ERG cede Priolo Gargallo agli Agusta, deal da € 191,5 mln
pubblicato:Sono 2,4 Twh di energia elettrica l’anno e 1,2 milioni di tonnellate di vapore e potrebbero giocare un ruolo strategico nello sviluppo dei mercati energetici green. La holding svizzera di casa Agusta ha studiato per mesi il dossier con l’aiuto di Maire Tecnimont

Per Erg è una tappa fortemente simbolica, ma l'accordo ha anche un valore finanziario e industriale capace di muovere di 3 punti percentuali un titolo del Ftse Mib.
Con la cessione della centrale siciliana di Priolo Gargallo da 480 MW a ciclo combinato, la società di casa Garrone si libera infatti dell’ultimo impegnativo asset nella generazione da fonti fossili e può quindi finalmente definirsi “totalmente verde”.
Una ERG tutta green
La trasformazione d’altronde era quasi completa da tempo.
ERG è una multinazionale dell’energia eolica e fotovoltaica che capitalizza quasi 4 miliardi di euro in Borsa.
È un colosso della transizione energetica differenziato su base europea: allo scorso 30 marzo contava contava 3.036 MW di potenza energetica installata, di cui soltanto 1.440 in Italia, il resto tra Francia (600 MW), Germania (327 MW), UK & Nordics, Spagna ed Europa dell’Est.
Eppure questa cessione deve avere avuto il suo peso emotivo, anche per il portato storico dell’operazione.
Il nome ERG deriva infatti da Edoardo Raffinerie Garrone in onore del capostipite fondatore, uno dei quei giganti dell’industria italiana degli anni Cinquanta che tanto oggi ci mancano. Piemontese d’origine e genovese d’adozione crea un gruppo nel settore della distribuzione dei carburanti e firma già nel ’54 un accordo con British Petroleum per la raffineria di San Quirico che ancora oggi dà il nome alla holding di famiglia.
Il gruppo cresce in fretta, ma il fondatore Edoardo scompare prematuramente ed è il figlio Riccardo a prendere le redini nel 1963 e a realizzare nel 1971 la raffineria ISAB in Sicilia, una parte ancora oggi fondamentale di quel polo petrolchimico di Priolo Gargallo cui appartiene la centrale che oggi passa agli Agusta.
Insomma un pezzo della storia di famiglia, ma anche di un passato che il gruppo da tempo ha allontanato per dirigersi verso le rinnovabili senza incertezze. Quella di oggi è però una storia strettamente attuale.
ERG, a Priolo una storia d'attualità strategica
Su tutti i giornali fino a pochi mesi fa campeggiava infatti il dossier della raffineria dell’ISAB. La tessa ERG aveva venduto nel 2008 il 49% ai russi di Lukoil, per poi scendere gradualmente.
La guerra in Ucraina – e il blocco dei rapporti energetici con la Russia - ha poi imposto l’anno scorso l’intervento del governo che ha diretto la cessione degli impianti di raffinazione alla cipriota Green Oil Energy (Goi) in un’operazione da almeno un miliardo e mezzo di euro.
In pratica questi impianti strategici sono passati a Michael Bobrov, manager con un passato nel colosso delle materie prime Trafigura e all’attivo già l’acquisto di una delle maggiori raffinerie di Israele. Non a casa Trafigura è stato un’importante partner di GOI nell’operazione e ha firmato accordi commerciali di lungo termine con il gruppo.
Alla fine del nuovo cda della raffineria ISAB entrano manager esperti di petrolio come Angelo Taraborelli e Massimo Nicolazzi.
Sembrano informazioni di contorno, ma in realtà ISAB da sola fornisce più di un quinto della raffinazione nazionale (dal gasolio alla benzina), una capacità di 350 mila barili al giorno e il tavolo del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha chiuso il caso si è tenuto appena lo scorso 23 maggio.
ERG, i progetti di Corrado Agusta per Priolo
Impossible che il dossier non si sia intrecciato, anche solo indirettamente, con la due diligence di 9 mesi di Achernar Assets AG per la centrale a ciclo combinato di Priolo.
D’altronde le valutazioni del CEO di Achernar Corrado Agusta, della celebre famiglia di industriali dei velivoli e dei motocicli, sono state molto ampie:
“Durante questo periodo, anche con il supporto del Gruppo Maire, sono state identificate importanti opportunità per valorizzare l'asset con un focus green, integrando diverse tecnologie di NextChem, in particolare per la produzione di carburanti circolari, idrogeno elettrolitico e cattura del carbonio. Achernar è ora passata dalla fase di due diligence alla conduzione di uno studio di prefattibilità attivo. Il Gruppo Maire ha identificato sia l'irresistibile potenziale futuro delle iniziative verdi, sia il potenziale green esistente della società. Ciò garantisce la continuità dell'azienda, ritenuta fondamentale per il futuro delle capacità industriali regionali”.
D’altronde parliamo di un’operazione dell’enterprise value di 191,5 milioni di euro, più del doppio dell’utile dell’ultimo trimestre di ERG.
Passa di mano un impianto con potenza installata di 480 MW e una produzione media annua di circa 2,4 TWh di energia elettrica e 1,2 milioni di tonnellate di vapore.
ERG si libera di un ultimo retaggio del passato al carbonio del gruppo e la nuova centrale rimane strategica per i bilanciamenti delle rinnovabili in Sicilia e in Italia, anche alla luce dello sviluppo del solare e dell’eolico che il PNRR dovrebbe alimentare vigorosamente in questi anni.
Con gli earn-out il valore della centrale potrebbe salire fino a un massimo da 205,5 milioni di euro nel 2025.
Resta da vedere se il governo eserciterà un veto o chiederà delle condizioni sotto l’ombrello del Golden Power. In fondo stiamo sempre vendendo una centrale energetica strategica a una società finanziaria svizzera.
Ma al momento sembra al contrario che la gestione attiva del MIMIT stia mettendo a posto i pezzi di un mosaico complesso che fino a pochi mesi fa sembrava irrimediabile e ora si monta invece con i progetti del PNRR di cui l’Italia ha un disperato, concreto, bisogno.
A un passo c’è anche la centrale solare termodinamica Archimede di Enel, il progetto fortemente voluto dal premio Nobel Carlo Rubbia che tra i primi ci fece sognare un’Italia delle rinnovabili. Forse quel percorso non si è mai interrotto.