Banco BPM e Crédit Agricole Italia riaccendono il risiko bancario

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Banco BPM–Crédit Agricole: verso il secondo polo bancario italiano. Governance, golden power e il ruolo di Anima: i nodi da sciogliere

Banco BPM e Crédit Agricole Italia riaccendono il risiko bancario
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Il risiko bancario italiano torna sotto i riflettori

Il risiko bancario italiano torna sotto i riflettori, con un possibile scenario destinato a cambiare gli equilibri del settore: la nascita del secondo polo bancario del Paese attraverso un’intesa tra Banco BPM e Crédit Agricole Italia.

Dopo il tentativo fallito di UniCredit di lanciare un’OPS su BPM, il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ha riaperto il dialogo con il suo principale socio francese (oltre il 20% del capitale), già partner strategico nel credito al consumo e nelle polizze.

L’ipotesi allo studio, seguita da advisor di primo piano (Lazard, Citi, Rothschild e Deutsche Bank), prevede che Castagna rimanga alla guida della nuova entità, mentre il consiglio di amministrazione vedrebbe una presenza significativa di Crédit Agricole.

Il nodo principale resta quello della governance

Il nodo principale resta quello della governance, tema su cui anche il governo italiano ha acceso l’attenzione, in particolare in vista del rinnovo del board di BPM previsto per la primavera.

Le nuove regole del TUF complicano la possibilità di una lista unica presentata dal cda uscente: una soluzione potrebbe arrivare dal fronte comune dei grandi soci italiani e francesi, che insieme detengono circa il 6,5% del capitale.

Lo schema ipotizzato: conferma di Castagna come AD e presidenza in quota a Parigi.

Sul tavolo resta anche la partita di Anima Sgr

Sul tavolo resta anche la partita di Anima Sgr, partecipata chiave di BPM, che potrebbe fungere da asset negoziale.

Un eventuale passaggio di quote ad Agricole (fino al 35-40%) permetterebbe di equilibrare gli interessi, ma si tratta di un punto molto delicato sotto il profilo politico.

Il governo italiano osserva con cautela: il ministro dell’Economia Giorgetti ha già avvertito che il golden power sarà applicato senza eccezioni.

L’operazione ha una forte logica strategica

Dal punto di vista industriale, l’operazione ha una forte logica strategica. Crédit Agricole Italia, con circa 1.000 filiali e 92 miliardi di attivi, rappresenta oggi una realtà solida ma di dimensioni medie, con buona redditività (ROE al 10%, cost/income al 51,5%). La valutazione stimata si aggira attorno agli 8 miliardi di euro (5,5-6 miliardi per la quota francese).

L’integrazione con BPM consentirebbe di creare un gruppo con 300 miliardi di asset e una quota di mercato nazionale del 14%, che salirebbe al 24% in Lombardia, territorio chiave per la raccolta e gli impieghi.

Per Crédit Agricole si tratterebbe di un passo importante

Inoltre, i ricavi commissionali avrebbero un ruolo di rilievo (circa il 45% del totale), grazie soprattutto ad Anima, a condizione che BPM non ne modifichi la struttura proprietaria.

Per Crédit Agricole si tratterebbe di un passo importante, ma in linea con la sua tradizionale strategia di crescita prudente e relazioni di lungo periodo, evitando mosse aggressive sul mercato italiano.

La combinazione BPM–Crédit Agricole darebbe vita a un polo bancario di scala europea

La combinazione BPM–Crédit Agricole darebbe vita a un polo bancario di scala europea, con forte radicamento territoriale, capacità di generare ricavi diversificati e potenziale per ridisegnare la mappa competitiva del settore in Italia.

Restano però da sciogliere i nodi politici (golden power, ruolo di Anima) e quelli di governance, che saranno determinanti per capire se il progetto riuscirà a concretizzarsi.

Dati economici e valutazioni

  • Crédit Agricole Italia:

    • ~1.000 filiali (374 Lombardia, 157 Emilia-Romagna, 127 Nord Est).

    • 92 miliardi attivi.

    • ROE 10%, cost/income 51,5%.

    • Proventi oltre 3 miliardi.

    • Valutazione stimata: 8 miliardi (5,5-6 mld la quota francese).

  • Nuovo gruppo post fusione:

    • Asset complessivi: 300 miliardi.

    • Quota di mercato nazionale: 14%.

    • Quota Lombardia: 24%.

    • Ricavi commissionali: 45% del totale (grazie ad Anima).


Vantaggi industriali

  • Creazione del secondo polo bancario italiano.

  • Maggiore scala e penetrazione commerciale.

  • Più forza competitiva rispetto ai big (Intesa, UniCredit).

  • Diversificazione ricavi con forte componente commissionale.

  • Ingresso di Crédit Agricole in un network più ampio senza forzature, coerente con la sua strategia prudente.