Delfin, ipotesi rivoluzione asset
pubblicato:Secondo indiscrezioni gli eredi di Leonardo Del Vecchio trattano la vendita delle partecipazioni non operative

É in arrivo una rivoluzione nella cassaforte della famiglia Del Vecchio. La holding Delfin in cui sono custodite le partecipazioni azionarie messe insieme dal fondatore di Luxottica potrebbe essere in parte svuotata. Nel contenitore troviamo oltre all'asset operativo - ovvero il 32% di EssilorLuxottica, il gigante del settore lenti e occhiali nato nel 2018, di cui Delfin è il principale azionista, alle quotazioni attuali vale ben 34 miliardi di euro - la pletora di quote costruite, soprattutto negli ultimi anni di vita, dal fondatore Leonardo scomparso nel 2022.
In ballo circa 11 miliardi di euro
Si tratta di pacchetti azionari molto consistenti nei principali gruppi finanziari italiani (dati tratti dal sito Consob): quasi il 20% di Mediobanca (primo azionista, valore di mercato 3,3 miliardi di euro), il 10% di Generali (secondo azionista a ridosso della stessa Mediobanca, 4,7 miliardi), il 2,7% di Unicredit (terzo azionista dietro i fondi Blackrock e Capital Research, 2,3 miliardi), quasi il 10% di Banca MPS (secondo azionista dietro al Tesoro, 0,9 miliardi). Il controvalore totale delle partecipazioni finanziarie ammonta quindi a oltre 11 miliardi di euro e secondo indiscrezioni di stampa buona parte degli eredi di Leonardo - se non la maggioranza - preferirebbe cederle tutte.
Conseguenze sul risiko bancario
L'incasso potenziale sarebbe stratosferico: parliamo di otto persone fisiche, i sei figli, la vedova e il figlio di quest'ultima. Le cifre in ballo sono enormi e non solo, dato che Delfin è cifre alla mano il soggetto maggiormente coinvolto nel risiko bancario che vede MPS all'assalto di Mediobanca-Generali e Unicredit in trattativa con il governo per BPM. L'uscita di scena della holding potrebbe rimescolare le carte in tavola e magari imporre un'ulteriore accelerazione al processo di riassesto della finanza italiana.