FTAOnline

Finanza e Mercati: Lagarde, seguiamo i dati non la Fed

di Simone Ferradini pubblicato:
3 min

Christine Lagarde mette le cose in chiaro, la BCE si baserà sui dati (soprattutto quelli sulla crescita dei salari) per decidere quando tagliare i tassi

Finanza e Mercati: Lagarde, seguiamo i dati non la Fed

Finanza e Mercati: rendimenti sotto i massimi di ieri

Il rendimento del BTP decennale segna ora 3,7910% da 3,8710% ieri pomeriggio (ricordiamo il minimo da agosto 2022 a 3,4620% toccato il 27/12 e il massimo dal 2012 a 5,04% raggiunto il 19 ottobre). Il rendimento del Bund a 10 anni si attesta a 2,4325%, dal massimo dal 29 febbraio toccato ieri a 2,4815% (ricordiamo il minimo da dicembre 2022 del 27/12 a 1,8850% e il massimo dal 2011 il 4 ottobre a 3,02%).

Il rendimento del T-Note USA a 10 anni segna 4,5570%, dal massimo dal 14 novembre 4,5940% di ieri (ricordiamo il minimo da luglio toccato il 27/12 a 3,7820% e il massimo dal 2007 a 5,02% il 23 ottobre). Il rendimento del T-Bond a 30 anni si attesta a 4,6520%, dal massimo dal 16 novembre a 4,6840% di ieri (ricordiamo il minimo da fine luglio toccato il 27/12 a 3,9430% e il top dal 2007 a 5,18% il 23/10).

Finanza e Mercati: la BCE non dipende dalla Fed

Rendimenti stabili a ridosso dei massimi di ieri. Confermato lo scenario delineatosi dopo l'inflazione USA (superiore alle attese) e i verbali FOMC (preoccupazione per le dinamiche dei prezzi al consumo), ovvero primo taglio dei tassi da parte della Fed rimandato come minimo alla riunione del 31 luglio ed entità complessiva della riduzione nel 2024 contenuta in 50 bp. Ricordiamo che a fine 2023-inizio 2024 il mercato puntava su un primo taglio da 25 bp a marzo e da 150-175 entro dicembre.

Ieri la BCE ha confermato i tassi, come ampiamente atteso, senza però offrire indicazioni utili a meglio definire il percorso di riduzione dei tassi. Uno spunto interessante è stato fornito da Christine Lagarde: la presidente in conferenza stampa ha dichiarato che l'Eurotower segue i dati e non la Fed. E ci mancherebbe altro visto il netto divario di crescita economica tra USA ed eurozona. Pertanto non deve essere dato per scontato che anche la BCE abbia rinunciato a tagliare i tassi a giugno.

Buona parte della decisione dipenderà dai dati sui rinnovi contrattuali del primo trimestre, dati che saranno disponibili a giugno e dovranno confermare la moderazione della crescita e l'assorbimento di parte di essa nei profitti delle imprese.

Finanza e Mercati: le attese sulle mosse di Fed e BCE

Il CME FedWatch Tool assegna ora il 74-75% alla probabilità di tassi invariati nella riunione del FOMC del 12 giugno contro l'81% circa di ieri mattina (33% venerdì scorso), mentre quella assegnata al taglio da 25 bp risale al 245 circa dopo il crollo al 18% di ieri mattina (51% mercoledì, 62% venerdì). Recuperano le probabilità di -25 bp nella riunione del 31 luglio (41% da 38% ieri) mentre lieve calo al 45% (46% ieri, 34% mercoledì) quelle di una mossa il 18 settembre.

Per fine 2024 stabili al 16-17% (33% mercoledì mattina) la probabilità di una riduzione da 75 bp, e al 34% quella di -50 bp (30% mercoledì, 25% venerdì). Poco mosse al 4% le chance di -100 bp (17-18% mercoledì, 23% venerdì), stabili al 32-33% circa quelle di -25 bp (13% mercoledì, 13% venerdì), ferme a 0-1% quelle di -125 bp (4% mercoledì, 7% venerdì) e al 12% quelle di tassi invariati (2% mercoledì). Lo strumento prevede quindi 1-2 tagli da 25 bp entro fine anno leggermente tendenti a 2 contro i 2-3 tendenti a 3 di mercoledì mattina.

I future sull'Euribor a 3 mesi (riferimento per stimare le mosse della BCE) segnalano probabilità di riduzioni dei tassi ufficiali in calo nel breve e nel 2024: i derivati quotano ora -22 bp a giugno (-22 ieri mattina, -23/24 mercoledì, -25/26 venerdì), quindi possibilità di taglio nella riunione del 6 giugno elevate e in risalita. Per fine anno -74 bp circa da -73 ieri mattina (-78/79 mercoledì mattina, -86/87 venerdì), quindi probabilità di 3 tagli entro fine anno dai 3-4 segnalati fino a venerdì.

L'agenda macroeconomica prevede oggi la fiducia dei consumatori USA.