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Bond a tasso variabile: opportunità da cogliere?

di Enrico Danna pubblicato:
2 min

Nel variegato panorama delle forme di investimento, ci sono i cosiddetti titoli a tasso variabile. Possono essere emessi dallo Stato, da Enti o Istituzioni sovranazionali oppure anche dalle singole Società (in questo ultimo caso vengono definiti bond). Come funzionano esattamente questi titoli?

Bond a tasso variabile: opportunità da cogliere?

Nel variegato panorama delle forme di investimento, ci sono i cosiddetti titoli a tasso variabile. Possono essere emessi dallo Stato, da Enti o Istituzioni sovranazionali oppure anche dalle singole Società (in questo ultimo caso vengono definiti bond). Come funzionano esattamente questi titoli? Sono convenienti? Quali sono gli accorgimenti che bisogna utilizzare e ai quali prestare particolare attenzione?

Bond a Tasso Variabile: opportunità di mercato

Nell’ottica di una sana diversificazione dei propri risparmi, i titoli a tasso variabile, rappresentano sicuramente una opportunità da cogliere. Certo, se pensiamo solo alla loro redditività, ovvero ai flussi cedolari che garantiscono, ci sono ovviamente dei periodi in cui sono più appetibili e altri meno.

Una fase di tassi di mercato in salita, come quella attuale, ad esempio, rappresenta di certo un biglietto da visita positivo per questa tipologia di investimenti. Essendo infatti legati ai tassi di mercato, le cedole che vengono periodicamente pagate al sottoscrittore, sono indicizzate proprio all’andamento dei tassi di mercato stessi. In un frangente caratterizzato da inflazione galoppante (come quello che stiamo vivendo) e Banche Mondiali che stanno ritoccando i tassi di interesse al rialzo, le cedole sono quindi destinate a salire e a regalare buone soddisfazioni ai detentori delle obbligazioni.

Proprio perché legati direttamente all’andamento dei tassi di mercato, questi bond, dovrebbero inoltre far segnare oscillazioni di prezzo abbastanza contenute, a meno che, ovviamente, non intervengano altri fattori critici (quali, ad esempio, il peggioramento dei conti aziendali e un possibile stato di insolvenza). Ecco che quindi, anche in caso di smobilizzo prima della scadenza, non si dovrebbero avere se non minimi contraccolpi a livello di possibili perdite in conto capitale.

Bond a tasso variabile: effetto stabilizzatore

I titoli a tasso variabile, all’interno di un portafoglio di investimenti svolgono una funzione di equilibrio, ovvero di stabilizzazione. Essendo meno soggetti alla volatilità determinata dalle oscillazioni dei tassi di interesse (in quanto ancorati ad essi), vanno a creare una componente stabile, sia a livello di rendimento che di capitale, all’interno del portafoglio stesso.

Chiaramente, come già accennato in precedenza, occorre valutare sempre l’affidabilità e la solvibilità dell’emittente. Detto questo, non bisogna nemmeno esagerare, pensando di infarcire il proprio wallet di titoli con una massiccia dose di questi bond. Se da un lato svolgono un effetto stabilizzante, dall’altro, specie nel medio/lungo periodo, non permettono di beneficiare di rendimenti di mercato potenzialmente più elevati ed interessanti che altre forme di investimento sanno offrire.

Il tutto, come sempre, va dosato nelle giuste quantità e rapportato alle esigenze emerse dalla analisi dei bisogni e identificato dalla corretta pianificazione finanziaria eseguita. In una fase come quella attuale, tuttavia, con tasso di inflazione crescente, può essere utile e produttivo seguire con particolare attenzione il settore dei bond a tasso variabile (o ancora meglio inflation-linked).