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Conto deposito o BTP? Ecco una breve panoramica

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
9 min

Due strumenti diversi, ma i risparmiatori vogliono semplicemente sapere quanto rendono. Considerando alcuni fattori chiave e alcune differenze importanti, un confronto però si può fare: ecco i migliori conti deposito, i corrispondenti titoli di Stato, i rendimenti e le cose da guardare prima di metterci soldi dentro

Conto deposito o BTP? Ecco una breve panoramica

In molti si sono chiesti di fronte all’ultima emissione record di BTP Valore che ha raccolto più di 18,3 miliardi di euro se quella sia stata un’occasione mancata o meno.

Ci sono però altre finestre di opportunità sul mercato per cassettisti o risparmiatori che non abbiano il tempo, la voglia o le competenze di seguire i mercati azionari o finanziari con costanza.

È la media in fondo, la gente lavora e spesso cerca un deposito redditizio per i risparmi dopo l’impatto recente dell’inflazione e nel contesto di un quadro dei servizi sociali che promette sempre meno, a partire dalla previdenza.

Così urgono informazioni pratiche e partiamo oggi dai conti deposito che negli ultimi anni hanno promesso e garantito rendimenti molto interessanti che però bisogna sapere leggere. Eviteremo sofisticazioni e linguaggio tecnico, per quanto possibile, ma partiremo da alcune utili specificazioni per chi guarda anche all'alternativa dei titoli di Stato.

BTP e conti deposito, attenzione a commissioni e tasse

L’ultimo BTP Valore a 6 anni aveva una cedola del 3,25% nei primi tre anni, uno del 4% nei successivi 3 anni e un premio dello 0,7% per chi avesse tenuto in portafoglio il titolo di Stato dal collocamento alla scadenza.

Collocamento è parola da ricordare: quando si compra un titolo di Stato italiano le commissioni sono pari a zero, se invece lo si compra sul mercato (ossia dopo l’emissione, come lo stesso ultimo BTP Valore oggi) si paga lo 0,19% e almeno 2,95 euro su Fineco, da 5 euro in su su Directa, almeno 8,5 euro su Intesa Sanpaolo (al netto per tutti sui costi del deposito titoli e simili), almeno 4,75 euro su Unicredit (in tutti questi casi scegliamo l’online che costa generalmente meno).

Questi costi di commissione sembrano cifre piccole, visto che per esempio il BTP Italia richiede nel lotto minimo, cioè nella quantità minima che si può comprare o scambiare, 1.000 euro di investimento (in termini nominali), ma non è così e lo spieghiamo.

Se compro 1.000 euro di un titolo che rende il 4% l’anno, mi aspetto un rendimento (lordo) di 40 euro. Ma se pago per comprarlo 8 euro, anche al netto delle imposte in pratica ho già in partenza un rendimento di soltanto il 3,2% il primo anno (40 euro meno 8 euro uguale 32 che su mille fa proprio il 3,2%). Insomma bisogna considerare tutto se possibile.

Anche l’ISEE. Recentissime norme hanno escluso dalla dichiarazione ISEE i titoli di Stato fino a 50 mila euro, vale già da quest’anno, lo conferma l’INPS, può essere un’occasione di ottimizzazione fiscale.

E qui veniamo alle tasse.

Sui titoli di Stato Italiani come BTP e BOT è soltanto del 12,5%, mentre sulle azioni e sui rendimenti dei conti deposito è del 26% e anche questo può fare e fa la differenza in molti casi. Oltretutto sui titoli di Stato questo 12,5% di tassazione vale sia per la tassazione delle cedole che per le eventuali plusvalenze.

Ok, è una cosa un po’ più sofisticata ma se compro un titolo di Stato sul mercato a 95 e lo vendo a 110, ottengono un guadagno lordo di 15 euro, che tassato al 12,5% significa un netto di 13,125 euro.

Se faccio la stessa operazione con un’azione agli stessi prezzi, cioè la compro a 95 e la vendo a 110, il lordo è lo stesso (15 euro), ma il netto cala a 11,1 euro. Significa un rendimento netto del 13,81% per il titolo di stato e dell’11,68% per l’azione e se ragioniamo in investimenti da migliaia di euro è una differenza importante.

