USA contro Iran: i mercati incassano con disinvoltura
pubblicato:Qualche fibrillazione per gas e petrolio con il rischio di chiusura dello Stretto di Hormuz come rappresaglia da parte di Teheran

Reazione tutto sommato composta dei mercati dopo l'attacco USA alle basi atomiche dell'Iran del fine settimana, la più ampia azione militare occidentale contro il Paese asiatico dal 1979, ovvero dai tempi della rivoluzione islamica che portò al potere l'Ayatollah Khomeyni. Le borse europee sono in calo di pochi decimi di punto percentuale, in verde quelle asiatiche. A Wall Street i future oscillano intorno alla parità.
Dollaro e oro poco mossi
Sul mercato valutario poco mosso il dollaro che dopo un allungo nelle prime ore della notte ritraccia e torna sui livelli della serata di venerdì. EUR/USD è sceso fino a 1,1456 (minimo dal 19 giugno contro il biglietto verde) ma ora si sta riavvicinando al massimo di venerdì a 1,1544, segna 1,1500. Non si vede quindi una fuga verso la sicurezza rappresentata, in teoria, dalla divisa americana . Movimenti simili per l'oro che nella notte raggiunge il massimo dal 18 giugno a 3387 $/oncia e poi ripiega sui 3353. Il metallo giallo resta a distanza dal record storico a quota 3500 raggiunto il 22 aprile.
Petrolio e gas in rialzo
Qualche fibrillazione in più sul fronte dell'energia con il petrolio che sale sui massimi da gennaio toccati nella notte: i future settembre segnano per il Brent 76,20 $/barile (massimo a 79,40), per il WTI 72,65 $/barile (massimo a 75,75). Anche il gas accelera e tocca i massimi dal 2 aprile: il Dutch TTF Natural Gas Future luglio segna 41,650 euro/MWh, +1,8% rispetto alla chiusura della seduta precedente (40,929). Una delle possibili rappresaglie di Teheran è la chiusura dello Stretto di Hormuz, uno snodo cardine per il trasporto di petrolio e gas liquefatto.