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Borse: perché la Fed ora fa paura

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

La paura, per i mercati, ha dei lineamenti molto familiari: si chiama Fed, ovvero la Banca centrale americana. Le borse speravano in prospettive diverse, dopo il positivo dato sull'inflazione (in calo) negli Stati Uniti, diffuso martedì. La Fed, invece, stima, per il 2023, un livello dei Fed Funds intorno al 5,25%, dato superiore a quanto si attendevano i mercati.

Borse: perché la Fed ora fa paura

Fed: quanto incidono i dati macro economici 

Non solo la Fed, ma anche la Bce: i listini, da inizio mese, erano in trepidante attesa per carpire qualche indizio su cosa sarebbe potuto accadere in questi giorni a livello globale. 

L’inflazione, vero e proprio spauracchio di questo 2022 ormai alle battute finali, sembra non voler proprio smettere di correre. Anche se, il dato sui prezzi alla produzione relativi all’economia statunitense, diffuso martedì scorso, aveva certificato una contrazione superiore alle previsioni. 

Insomma, sembrava un segnale incoraggiante per voltare pagina, o almeno per iniziare un percorso di stabilizzazione dei tassi.  

Invece, la mossa della Fed, ma soprattutto le indicazioni su quanto potrebbe accadere (in materia di tassi di interesse) il prossimo anno, hanno tarpato le ali alle borse che avevano provato una sorta di inversione di rotta, martedì, dopo giorni di sempre maggiore volatilità.

Si percepisce la voglia di cambiare passo, di mettersi alle spalle questo anno decisamente negativo ma è come se fossimo nella situazione del “vorrei ma non posso”.

Sbilanciarsi, in un senso o nell’altro, potrebbe rivelarsi deleterio, in caso di scelta errata. 

Borse: gli operatori sono alla finestra 

Gli operatori di borsa, sono in un certo senso, alla finestra. Qualche piccolo movimento, ma nulla di eccezionale.

L’idea, come già evidenziato in precedenza, pare essere quella di non scoprirsi troppo. Scommettere sul futuro è sempre e comunque un rischio elevato. 

I mercati davano per scontato un incremento dei tassi di interesse americani di 50 punti base, ma non immaginavano, per il 2023, livelli possibili dei Fed Funds così elevati come quelli ipotizzati dalla stessa Federal Reserve.

Considerando che le borse guardano sempre al futuro, l’attesa era tutta per riuscire a capire cosa potrebbe succedere nel nuovo anno. La speranza era quella di una fase di consolidamento seguita magari da una nuova era espansionistica. 

Qui si gioca tutta la partita: e, comprendere cosa potrà succedere è decisamente complicato anche se, alcuni manager di spicco delle principali banche d’affari americane, paiono non vedere scenari troppo ottimistici per l’immediato futuro. 

Borse: meglio muoversi o restare immobili? 

In tutto questo contesto, cosa può fare il piccolo risparmiatore? La domanda è lecita anche perché, se sono alla finestra i cosiddetti grandi investitori, quale comportamento potrebbe essere opportuno per chi, invece, ha investito o vuole investire cifre più modeste? 

Il primo consiglio è quello di non farsi prendere dalla fretta ma di cercare di ponderare al meglio le proprie scelte. In questa ottica, è fondamentale aver individuato obiettivi, tempi e modi per raggiungerli e grado di rischio che si può o si è in grado di sopportare. 

In parole povere, la prima cosa da fare è quella di mettere in atto una corretta pianificazione finanziaria.  

Stabilito questo, considerando la volatilità dei mercati, può essere interessante attuare un approccio di tipo non immediato ma diluito nel tempo.

Insomma, se devo investire 100, può essere opportuno non entrare immediatamente sul mercato con l’intera cifra bensì farlo in modo graduale. 

Così facendo, infatti, si riescono a cogliere diversi momenti di mercato e se ne può sfruttare, a proprio vantaggio, la volatilità che esso esprime. 

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