unicredit nello stesso periodo contava depositi da clientela per 183 miliardi e crediti verso la clientela (ossia finanziamenti) per 144 miliardi di euro.

Il governo in questo ambito vorrebbe sostanzialmente mantenere o aumentare gli impieghi delle risorse finanziarie per il finanziamento delle famiglie e delle PMI italiane.

Del piano fa parte anche la richiesta di non ridurre l’attuale portafoglio di project finance del Banco BPM e di Unicredit in Italia.

Unicredit, la richiesta di tempo per i colloqui con il governo

Che il primo incontro tecnico di giovedì scorso non potesse portare a una soluzione era chiaro, solo tecnici, come il direttore delle partecipazioni del MEF Stefano Di Stefano e i responsabili m& e affari legali di Unicredit Giacomo Marino e Rita Izzo, per un confronto che richiede anche un’impronta politica (oltretutto servirebbe un passaggio dal consiglio dei ministri per un altro eventuale Dpcm).
Dal ministero erano inoltre trapelate alla stampa posizioni tranchant (“il dpcm è quello, non si interpreta e non si modifica”).

Ora la richiesta di più tempo, di una sospensione fino a 30 giorni dell’offerta di scambio di Unicredit sul Banco BPM, chiarisce che sono in essere delle trattative e quindi che sono possibili delle visioni costruttive sul dossier.

Già dei segnali da Piazza Gae Aulenti erano giunti con il sostegno alla lista Caltagirone in occasione dell’assemblea di Generali, qualcuno aggiunge anche la sponsorizzazione dell’America’s Cup di Napoli nel 2027.

Già in occasione dei dati del primo trimestre l’ad di Unicredit Andrea Orcel aveva affermato un sostanziale “valuteremo” sul tema caldo dell’offerta sul Banco BPM e dei paletti del golden power.

Con la richiesta di sospensione alla Consob, Unicredit esclude implicitamente (per ora) la decisione di rinunciare all’offerta sul Banco BPM e conferma la volontà di un dialogo sul tema con il governo. Adesso toccherà ai prossimi incontri pesare la possibilità effettiva di un accordo.