E non stiamo considerando i costi di gestione del conto, le commissioni di trading e così via che andrebbero sempre tenuti in considerazione (anche se il deposito titolo andrebbe spalmato per tutte le posizioni ovviamente).

Il trading sui titoli di Stato può sembrare una considerazione troppo sofisticata per il padre di famiglia che non vuole stare al computer a guardare i mercati, ma segnaliamo che probabilmente con i prossimi ribassi dei tassi d’interesse fletteranno i rendimenti sul mercato, quindi saliranno i prezzi che sono inversamente proporzionale, quindi potrebbe convenire investire oggi in titoli di Stato e in obbligazioni a prezzi convenienti per poi rivenderli tra uno, due o tre anni.

Ma sono cose, ovviamente, da ragionare a tavolino e tenendo conto delle commissioni che sono appunto presenti a differenza che nel caso di acquisto di BTP al collocamento e di mantenimento fino alla scadenza.

BTP e Conti deposito: la classifica dei migliori conti e qualche confronto 

Bene torniamo ai conti deposito.

Facciamo una rapida classifica e prendiamo un orizzonte a 5 anni, un po’ meno dei 6 anni dell’ultimo BTP Valore, ma un valore più standard per questa veloce verifica. Prendiamo un investimento di 5 mila euro e l’opzione del deposito vincolato (ma faremo altri esempi). Da notare che 5 mila euro è la soglia oltre la quale normalmente si paga l’imposta di bollo. Qui bisogna aprire una parentesi, l’imposta di bollo sui normali conti correnti scatta sopra una giacenza media annuale superiore ai 5000 euro a 34,2 euro l’anno (per le persone fisiche) e questo può penalizzare notevolmente i rendimenti totali. Ma per i conti deposito vincolati, è prevista invece un’imposta proporzionale dello 0,2%, ossia del 2 per mille, che su 5.000 euro è pari a 10 euro. Può sembrare poco, ma è sicuramente un costo aggiuntivo che può penalizzare i rendimenti complessivi dell’investimento, anche perché è un’imposta annuale.

Andiamo alla classifica del Sole 24 Ore dei migliori conti deposito otteniamo ai primi tre posti:

1)      Banca Progetto con un 3,52% netto e un 4,75% lordo (Conto Key non svincolabile)

2)      Banca Ifis con un 3,33% netto e un 4,5% lordo (Rendimax Vincolo Posticipato) a pari merito con lo stesso Conto Key svincolabile di Banca Progetto e con Cherry Bank (Cherry Vincolato).

3)      Ibonline con un 2,96% netto e un 4% lordo (ibonline conto deposito).

La prima cosa che possiamo notare è che vincolare o meno i soldi del conto deposito può fare la differenza sul rendimento. L’acquisto di un BTP al collocamento per portarlo fino a scadenza è un blocco simile della liquidità in attesa del rendimento, ma bisogna anche notare altro.

Il rendimento lordo e il rendimento netto sono due paroline magiche. Il primo conto della classifica è quello di Banca Progetto, una nota banca italiana. Al lordo il conto Key non svincolabile rende nei 5 anni 1187,5 euro circa, ossia appunto il 4,75% ogni anno sui 5000 euro. Ma il fatto che poi il 26% di questo rendimento vada in tasse significa che in pratica all’investitore vanno in tasca dopo 5 anni 880 euro circa (per l’esattezza secondo i nostri calcoli 878,75 euro).

Comunque già per questo champion della classifica vanno fatte altre considerazioni particolari. Innanzitutto per spuntare questo rendimento bisogna vincolare almeno 5 mila euro per i 5 anni, quindi con meno soldi o meno anni si spunteranno tassi minori, né è possibile lo svincolo anticipato. Inoltre il pagamento delle cedole del conto deposito è posticipato trimestrale.

Il rendimento netto del 3,52% è un buon investimento?

Qualche altro confronto può essere utile. L’ultimo BTP Valore era sei anni, quindi in teoria dovrebbe essere più redditizio, ma in pratica presentava un rendimento annuo lordo del 3,74% e un rendimento annuo netto del 3,27% circa, quindi rendeva meno, pur senza commissioni, con il vincolo a 6 anni e il premio finale, meno del Conto Key di Banca Progetto vincolato per lo stesso periodo.

