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Bitcoin e mondo cripto: è una questione generazionale?

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
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Il caso Lagarde (BCE) ricorda quello di Dimon (JP Morgan): i figli comprano criptovalute, i genitori illustri le bocciano. Ma il fenomeno cripto sembra inarrestabile, nonostante processi e scandali. Un asset giovane che però inizia a suggerire anche prudenza

Bitcoin e mondo cripto: è una questione generazionale?

Il figlio della presidente della Bce Christine Lagarde ha perso soldi con le criptovalute.

La numero uno dell’Eurotower era contraria a quell’investimento, in fondo fra i mantra degli investitori in Bitcoin c’è quello della liberazione dal dominio delle banche centrali, come poteva essere diversamente?

La Bce ha sempre chiesto una regolamentazione del mondo dei crypto asset per difendere gli investitori inconsapevoli del rischio e per chiudere quell’area grigia che può servire a finanziare terrorismo e riciclaggio.

Ma liberamente uno dei due figli ha investito nelle cripto e perso, non tanto, ma circa il 60% di quello che aveva puntato. Amaramente rafforzata nelle proprie convinzioni la Lagarde potrà continuare a ribadire la propria contrarietà a Bitcoin ed Ethereum.

Cripto, il caso di Dimon (JP Morgan) qualche anno fa

L’episodio ci ha ricordato la vicenda di Jamie Dimon, il super CEO di JP Morgan, che nel 2017 condannava aspramente il bitcoin sostanzialmente per le stesse ragioni della Lagarde:

“Quando feci quella ‘stupida dichiarazione’ chiamando il Bitcoin una frode, mia figlia mi mandò una mail scrivendo, ‘Papà, io ho due bitcoin’... mia figlia che prima era una sveglia”.

Le cose sono molto cambiate da allora, ma di certo l’appeal del mondo cripto sui giovani e sui “giovani adulti” non è diminuito, anzi.

Cripto, un panorama 'molto vivace'

D’altronde negli ultimi 12 mesi il Bitcoin in dollari ha guadagnato più del 122%, difficile trovare investimenti migliori, anche se la consueta volatilità ha fatto le sue vittime. Nello stesso periodo l’Ethereum ha fatto +59,49%, mentre il Dogecoin ha perso il 24,55%

Solana invece ha fatto un clamoroso +331% con un’accelerazione soprattutto da ottobre a oggi. Il balzo di Solana, criptovaluta alternativa a Bitcoin ed Ethereum, non è passato inosservato.

Dietro ci sarebbero i vantaggi tecnologici di tecnologie proof-of-stake with delegation e proof-of-history basato sul TDMA.
La stessa Cathie Wood, CEO di ARK Invest e investitrice tecnologica di fama, ha dichiarato alla CNBC che Solana avrebbe superato per efficienza di costo e velocità l’Ethereum (che a sua volta aveva superato il Bitocoin).  

Nel frattempo il mondo ha continuato a correre. Dopo il fallimento della superpiattaforma FTX è arrivata la Mica in Europa e sono giunti i terremoti su Binance e Coinbase.

Ciononostante il valore delle criptovalute in molti casi ha continuato a crescere (in altri no).

C’è stato anche chi ha pensato che tra mercati azionari e obbligazionari incerti, rivoluzioni digitali e guerre, le criptovalute potessero costituire una sorta di bene rifugio. Proprio in un’intervista agostana sulla Mica, la Markets in Crypto-Assets Regulation, ossia il nuovo quadro normativo UE sulle criptovalute, Verena Ross, presidente dell’ESMA (una sorta di Consob delle Consob UE) ha però bocciato nettamente questo approccio:

“Anche con la Mica, che è chiaramente un passo avanti, non ci saranno cose come un cripto-asset sicuro. I consumatori devono essere consapevoli del fatto che la Mica non fornisce la stessa protezione dei prodotti finanziari tradizionali”.

Nel frattempo il mondo cripto va avanti come ha sempre fatto. Binance e il suo fondatore Changpeng Zhao sono ancora nella morsa legale della SEC statunitense e anche piattaforme come Coinbase e Kraken potrebbero essere processate (e punite) per avere venduto titoli senza le necessarie autorizzazioni.

Ma la sentenza USA a favore di Grayscale contro la SEC ha invece fornito un segnale di segno opposto in favore di nuovi prodotti cripto fa vendere al dettaglio negli Stati Uniti.

E c’è la fila. Signori di Wall Street come Blackrock, Fidelity, Invesco e Franklin Templeton hanno tutti presentato richiesta per il lancio di ETF spot in bitcoin.

Cripto, chi le compra?

Al tempo stesso la criptovaluta piace e spaventa. Un sondaggio di Pew Research Center di marzo rileva che il 17% degli adulti negli Stati Uniti ha già operato con le cripto, più o meno come nel 2021 e nel 2022.

Sono più uomini che donne (il 25% del campione contro il 10% rispettivamente). E sono soprattutto giovani di sesso maschile, infatti il 41% degli uomini tra i 18 e i 29 anni afferma di avere almeno una volta investito, tradato o usato una criptovaluta, contro il 16% delle donne della stessa età.

Anche tra i 30 e i 49 anni sono soprattutto gli uomini ad avere operato con le cripto, il 36% contro il 15% delle donne della stessa età.

Ma la serie di fallimenti, bancarotte e processi ha anche minato la fiducia. Secondo il Pew Research Center l’88% degli americani ha sentito parlare delle criptovalute e fra loro il 75% non è del tutto fiducioso o non è molto fiducioso sulla loro sicurezza e affidabilità.

Forse anche la prudenza può essere contagiosa.

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