Dazi Usa, mercati ancora in fuga dal rischio
pubblicato:La guerra commerciale atterrisce i listini globali. Confronto USA-Cina sempre più difficile e oggi perdono quota anche petrolio e dollaro

Ancora vendite. I mercati vivono oggi un’altra giornata di passione dopo che Trump ha alzato al 104% i dazi sulle importazioni dalla Cina. La Repubblica Popolare ha indetto una riunione d’emergenza per valutare il da farsi.
Oggi è anche il giorno in cui scattano i rialzi dei dazi statunitensi dal 10% alle aliquote più elevate per i maggiori Paesi del mondo. Quelli per le merci europee passano quindi al 20% e oggi la Commissione dovrebbe approvare i primi contro-dazi ai danni degli Stati Uniti.
Queste prime misure dovrebbero entrare in vigore dal 15 aprile con il rischio che ne seguano di più pesanti il 15 maggio. Ma l’Europa appare divisa sulla durezza della risposta da dare e su come coordinarla con percorsi di confronto negoziale. Intanto il mercato affonda e prende atto di un chiaro inasprimento dello scenario.
Dazi Usa, le vendite colpiscono tutti i maggiori listini
In queste ore a Piazza Affari dominano le vendite: il Ftse MIB perde il 3,93% e anche il Ftse Italia All Share segna un ribasso del 3,92%
Male anche tutti i listini europei. Il paniere delle prime 50 azioni del Vecchio Continente, l’Euro Stoxx 50, perde il 3,66 per cento. Il Dax tedesco segna un calo del 3,45%, il Cac 40 francese cede il 3,64% e anche l’Ibex 35 spagnolo arretra di 3,13 punti percentuali.
Anche i future sui maggiori indici azionari di Wall Street puntano a un’apertura in rosso dei listini di New York: il derivato sull’S&P 500 segna un calo dell’1,53% e quello sul Nasdaq 100 uno dell’1,23 per cento.
Ma ci sono molti altri segnali che confermano la fuga dal rischio degli operatori, la sfiducia degli analisti, i timori di impatti della guerra commerciale sull’economia degli Stati Uniti e del mondo.
A partire dal petrolio. In queste ore le quotazioni del greggio accelerano nuovamente al rialzo lanciando un altro segnale di allarme ai mercati: il future sul Brent ‘europeo’ segna un -6,03% a 59,03 dollari al barile e il derivato sul WTI ‘americano’ perde il 4,88% e torna a 56,67 dollari. È uno dei segnali più chiari della rottura di un equilibrio, della paura degli operatori non soltanto per il commercio globale, ma anche per la tenuta dell’economia del mondo.
Dazi Usa, il fly to quality oggi ripassa dall'oro e dal Bund
La fuga dal rischio si tramuta oggi anche in acquisti sull’oro: il metallo giallo registra in queste ore un balzo del 2,17% a 3.045 dollari l’oncia e riveste i panni di bene rifugio dopo le incertezze delle ultime sedute.
Con il termine fly to quality si descrivono spesso i movimenti di fasi come questa, in cui gli operatori si concentrano verso tutte quelle attività ritenute più sicure e affidabili.
Come il Bund tedesco, che registra forti acquisti e segna quindi un calo del rendimento di 4 punti base al 2,62% Al contrario oggi il mercato vende i BTP italiani che segnano un calo del rendimento di 6 punti base al 3,92 per cento. Lo spread quindi si allarga a 130 punti base. Si mantiene ancora su livelli ampiamente bilanciati, ma non è il primo scricchiolio.
Va detto però che il mercato vende anche i titoli di Stato Usa, il Treasury a 10 anni in queste ore segna un balzo del rendimento di 8 punti base al 4,42 per cento.
Dazi Usa, il dollaro perde quota
Gli scossoni si avvertono ovviamente anche nei mercati valutari, dove il dollaro segna un importante deprezzamento, che è anche un segnale di sfiducia forte lanciato dai mercati alla Casa Bianca. In queste ore il Dollar Index segna un calo dello 0,65 per cento. Il biglietto verde perde lo 0,88% sull’euro (EUR/USD a 1,1033) e lo 0,94% sullo yen giapponese. La moneta unica quindi tiene, anzi.
L’indice della paura di Wall Street, il VIX, segna in queste ore un balzo del 4,6% che la dice luna sul clima delle sale operative.