Va inoltre precisato – ed è comune, ma non scontato – che le spese sono praticamente a zero per ogni pratica (apertura conto, gestione ed estinzione conto atc.), ma va tolto lo 0,2% dell'imposta di bollo, che è calcolato sull'ammontare dei 5 mila euro, quindi il rendimento netto del 3,52% scende ulteriormente al 3,32%. Il rendimento del BTP Valore si fa quindi più vicino.

BTP e Conti deposito: tre titoli di Stato sul mercato che possono competere

Infine per dare una panoramica più completa segnaliamo alcuni titoli di Stato italiani acquistabili sul mercato con i relativi rendimenti netti in queste ore.

Si tratta di titoli che andrebbero comprati sul mercato, quindi spendendo i soldi delle commissioni in acquisto ed eventualmente in vendita (ma a scadenza il risarcimento è direttamente in conto al netto di eventuali tassazioni già incluse in questi calcoli).

Si ricorda infatti che dal rendimento netto finale complessivo va sottratta la tassazione di favore del 12,5% che opera sia su cedole e rendimenti lordi, che su eventuali plusvalenze realizzate comprando il titolo sotto la pari (ossia per esempio a 90 euro il corrispondente di un nominale di 100 euro che saranno restituiti alla fine). Come detto i conti deposito pagano invece una tassazione del 26%. Prendendo solo titoli con scadenza a 5 anni, come nella simulazione del conto deposito ci sono sul mercato) segnaliamo:

1)      Il CCT-EU al 15 ottobre 2028: al momento quota a 100,36 euro, presenta una cedola annuale del 4,921% e un rendimento netto a scadenza del 4,12%. Può apparire molto allettante, ma va considerato che la cedola è variabile: essendo calcolata come la somma dell’Euribor a 6 mesi più lo 0,8%, è possibile, anzi probabile, che con il calo dei tassi in futuro renda meno. La cedola è comunque semestrale e il titolo è liquido.

2)      C’è poi il BTP Futura al 17 novembre 2028 che quota a 87,92 euro (significa che se ne comprano 87,92 euro di nominale e a scadenza si ottengono 100 euro, ma tassando la plusvalenza che ne deriva). Gran parte del rendimento, pari al 3,48% in termini di rendimento netto a scadenza, deriva proprio dallo scarto tra i valori di Borsa e il nominale di 100 euro che sarà comunque rimborsato a scadenza (il lotto minimo è sempre comunque di mille euro). Si tratta di un titolo emesso nel 2020, quindi a 8 anni originariamente, che presente cedole step-up, ossia crescenti, attualmente la cedola è infatti allo 0,6% (fino al 2026) e salirà all’1% nel 2027 e 2028. Originariamente c’era un premio finale di fedeltà tra l’1% e il 3% ma vale solo per chi prende il titolo al collocamento e lo porta a scadenza. La cedola quindi cresce leggermente, ma si sa in anticipo tutto e la restituzione dei 100 euro di nominale a scadenza permette a chi porti a fine vita il titolo di incassare un rendimento prevedibile.

3)      C’è poi anche il BTP “normale” al 15 febbraio 2029 con rendimento netto a scadenza del 3,27% dovuto in gran parte al fatto che quota soltanto a 87 euro per ogni 100 euro di valore nominale. La cedola fissa semestrale vale lo 0,45% di rendimento annuale. Era in origine un BTP a 7 anni emesso a fine 2021.

E’ interessante quindi notare che le cedole dei titoli di Stato con scadenza fra 5 anni sono per lo più molto più basse del rendimento medio dei conti deposito e che spesso invece il rendimento che si otterrebbe portando i titoli di oggi alla scadenza finale sarebbe più alto per via dei bassi prezzi di questo momento (destinati a non durare per via dei previsti ribassi dei tassi).

Si tratta quindi di un guadagno che si ottiene solo alla fine (o parzialmente con vendite quando pian piano i titoli si riprezzassero), come per molti conti vincolati.

Le commissioni e le tassazioni, visto che si agisce nell’ambito dello zerovirgola percentuale andranno considerati in tutti i casi. Non cambiano la vita, ma possono rendere più fruttuoso l’investimento del denaro nel medio termine.

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