Dazi Usa, nuova stretta di Trump, ma con l'Europa accordo vicino
pubblicato:La Casa Bianca manda le letterine a diversi Paesi dal Giappone alla Tailandia, alla Corea del Sud. La scadenza per l'accordo con l'Europa slitta invece al 1° agosto e l'intesa appare più vicina

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto ulteriori mosse nei negoziati commerciali con diversi Paesi del mondo. In particolare ha rinviato, come da attese, la scadenza della pausa ai dazi di aprile che avevano spaventato mercati e nazioni dalla data di domani, 9 luglio 2025, al 1° agosto 2025.
Dazi Usa, le 'letterine' con i nuovi dazi per diversi Paesi
La Casa Bianca ha inoltre inviato le attese ‘lettere’ a diversi Paesi sulle condizioni commerciali, ossia sui dazi, graditi a Washington. Nello specifico Trump ha sottolineato che durante i 90 giorni di pausa negoziale dei dazi ‘dozzine’ di Paesi hanno acconsentito ad abbassare i propri dazi e ad eliminare barriere non doganali per riequilibrare la relazione commerciale con gli Stati Uniti.
“Ciononostante - riporta la nota all’ordine esecutivo di ieri - il deficit commerciale degli Stati Uniti rimane severo”.
Per questo Trump ha inviato diverse lettere ad altrettanti paesi spiegando che, a partire dal 1° agosto, saranno soggetti a nuovi dazi doganali designati per rendere i termini delle loro relazioni commerciali bilaterali più reciproci (ossia più simmetrici) nel tempo e per affrontare l’emergenza nazionale causata dal massiccio deficit commerciale degli Stati Uniti.
In alcuni casi i dazi sono inferiori a quelli annunciati il 2 aprile, in altri li superano. La Casa Bianca si riserva di inviare ulteriori lettere nei prossimi giorni o settimane.
Dazi Usa, la lista dei dazi 'proposti' nelle letterine
Di seguito alcuni dei nuovi dazi presentati nelle lettere inviate ai vari Paesi dalla presidenza degli Stati Uniti [in parentesi in alcuni casi abbiamo aggiunto i dazi annunciati il 2 aprile scorso]:
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Giappone (25% vs. 24%)
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Corea (25% vs- 25%)
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Sudafrica (30% vs- 30%)
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Kazakistan (25%)
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Laos (40%)
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Malesia (25%)
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Myanmar (40% vs. 44%)
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Tunisia (25%)
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Bosnia Herzegovina (30%)
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Indonesia (32% vs. 32%)
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Bangladesh (35% vs. 37%)
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Serbia (35%)
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Cambogia (36% vs. 49%)
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Tailandia (36% vs. 36%)
Una parte successiva afferma senza false modestie “Il presidente Trump è il miglior negoziatore commerciale della storia. La sua strategia è finalizzata a risolvere quegli squilibri commerciali sistemici nei nostri dazi che piegato il campo della competizione a favore dei nostri partner commerciali per decadi”.
La Casa Bianca minaccia inoltre conseguenze per quei Paesi che con barriere commerciali doganali e non doganali ostacolano le esportazioni americane e danneggiano i lavoratori, gli agricoltori e le imprese americane.
Sono invece benvenute le imprese dei partner commerciali nel suolo americano: “questi Paesi sanno che non ci saranno dazi se decideranno di montare o realizzare i loro prodotti nel nostro Paese”.
La stretta implicita a questi nuovi annunci giunge dopo il via libera del Congresso alla manovra finanziaria degli Stati Uniti che secondo le previsioni del CBO quest’anno dovrebbe aumentare il deficit pubblico di 40 miliardi di dollari circa (con tagli delle imposte, ossia minori entrate, per 130 miliardi, e minori spese per 170 miliardi di dollari).
In realtà il rinvio della scadenza del 9 luglio al primo agosto costituisce implicitamente una nuova offerta negoziale, così come le lettere che in alcuni casi sono state inviate a giurisdizioni che non hanno aperto le trattative o lo hanno fatto troppo debolmente.
Dazi Usa, l'Europa nel pieno delle trattative ecco i rumors sulla prossima intesa
Va notato che l’Europa, da settimane in contrattazione con Washington tramite il proprio commissario al Commercio Maros Sefcovic non viene nominata e non risulta destinataria di una sua lettera, segno forse che si confida in un accordo a breve.
Domani sarebbe scaduta anche per il Vecchio Continente la pausa di 90 giorni sui dazi reciproci del 2 aprile, ma ieri, dopo una conferma della stessa portavoce Leavitt, la Casa Bianca ha emesso un ordine esecutivo che posticipava la scadenza del 9 luglio al 1° agosto.
Il fatto che all'Europa non sia stata inviata una lettera è un buon segnale, d'altronde anche il segretario del Tesoro Scott Bessent aveva sottolineato che l'Europa era un esempio di giurisdizione collaborativa che aveva attivato un forte canale negoziale.
Reuters cita fonti europee secondo le quali il blocco sarebbe prossimo a un accordo.
Tra i punti dell’intesa sembra che ci sia anche la possibilità di dazi incrociati sull’interscambio di veicoli inferiori all’attuale soglia del 25%
Attualmente i dazi sulle merci importate dall’Europa imposti dagli Stati Uniti sono del 10% in generale, del 50% su acciaio e alluminio e del 25% sulle automobili.
Nei giorni scorsi era emerso il pericolo di una nuova tariffa del 17% sull’agroalimentare UE e nei mesi scorsi erano emersi anche timori sulla possibile introduzione di nuovi dazi su farmaceutici e semiconduttori europei.
Secondo Politico, però gli Stati Uniti avrebbero offerto un accordo all’Unione Europea che manterrebbe un dazio base del 10% su tutti i beni europei, con alcune eccezioni in settori sensibili come alcolici e aeroplani. La testata internazionale riporta inoltre che non sono emerse possibili eccezioni per l’Europea su auto, acciaio, alluminio o farmaceutici.