Dazi: la grande retromarcia, negli USA ma anche in Cina

Prosegue il lento ma inesorabile processo di inversione di marcia rispetto all'impostazione di tipo bellico delle politiche commerciali americane. Come anticipato dal Wall Street Journal e poi confermato segretario al commercio Howard Lutnick, ieri Donald Trump ha firmato una serie di provvedimenti che hanno di molto ridotto l'impatto dei dazi sulla componentistica automotive d'importazione utilizzata dalle case statunitensi per produrre autoveicoli. Era inevitabile che si arrivasse a questo: l'effetto sui prezzi finali delle auto causato avrebbe finito per penalizzare anche e soprattutto aziende e cittadini USA.

Ipotesi lista beni USA esenti da dazi Cina

Ma anche dalla Cina arrivano segnali dello stesso tenore. Secondo due fonti vicine alla situazione sentite da Reuters, il governo cinese ha preparato una lista di beni americani che saranno esentati dai dazi del 125% imposti da Pechino come rappresaglia rispetto alle tariffe del 145% annunciati da Trump sulle merci in arrivo negli USA dalla Cina. In base a quanto appreso, l'iniziativa viene in gran segreto comunicata alle aziende interessate: questo per tenere fede alla promessa di "combattere fino alla fine" a meno che la Casa Bianca non rinunci ai superdazi.

I dati macro confermano i rischi per l'economia

Si corre quindi ai ripari, da entrambi i lati della barricata. D'altronde i dati macro parlano chiaro, l'indebolimento delle due principali economie del mondo è evidente. Ieri negli USA i dati JOLTS sul mercato del lavoro e l'indice di fiducia dei consumatori Conference Board sono risultati in calo e inferiori alle attese. Stessa sorte questa notte per l'indice PMI manifatturiero cinese elaborato dall'ufficio statistico nazionale, mentre l'indice S&P Global, pur in calo rispetto a marzo, è stato migliore del consensus.