Leonardo aggiorna i massimi dopo il via libera UE al SAFE
pubblicato:Il fondo europeo da 150 miliardi di euro incoraggia oggi il settore difesa

“I negoziati tra Russia e Ucraina partiranno subito”, così Trump ha commentato l’esito della telefonata di due ore con il presidente russo Vladimir Putin. Un passetto avanti che quasi tutti volevano intestarsi, dallo stesso Trump, alla Commissione Europea, alla Francia, alla Germania e all’Italia che hanno contattato prima e dopo la telefonata il presidente Usa per cercare di dimostrare di essere parte del percorso negoziale. Ma non sono stati fissati tempi né per un incontro, né per una tregua sul campo e lo stesso presidente americano ha dichiarato che le condizioni saranno negoziate tra Ucraina e Russia, perché solo loro conoscono i dettagli che gli altri ignorano.
Un nulla di fatto insomma, secondo molti osservatori, per i più ottimisti un passetto di conferma dei contatti, che è già qualcosa, anche se poco.
Leonardo, settore difesa in rialzo dopo l'ok al SAFE europeo
Forse è anche per questo che oggi titoli europei del settore Difesa come Rheinmetall (+1,54%) e Leonardo (+2,52%) guadagnano terreno anche oggi.
Forse contribuisce la più preoccupante notizia degli ultimi giorni, riportata oggi da la Repubblica, che la Russia ammassa truppe ai confini della Finlandia, l’ultimo entrato nel club della Nato.
Più probabilmente contribuisce la notizia di ieri di Reuters secondo la quale i Paesi membri europei avrebbero raggiunto un accordo di principio sul fondo SAFE (Security Action for Europe) da 150 miliardi di euro dedicato alla Difesa europea. Si tratta forse della componente meno divisiva del piano da 800 miliardi di euro Rearm Europe sostenuto a marzo tra enormi divisioni dal Parlamento europeo (in Italia hanno espresso posizioni diverse i tre partiti di maggioranza e anche il Pd si è spaccato).
E’ la parte meno divisiva perché si tratta di finanziamenti richiesti dagli Stati membri per commesse condotte con un appalto comune europeo, quindi acquisti effettuati in un certo senso “insieme” dai Paesi UE.
Acquisti supportati dalla BEI e potenzialmente effetto di un ridirezionamento dei fondi di coesione (un aspetto questo più divisivo nel dibattito politico), ma finanziati con il budget europeo e quindi con titoli UE. Può partecipare a questi appalti comuni anche l’Ucraina, ma senza ottenere finanziamenti UE.
C’è anche un tetto minimo del 65% dei costi dei componenti da sostenere nell’Unione Europea, la clausola “European preference”.
Leonardo, il titolo aggiorna i massimi, ma non è a sconto
Non stupisce quindi che oggi Leonardo aggiorni i massimi storici a 51,36 euro, dopo il superamento ieri un po’ in sordina degli ostacoli rilevanti di area 49,6 euro.
Il quadro grafico rialzista puntava lì, ma ora siamo appunto in territorio inesplorato e secondo diversi osservatori il titolo rischia di essere caro dopo che da inizio anno ha raddoppiato il proprio valore da circa 25 euro a oltre 50.
Già a inizio mese, la pubblicazione di dati in forte crescita per il primo trimestre del 2025 era stata accolta freddamente dal mercato con vendite sul titolo. Il gruppo però aveva affiancato a una crescita dei ricavi del 13,5% un calo degli utili del 13,7% sul quale però pesavano in maniera decisiva poste straordinarie sul fair value di Telespazio nel 2024 e sulla cessione dei siluri di UAS a Financantieri nel 2025.
Intanto il gruppo ha aumentato del 19,7% i nuovi ordini a quasi 7 miliardi nei tre mesi portando il portafoglio ordini a 46,18 miliardi di euro, già quasi due volte e mezzo i ricavi attesi quest’anno (18,6 mld). C’era anche stata una sforbiciata del 27,5% a 2,12 miliardi del debito e un calo dell’assorbimento di cassa (FOCF) da 621 a 580 milioni.
Reuters calcola un rapporto Prezzo/Utili ordinari degli ultimi 12 mesi (TTM) di 25,91 e proietta un P/E Forward di 26,98x. Multipli decisamente impegnativi anche per un settore tristemente promettente come quello degli armamenti.