Azioni Nexi toniche, Worldline esclude M&A
pubblicato:Fincantieri debole con il settore difesa su prospettive pace Ucraina, acquisisce Xtera in consorzio con Prysmian e rafforza il polo subacqueo

Nexi ha chiuso la seduta di ieri in rialzo dell'1,7% dopo che l'amministrato delegato della concorrente Worldline ha ribadito, in una intervista, l'importanza del mercato italiano, escludendo l'ipotesi di M&A tra i due gruppi.
Le indiscrezioni su CDP
Nei giorni scorsi era circolata la voce che CDP potrebbe incrementare la propria partecipazione in Nexi dal 19,1% (secondo maggior azionista dopo H&F con il 20,3%) fino al limite del 30%. Poco meno di un mese fa si era parlato della possibilità di acquisto della quota di Mercury (3,0%).
Da segnalare inoltre che nelle scorse settimane il cda del gruppo, dopo aver esaminato l'offerta, soggetta a condizioni, pervenuta da TPG per l'acquisto di assets facenti parte della business unit DBS, aveva deliberato di non procedere con l'operazione proposta.
L'analisi del grafico di Nexi
Graficamente il titolo sta cercando di risalire la china dopo essere sceso a novembre fino a quota 3,661. I prezzi hanno oltrepassato in area 4,00 la trendline che guidava il ribasso dai top di agosto, dando l'impressione di voler proseguire il cammino che potrebbe portare alla copertura del gap down di inizio novembre a 4,412 euro, riferimento attorno al quale troviamo anche il 38,2% di ritracciamento del citato ribasso.
Il prossimo ostacolo nel breve è rappresentato dalla media mobile esponenziale a 50 sedute, già testata ieri dai corsi in area 4,20, capace per il momento di frenarne la risalita. Oltre 4,45 via libera poi verso 4,70 euro. Nuovi segnali di cedimento invece sotto 3,90, preludio al ritorno sui minimi a 3,66 euro, obiettivo successivo in area 3,30.
Fincantieri in calo lunedì: il titolo ha ceduto l'1,72% a 16,55 euro. I prezzi hanno oscillato tra 16,22 e 16,70 euro.
Le indiscrezioni su un possibile avanzamento verso una pace tra Russia e Ucraina hanno innescato una giornata di vendite sul settore della difesa, sia a Piazza Affari sia sui principali listini europei. A Milano Leonardo ha ceduto circa il 2%, mentre titoli come Rheinmetall, Saab, Hensoldt e Kongsberg hanno registrato ribassi analoghi, poi in parte riassorbiti nel corso del pomeriggio.
Il movimento riflette un repricing di breve periodo legato allo scenario geopolitico, più che un vero cambio di prospettiva strutturale per il comparto, che resta sostenuto da programmi di riarmo pluriennali già finanziati. In questo contesto, Fincantieri si è distinta per una narrativa diversa rispetto ai puri titoli difesa, grazie a una strategia di diversificazione industriale sempre più evidente.
Fincantieri rafforza il polo subacqueo con l’acquisizione di Xtera
La notizia più rilevante sul fronte corporate riguarda infatti Fincantieri, che insieme a Prysmian ha annunciato l’acquisizione del gruppo britannico Xtera, specializzato in reti di cavi sottomarini globali. L’operazione, realizzata tramite una joint venture (80% Prysmian e 20% Fincantieri), attribuisce a Xtera un enterprise value di circa 65 milioni di dollari e dovrebbe chiudersi nel primo trimestre del 2026.
Per Fincantieri si tratta di un passaggio strategico di grande rilievo: rafforza il Polo Tecnologico della Subacquea, uno dei pilastri della strategia industriale del gruppo; consolida il posizionamento nelle infrastrutture critiche sottomarine, settore che va ben oltre la difesa tradizionale e intercetta temi come sicurezza energetica, telecomunicazioni, digitalizzazione e protezione delle reti; riduce la dipendenza ciclica dal solo comparto militare, ampliando l’esposizione a business strutturalmente in crescita e ad alto contenuto tecnologico.
