Amazon, rumors su 30 mila esuberi in arrivo
pubblicato:Giovedì la società presenta i dati trimestrali e l'azione potrebbe tentare nuovi test dei massimi storici. Sui tagli del personale indicazioni erano già arrivate dal CEO Jessy, ma dietro l''odio per la burocrazia', potrebbe esserci la volontà di ridurre le spese a causa della lievitazione degli investimenti in AI

A pochi giorni dalla trimestrale in calendario per dopodomani, il prossimo 30 ottobre, Amazon fa parlare di sé per un nuovo taglio imponente di personale.
Un intervento davvero impressionante, quasi inedito per dimensioni, visto che circa il 10% del personale corporate, ossia ben 30 mila dipendenti della casa di Seattle, potrebbe finire in esubero.
Si tratta solo di voci, per ora, fonti vicine al dossier ne hanno parlato con con Reuters, ma già Trueup, che tiene costantemente il conto dei licenziamenti nel tech a stelle e strisce incamera la stima.
Sono circa 350 mila i dipendenti corporate di Amazon, mentre il personale complessivo globale arriva a circa 1,55 milioni di persone.
Solo nel 2022 si era visto qualcosa del genere, con circa 27 mila tagli di personale.
I licenziamenti sarebbero già partiti questa settimana, oggi sarebbero partite le prime mail.
Diverse le aree interessate, dalle risorse umane all’area PXT (People Experience and Technology), una innovativa divisione nell’ambito delle risorse umane che studia l’esperienza dei dipendenti anche come utenti dei servizi e delle tecnologie di Amazon.
Coinvolte anche operations, devices e services, e la potentissima Amazon Web Services, in sigla AWS, che da sola fa più di metà dell’utile operativo del gruppo (10,16 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2025 su un utile operativo di gruppo di 19,17 miliardi di dollari).
Amazon, il CEO Jessy vuole semplificare il processo decisionale da tempo
La parola d’ordine è semplificazione, quel termine inglese che con streamline verticalizza come mai prima interi business grazie alla tecnologia, ma che anche il CEO di Amazon Andy Jessy avrebbe riassunto con l’eliminazione dell’eccesso di burocrazia.
Già lo scorso novembre Jassy aveva sottolineato di odiare la burocrazia: “La verità è che il senior leadership team e io odiamo la burocrazia”, aveva detto durante una call interna.
Troppe persone coinvolte nei processi decisionali che appesantivano il decision-making con la conseguenza implicita non solo di un piano di riduzione dei manager, ma anche di una riduzione dei passaggi tra i dipendenti e i leader, ipotizzato anche come ampliamento dei team e impiego dei manager su più ruoli.
Amazon, tre possibili interpretazioni dei licenziamenti
Già allora gli interrogativi più immediati si erano focalizzati su almeno tre scenari.
I manager erano da ridurre perché sottoperformavano rispetto alle attese? Magari mancando in quelle attività collaterali importanti in Google come il coaching e la mentorship?
Amazon sta iniziando a realizzare in concreto i vantaggi produttivi promessi dall’impiego dell’intelligenza artificiale e può quindi permettersi dei risparmi di costo sul fronte delle linee manageriali?
Il terzo quesito, in parte accostabile al secondo, riguarda invece il più generale di risparmio dei costi in una fase in cui Amazon come tutte le imprese tecnologiche e industriali globali investe molto in intelligenza artificiale.
Amazon, gli investimenti hanno già sforbiciato il free cash flow
I capex di Amazon sono cresciuti in maniera molto significativa negli ultimi anni (anche profitti e giro d’affari naturalmente) e sono passati prendendo dai meno di 49 miliardi di dollari nei 12 mesi precedenti il 30 marzo 2024 a 102,95 miliardi di dollari nei 12 mesi allo scorso 30 giugno 2025, né ci sono segnali di un rallentamento, anzi.
Il free cash flow nello stesso range di confronto è crollato da 50,14 a 18,18 miliardi di dollari: un calo drammatico nonostante il balzo nello stesso periodo del cash flow operativo da 99,14 a 121,13 miliardi di dollari.
Se si scatta una fotografia ai flussi dei 12 mesi precedenti lo scorso 30 giugno si osservano un cash flow operativo di 121,13 mld in crescita del 13%, capex in aumento dell’87% e un crollo del free cash flow del 66%.
Sì l’utile balza del 35% a 18,16 miliardi, ma in definitiva la società investe più di quanto guadagna, molto di più e bisognerà mettere un freno ai costi e forse questi interventi sulle linee del management potrebbero quindi implicare qualcosa di più di una revisione organizzativa della governance e puntare a risparmi in conto economico.
Sicuramente la riunione di giovedì affronterà questi temi, perché il mercato da tempo si interroga sull’efficacia e la sostenibilità degli investimenti in applicazioni e infrastrutture per l’AI del big tech a stelle e strisce, né sono mancate le reazioni dure di mercato a dati sugli investimenti ritenuti troppo generosi.
Amazon, il titolo alle prese con ostacoli tecnici di rilievo
La società controllata da Jeff Bezos vale a Wall Street 2.474 miliardi di dollari e potrebbe in occasione dei dati di dopodomani aggiornare i massimi storici aggiornati appena lo scorso 4 febbraio a 242,52 dollari per azione.
Ostacoli intermedi sui 228,4 dollari dei massimi di ieri posti in un’area critica già testata senza successo a inizio mese, quindi i baluardi di area 233-235 dollari.
L’area dei 228 euro ospita anche il 61,8% di ritracciamento di tutto il calo compreso tra i top di settembre a 238,85 e i minimi a 211 dollari del 17 ottobre, un’area, quest’ultima, che a sua volta si trova sul 61,8% di ritracciamento del più ampio movimento tra i citati massimi di febbraio e i minimi di aprile a 161 dollari circa, dove si è consolidato a più riprese un supporto tecnico di rilievo. In definitiva i movimenti del titolo Amazon sono molto tecnici e ci sono opportunità di allunghi nell’area inesplorata oltre i 242 dollari con i dati in arrivo che potrebbero agire da catalizzatori dei prezzi.
Amazon, il consensus per i dati di giovedì
Cosa si aspetta il mercato il consensus raccolto da S&P Market Intelligence tra 44 analisti vede un utile per azione a 1,56 dollari con ricavi trimestrali (tra 50 analisti) a 177,74 miliardi di dollari.
Nell’anno l’eps dovrebbe essere di 6,64 dollari e i ricavi dovrebbero raggiungere i 708,8 miliardi di dollari.
A 1,57 dollari per azione il consensus di earnings per share raccolto dal Nasdaq che vede a 6,82 dollari la media delle stime di utili per azione a fine 2025.
L’ultima volta Amazon aveva sbaragliato il consensus sugli utili archiviando il secondo trimestre del 2025 con un eps da 1,68 dollari contro una media delle stime degli analisti di 1,33 dollari.
Riuscirà anche questa volta?
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