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Dovalue si rafforza con Gardant, nasce un colosso degli NPL

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Si prepara un gigante con masse da 130 miliardi di euro e ricavi da 605-625 milioni di euro nel 2026. Ridiventa centrale l'Italia. Gardant valutata 230 milioni e il 20% del nuovo gruppo, ma Dovalue muove in tutto 650 milioni per rifinanziare il debito e sono previsti due aumenti di capitale

Dovalue si rafforza con Gardant, nasce un colosso degli NPL

Nasce finalmente la nuova Dovalue, con l’acquisizione per 230 milioni di euro di Gardant.

L’operazione rimette il baricentro di Dovalue in Italia, dove Gardant è tra i leader e apporterà “asset in special servicing” per 22 miliardi, i 715 milioni di raccolta fondi proveniente da Gardant Investor SGR, nuove tecnologie proprie e soprattutto le partnership strategiche firmate con Banco BPM sui crediti deteriorati e con Bper sugli UTP.

L'amministratrice delegata Manuela Franchi la definisce una pietra miliare nella storia di Dovalue. Il 2023 è stato una tempesta perfetta per i gestori del credito deteriorato, le banche hanno mostrato una generazione di capitale da record e la creazione di nuovi crediti deteriorati è stata minima e sotto le attese, mentre i prezzi immobiliari scendevano e il costo del debito s'impennava con i tassi. Ma ora Dovalue intende voltare pagina.

Dovalue, con Gardant si rafforza l'Italia (e non solo)

L’anno scorso Dovalue ha registrato ricavi netti da 443,2 milioni in calo dell’11,4%, di questi meno di 140 milioni venivano dall’Italia, 242 milioni erano in Grecia e 58,16 milioni in Spagna. Al netto delle voci non ricorrenti, più dell’80% dell’ebitda veniva dalla Regione Ellenica e meno del 18% dall’Italia, anche se su un Gross Book Value (GBV il valore lordo dei crediti a libro) di gruppo di 116 miliardi di euro, 68,24 miliardi erano attribuibili all’Italia e soltanto 37,25 alla Grecia.

Per Gardant quest’anno sono previsti ricavi nell’ordine dei 135 milioni di euro nel 2024, quindi un pro-forma a spanne del nuovo gruppo parte da ricavi aggregati da 580 milioni di euro.
La nuova Dovalue ha posto infatti l’obiettivo di ricavi 2026 tra i 605 e i 625 milioni di euro. L’Italia guadagnerà un peso decisivo con quasi la metà dei ricavi aggregati della nuova entità.

Sommando ai 175 milioni di EBITDA di Dovalue, i 50 milioni di Gardant, si arriva a un EBITDA aggregato di 225 milioni di euro. Ma il gruppo punta a un EBITDA Margin ancora elevato e pari al 37% con un EBITDA tra i 240 e 255 milioni di euro nel 2026. Previste sinergie ante imposte da ben 15 milioni di euro l’anno a regime, dopo costi una tantum di ristrutturazione di 15 milioni.

Dentro crescerà sensibilmente la quota dei ricavi non collegati agli NPL, fino al 40-45%
Circa il 40% dei ricavi di Gardant è infatti scollegato alla gestione dei deteriorati (NPL), ma si concentra su UTP (unlikely to pay, ossia inadempienze probabili che hanno un’altra categoria di prezzo), asset management, master servicing (obblighi di natura regolamentare senza la gestione operativa dei crediti delegata a un sub-servicer o special servicer) e servizi di due diligence/SPV.

Naturalmente lo special servicing, l’attività di gestione operativa e incasso dei crediti, sarà fondamentale. Il Gross Book Value aggregato di queste attività sarà dell’ordine di 130 miliardi di euro, 117 miliardi provenienti da Dovalue e 22 provenienti da Gardant.
Il gruppo avrà una maggiore differenziazione dei clienti e punta a sfruttare appieno le potenzialità di una SGR in casa, le opportunità di cross-selling, quelle derivanti dall’integrazione delle funzioni IT e dall’internalizzazione di funzioni.

Dovalue, un'operazione che muove 650 milioni di euro

L’accordo per l’acquisizione è stato raggiunto a monte tra i soci principali di Dovalue, Fortress con il 28,2% e Bain Capital con un altro 13,6% circa, e gli azionisti principali di Gardant, in pratica Elliot con l’89% del gruppo e altri azionisti di minoranza. I negoziati in esclusiva sono stati annunciati lo scorso 21 marzo, nel giorno in cui il gruppo annunciava al mercato una pesante perdita da 17,8 milioni di euro nel 2023 dovuta essenzialmente a svalutazioni sui contratti spagnoli che impattavano per 39,2 milioni sul risultato d’esercizio.

L’acquisizione di Gardant vale 230 milioni di euro, debito compreso, più un aumento di capitale riservato (e a premio) fino al 20% della nuova società. Sulla valutazione implicita di Gardant, la nota odierna specifica che è in linea con il valore corrente di Dovalue.
Dovalue intende inoltre contestualmente rifinanziare bond senior secured al 2025 per 264 milioni di euro e ottenere liquidità per 156 milioni da mettere al servizio del risarcimento dei senior secured in scadenza al 2026.

In totale fa un fabbisogno di 650 milioni di euro che sarà approntato con 500 milioni di euro di prestiti bancari e con 150 milioni derivanti da un aumento di capitale garantito.

Dell’aumento di capitale da 150 milioni, Fortress, Bain Capital ed Elliott (Anchor Shareholders) e altri piccoli azionisti si sono impegnati a garantire il pro-quota per un totale di 82,5 milioni di euro.
Gli altri 67,5 milioni di euro destinati all’aumento in opzione per gli azionisti sono assistiti da un pre-underwriting agreement bancario. Le banche insomma garantiscono per l’eventuale inoptato.

La nuova Dovalue avrà una minore leva finanziaria

A regime, nel 2026, la nuova Dovalue avrà ricavi per 605-625 milioni di euro, per quasi la metà realizzati in Italia e per circa il 40% non originati da NPL, un ebitda ordinario da 240-255 milioni di euro, un Gross Book Value per lo special servicing da 130 miliardi. L’acquisizione prevede di aumentare l’EPS Cash (utile per azione monetario) e sinergie da 15 milioni.

La leva finanziaria (leverage: Net Debt/Ebitda ordinario) è prevista nell’intorno del 2x già nel 2025 e dovrebbe poi scendere all’1,5x nel 2026. A fine 2023 Dovalue aveva una leva finanziaria più svantaggiosa e pari a 2,7x.

Utile notare infine la politica dei dividendi: Dovalue li aveva temporaneamente sospesi, erano previsti a € 0,25 in Gardant (a condizione di un leverage sotto 2,5x nel 2025), la nuova Dovalue dovrebbe accrescerli con la riduzione del leverage.

Nel consiglio di amministrazione entreranno due rappresentanti di Elliott. L’obiettivo è chiudere l’operazione entro la fine di quest’anno (quarto trimestre 2024).

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