In un momento in cui i titoli della difesa reagiscono negativamente alle ipotesi di distensione geopolitica, questa mossa contribuisce a rendere Fincantieri meno sensibile agli shock di breve periodo e più ancorata a trend industriali di lungo termine.
Sul fronte infrastrutture, Fs ha annunciato una partnership strategica con Certares per lo sviluppo internazionale dell’alta velocità, con un focus iniziale su Francia e Regno Unito e un piano di investimenti da circa 1 miliardo di euro. L’operazione rafforza il profilo internazionale del gruppo e il posizionamento del made in Italy nel trasporto ferroviario ad alta velocità.
Nel settore auto, Leapmotor, partner cinese di Stellantis, ha alzato le ambizioni dichiarando l’obiettivo di 4 milioni di veicoli venduti l’anno entro il 2035, con un primo target intermedio di 1 milione già nel 2026. Un segnale che conferma l’intensità della competizione globale sugli smart electric vehicle.
Negli Stati Uniti, infine, riflettori puntati su Lululemon, dove il fondatore Chip Wilson ha avviato una proxy fight contro l’attuale consiglio di amministrazione, accusato di aver indebolito il brand. La mossa arriva dopo un crollo del titolo del 45% da inizio anno, legato alla stagnazione delle vendite e alla perdita di appeal del marchio.
Fincantieri: lo scenario grafico
Dopo il forte rialzo sviluppato dal minimo di giugno 2024, il titolo Fincantieri ha avviato a ottobre una fase di correzione fisiologica, culminata il 18 dicembre in area 15,50 euro, livello particolarmente rilevante dal punto di vista tecnico. In quell’area i prezzi hanno infatti intercettato il 50% di ritracciamento di Fibonacci dell’intero movimento rialzista partito dai minimi di giugno 2024, trovando una prima risposta da parte della domanda.
Da quel livello è partito un rimbalzo tecnico, che ha riportato le quotazioni verso un’area cruciale: la media mobile esponenziale a 200 giorni, violata al ribasso il 17 dicembre e ora in transito attorno a 16,70 euro. Questo livello rappresenta attualmente il vero spartiacque tra un semplice rimbalzo correttivo e un tentativo più credibile di ricostruzione del trend rialzista.
Un recupero stabile sopra la media a 200 giorni rafforzerebbe l’ipotesi che la discesa di dicembre sia stata una correzione all’interno di un trend primario ancora impostato positivamente. In questo caso: il primo obiettivo si colloca in area 19 euro, dove passano precedenti resistenze statiche; un superamento deciso di questa soglia aprirebbe spazio verso 21 euro, area di riferimento tecnica e psicologica, oltre la quale il titolo potrebbe tornare a esprimere una dinamica di forza più strutturale.
Sul fronte opposto, il supporto chiave resta area 15,50 euro. Una violazione netta di questo livello indebolirebbe sensibilmente il quadro tecnico e aumenterebbe il rischio di una correzione più profonda. In tale scenario: si aprirebbe la strada a un movimento verso 12,51 euro, livello corrispondente alla base del gap del 20 maggio, che rappresenta il principale supporto di medio periodo.
In questa fase Fincantieri si trova in una zona di equilibrio delicato: sopra 16,70 il rimbalzo può evolvere in una ricostruzione del trend, con obiettivi progressivi a 19 e 21 euro; sotto 15,50 il quadro diventerebbe difensivo, con rischio di accelerazioni ribassiste verso livelli sensibilmente più bassi.
Il contesto fondamentale – con il rafforzamento nel polo subacqueo e la maggiore diversificazione industriale – resta un elemento di supporto di medio-lungo periodo, ma nel breve è il grafico a dettare il ritmo, rendendo cruciale il comportamento dei prezzi attorno alla media mobile a 200 giorni.
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