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Finanza, un anno carico di rischi

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

La mappa annuale dei rischi mondiali del World Economic Forum parla di clima e guerre, di intelligenza artificiale e crisi economica. Ecco i pericoli all'orizzonte

Finanza, un anno carico di rischi

Incertezza economica e rivoluzione tecnologica, un mondo sempre più frammentato e le due drammatiche crisi del clima e della guerra. Lo scenario dipinto dal World Economic Forum nel suo ultimo Global Risks Report passa in rassegna, come ogni anno, il difficile scenario dei rischi globali all’inizio del 2024.

Una panoramica con scenari a due e dieci anni basato sulle competenze di quasi 1.500 esperti del pubblico, del privato e dell’accademia.

Non è detto che vada peggio dell’anno prossimo, ma sicuramente sarà molto difficile raccogliere tutte queste sfide, soprattutto nel breve termine carico di tensioni nuove e antiche. Le domande sono di quelle che non lasciano tergiversare.

Rischi 2024: le domande difficili

Possiamo catapultarci in un mondo in riscaldamento di tre gradi mentre il cambiamento climatico ristruttura profondamente la Terra?

Abbiamo raggiunto il picco dello sviluppo umano per ampie porzioni della popolazione globale visto il deterioramento delle condizioni del debito e dell’economia mondiale?

Possiamo affrontare un’esplosione della criminalità e della corruzione che si nutre degli stati più fragili e delle popolazioni più vulnerabili?

Una “corsa agli armamenti” nell’attuale contesto tecnologico sperimentale minaccerà l’umanità?

Fra questi interrogativi il World Economic Forum pone il suo periodico catalogo dei maggiori rischi a due e dieci anni. Avvertendo che i sondaggi tra gli esperti proiettano stime negative sul prossimo biennio e un ulteriore peggioramento nella decade.

Nei prossimi due anni il 30% degli interpellati si aspetta uno scenario turbolento o tempestoso, la percentuale vola al 63% se l’orizzonte diventa il decennio. Uno scenario turbolento significa l’emersione o l’elevato rischio di catastrofi globali, uno scenario tempestoso significa che le catastrofi si manifestano.

La mappa dei rischi del 2024

Agli esperti il World Economic Forum ha chiesto di elencare i primi cinque rischi maggiori per l’umanità, ecco cosa è venuto fuori.

1)      66% Eventi climatici estremi. Due terzi degli interpellati ha messo il clima al primo posto. Gli eventi climatici estremi sono al secondo posto tra i rischi più gravi dei prossimi due anni e al primo posto nella classifica dei dieci anni.

2)      53% Misinformazione e disinformazione generati dall’Intelligenza Artificiale. Scatta al secondo posto la paura per l’AI, per gli effetti che informazioni false prodotte inavvertitamente o ad arte potrebbero generare nello scenario globale. Il tema è al primo posto tra le paure nello scenario a due anni, ma scivola al quinto in quello a dieci anni dove prevalgono forti rischi sul clima e l’ambiente (non solo eventi climatici avversi, ma anche cambiamenti critici strutturali e collasso dell’ecosistema, carenza di risorse). Nel lungo periodo si temono anche gli impatti avversi dell’AI, subito dopo i danni della disinformazione.

3)      46% Polarizzazione sociale e politica. Fra guerre e instabilità politiche nazionali (quest’anno metà della popolazione mondiale andrà al voto), una pericolosa frammentazione globale emerge con forza crescente. È il terzo rischio percepito nei due anni, al quinto posto c’è quello di conflitti armati.

4)      42% Crisi del carovita. Il rallentamento economico alimenta uno scontento diffuso con rischi di instabilità politica. Morde ancora l’inflazione, mordono i tassi d’interesse. Fra i rischi a due anni si vedono: mancanza di opportunità economiche, inflazione, crisi economica. Trasversali ai due scenari migrazioni involontarie e inquinamento.

5)      39% Cyberattacchi. Per la tecnologia passa anche il quinto timore degli esperti con un quarto posto sui due anni e un ottavo posto sui dieci anni.

2024, rischi e trasformazioni strutturali

Lo scenario globale all’inizio di questo nuovo anno appare dunque profondamente plasmato da forze gigantesche, da cambiamenti epocali potenti.

La piaga dei conflitti si allarga, in maniera palese o meno, dal Sudan all’Ucraina a Israele e alimenta una spirale sempre più pericolosa.
Ci sono i conflitti commerciali e geopolitici tra grandi aree di potere, in primis Stati Uniti e Cina, ma anche l’Europa: allontanano l’unica speranza di soluzioni globali davvero efficaci, il dialogo.
I disastri climatici alimentano l’incertezza e si legano sempre più alle migrazioni involontarie.

Negli stati nazionali la crisi è già presente da tempo con l’aumento delle disuguaglianze sociali, il crollo delle opportunità, transizioni demografiche secolari che minano il futuro.

L’impoverimento del ceto medio e il declino degli standard di vita tra crescenti polarizzazioni sociali alimenta l’instabilità, la protesta e le rivolte. La politica e la società temono che l’AI aumenti lo scontento con la disinformazione portando a ulteriore instabilità. Per gestire gli impatti enormi dei cambiamenti climatici e della rivoluzione tecnologica (e lavorativa) che l’AI sta costruendo serviranno forti misure pubbliche, ma le finanze delle maggiori potenze sono oberate dal debito e c’è il rischio che manchi un appoggio.

Tanti pericoli insomma, in una fase di transizione globale. Ma il report del World Economic Forum avverte anche che il futuro non è ancora scritto e intitola la prima parte “A un punto di svolta”.