FTAOnline

Flat tax incrementale: cosa significa e cosa cambia?

di Miriam Ferrari pubblicato:
3 min

Cos’è e come funziona la flat tax incrementale proposta da Giorgia Meloni? Ecco cosa cambia, chi ci guadagna e alcuni esempi del nuovo regime fiscale.

Flat tax incrementale: cosa significa e cosa cambia?

Mentre si attende la formazione del nuovo Governo, proseguono le idee e i programmi dei partiti soprattutto per quanto riguarda i temi caldi del periodo: bollette, lavoro, pensioni, e tasse. Si lavora si più fronti: dalla Legge di Bilancio 2023 al nuovo decreto aiuti quater.

Matteo Salvini rilancia la flat tax anche per le Partite Iva, mentre Giorgia Meloni guarda alla possibile introduzione di una flat tax incrementale, ovvero NON una vera e propria tassa piatta per tutti (anche per i lavoratori autonomi), ma invece un taglio delle tasse per i cittadini. A giovarne, però, sarebbero sempre i cittadini con redditi più elevati.

Che cosa significa flat tax incrementale e cosa potrebbe cambiare? Ecco cosa prevede il programma di Giorgia Meloni non appena arrivata a Palazzo Chigi.

Flat tax incrementale: cos’è e cosa significa

La flat tax incrementale è da sempre un punto cardine del programma di Fratelli d’Italia, ma quali sono le differenze rispetto alla flat tax tradizionale?

Mentre la versione tradizionale – come proposta da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – prevedrebbe un’aliquota fissa (ipotesi al 15%) per tutti gli scaglioni di reddito; la flat tax incrementale andrebbe a differenziarsi sull’incremento di reddito che si verifica tra un anno e un altro.

La flat tax in entrambe le versioni, comunque, NON andrebbe a sostituire l’attuale riforma fiscale, ma affiancherebbe un’aliquota fissa al 15% a quelle variabili per fascia di reddito (dal 23% al 43%) e potrebbe premiare – ancora una volta – i redditi più elevati.

Flat tax incrementale: come funziona la proposta di Giorgia Meloni

Cerchiamo di dividere in due parti il concetto di flat tax incrementale per capirne il funzionamento.

Da un lato si tratta di un regime di tassazione “flat” (che significa piatto), ovvero a prescindere dal valore del tuo reddito imponibile, l’aliquota rimane la stessa. E ciò va a vantaggio dei contribuenti con maggiori disponibilità economiche.

Dall’altro lato, però, è incrementale, ovvero si innalza di fronte alle variazioni del reddito da un anno all’altro. La nuova aliquota al 15% proposta da FdI, quindi, si andrebbe ad applicare solamente all’incremento di reddito registrato tra un anno e un altro. Il beneficio maggiore lo otterrebbero i più ricchi.

Flat tax incrementale: chi ci guadagna?

Per comprendere quali siano i benefici della flat tax incrementale e chi ci guadagnerebbe davvero occorre dare alcuni esempi dell’una e dell’altra riforma fiscale.

Attualmente sono previste aliquote differenziate per fasce di reddito, dal 23% al 43%, in modo da tassare maggiormente chi possiede maggiori disponibilità economiche. La flat tax incrementale porterebbe la tassazione sullo stesso livello per tutti. Vediamo come.

Martina ha dichiarato un reddito complessivo di 13 mila euro nel 2021 e di 15 mila euro nel 2022: con l’attuale riforma fiscale andrebbe a pagare 460 euro (aliquota al 23% sui 2.000 euro di variazione). Con la flat tax incrementale al 15%, invece, Martina andrebbe a sborsare 300 euro.

Luisa, invece, ha dichiarato 55 mila euro nel 2021 e 57 mila euro nel 2022: con l’attuale riforma fiscale andrebbe a pagare 860 euro (aliquota al 43% sull’incremento di 2.000 euro), mentre con la flat tax incrementale pagherebbe 300 euro, proprio come Martina.

L’unico beneficio della flat tax incrementale potrebbe derivare dalla dichiarazione dello stesso reddito di anno in anno. Enrico, per esempio, ha ottenuto 15 mila euro nel 2022 e pure nel 2023: la tassazione applicabile, dunque, è del 23%.