Impresa, chi è la nuova preda di MediaForEurope
pubblicato:Il gruppo portoghese ha confermato negoziati in esclusiva per una quota significativa. Storia e carta d'identità del big di Lisbona delle televisioni e della carta stampata. Le reazioni in Borsa, i numeri di Impresa

I comunicati in questi casi sono spesso stringati, poche righe alla CMVM, la Consob del Portogallo, per dire che è vero, Impresa conferma che il suo azionista di riferimento, ossia IMPREGER - Sociedade Gestora de Participações Sociais, S.A. e quindi la famiglia Balsemão che la controlla, ha avviato trattative in esclusiva per la possibile cessione di una quota rilevante del gruppo televisivo portoghese alla MediaForEurope di casa Berlusconi. La stessa MFE che controlla, tra l’altro, Mediaset in Italia, Endesa in Spagna e di recente ha conquistato ProsiebenSat in Germania.
MediaForEurope in manovra di nuovo, ma chi è Impresa?
Il sito della holding, che come spesso fanno le società storiche riporta una breve cronologia degli eventi più rilevanti, indica la nascita della società nel 1972, quando Francisco Pinto Balsemão creò Sijornal, “il seme di quello che oggi è Impresa”.
Natali nobili, anzi nobilissimi – è il caso di dirlo – perché Balsemão può vantare avi illustri, per parte di madre collegabili addirittura a Pietro I di Brasile e IV di Portogallo (inizio Ottocento) di cui la madre di Balsemão era nipote.
Francisco Pinto Balsemão si innamora presto del giornalismo, senza rinunciare intanto a un carriera da docente di Diritto (in cui si laurea) sotto l’egida del giurista Pedro Soares Martínez. Nel 1967 fonda la rivista Mais Alto (edita all’Aeronautica portoghese), poi diventa segretario di direzione di Diario Popular (non l’odierna testata argentina, ma quella portoghese chiusa nel 1991) e nasce così nel 1973 Expresso, ancora oggi il maggiore quotidiano del Portogallo, di stanza rigorosamente a Lisbona. Spuntano nel tempo anche Blitz, il premio Pessoa…
Nel frattempo anche la vita politica, Francisco José Pereira Pinto de Balsemão - che ha ancora oggi il 99,99% dei diritti di voto di IMPREGER che controlla il 51,811% della quotata Impresa – è stato infatti anche primo ministro del Portogallo dal gennaio del 1981 al giugno del 1983.
Per la società Impresa un anno di svolta è il 1991, quando il gruppo si apre e investitori esterni e diventa uno dei fondatori di SIC – Sociedade Independente de Comunicação, che trasmetterà i primi canali televisivi privati dall’anno successivo (Canale 3).
Nel 2000 la quotazione a Lisbona e poi il lungo percorso fino all’oggi dei legami con l’italiana MediaForEurope.
MediaForEurope e Impresa, due reazioni diverse in Borsa
Il mercato alla notizia reagisce con debolezza sul titolo di MediaForEurope (-0,14% a 4,326 euro in queste ore), come spesso accade sui titoli impegnati in conquiste che potrebbero rivelarsi dispendiosa. Più che da copione la reazione di Impresa che a Lisbona segna un balzo astronomico dell’84,92% a 0,233 euro per azione.
Questo significa per la portoghese una capitalizzazione di circa 39,14 milioni di euro, che per quel colosso sempre più europeo che è MFE è assolutamente gestibile.
Impresa ha dei numeri di primo piano per il Portogallo, i suoi siti internet hanno una media di 20 milioni di pagine viste al mese. Il gruppo produce ben 8 canali televisivi ( SIC, SIC Internacional, SIC Notícias, SIC Radical, SIC Mulher, SIC K, SIC Caras, Txillo) e il suo Expresso è appunto il maggior quotidiano portoghese con una tiratura da 84 mila copie.
Nel primo semestre SIC ha avuto uno share medio del 14,8% con oltre 3,75 milioni di spettatori al giorno, l’insieme dell’offerta televisiva, con anche la piattaforma digitale Opto, ha raggiunto uno share del 19,5%.
In soldoni Impresa ha registrato ricavi sostanzialmente stabili (-0,8%) a 85,9 milioni di euro, dei quali 73,8 milioni dalla televisione. L’ebitda ha registrato un calo del 35,5% a 2,9 milioni di euro (vs. 4,5 milioni nella prima metà del 2024) e il semestre si è chiuso con una perdita totale di 5,1 mln (-27,1% dai 4 mln precedenti) e una perdita rettificata stabile a 3,9 milioni di euro. A fine giugno il gruppo mostra un debito netto di 148,2 milioni di euro in forte calo dai 248,6 milioni del giugno 2011, ma ancora elevato.
Se anche escludiamo i costi di ristrutturazione e prendiamo l’ebitda adjusted da 3,9 milioni e lo annualizziamo (moltiplicandolo per due), il debito netto/ebitda adjusted, ossia la leva finanziaria rimane su un elevato 17,2x ben lontano dall’area dei 6x più consona a una società dalla redditività sostenibile.
Anzi il gruppo è reduce da un terribile 2024 che ha registrato una perdita da oltre 56 milioni di euro, dovuta soprattutto a una svalutazione di avviamento nei segmenti Television e Infoportugal, che ha portato il patrimonio netto da 150 a 93,8 milioni a fine 2024. Il genere di operazioni che potrebbe anticipare una ristrutturazione societaria e forse, oggi sembra nettamente più probabile, una cessione.
Di certo se si guardano i numeri appena pubblica di MFE-MEDIAFOREUROPE NV: ricavi a 1,43 miliardi nel primo semestre, ebit a 105,6 milioni, utile netto in crescita da 104,7 a 130,2 milioni di euro nei primi sei mesi (ma in calo da 100 a 80,7 milioni al netto della partecipazione in ProsiebenSat.1) è un altro campionato, ma questo a fronte della pressione crescente dei big OTT come Amazon Prime o Netflix, incoraggia anzi a fare squadra.